Rapporto tra musica e matematica: differenze tra le versioni

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In modo più astratto la musica fu posta in relazione alla matematica anche nel suo aspetto compositivo (che richiede di ripartire i suoni tra le varie altezze, in diversi istanti temporali e tra le diverse voci degli esecutori).
Questo tipo di analisi musicale ha avuto illustri cultori in tutti i secoli (si pensi alle geometrie musicali dei canoni di Bach) ed ha conosciuto nuove fortune anche in tempi vicini a noi (nel [[XX secolo|'900]] sorsero ad esempio l'[[Istituto Kranischstein]] di [[RasmstadtDarmstadt]], lo Studio di musica elettronica della Radio di Colonia, il Centro di Fonologia Musicale di Milano e l'[[Institut de Recherche et Coordination Acoustique/Musique|IRCAM]] di [[Parigi]]).
 
A partire dal [[XVII secolo]] molti musicisti hanno dato prova di solide conoscenze matematiche (ad esempio [[Giuseppe Tartini]] ne diede prova in ''Trattato di musica secondo la vera scienza dell'armonia'' nel 1754 e così [[Iannis Xenakis]] in ''Musica formalizzata'' nel 1971; gli stessi [[Pierre Boulez]] e [[Philip Glass]] sono laureati in matematica e da essa hanno tratto ispirazione per la loro arte).