Storia di Siracusa: differenze tra le versioni

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=== Epoca greca ===
La colonia corinzia crebbe in tempi rapidi e assoggettò i territori geograficamente vicini ad essa. Dopo aver fondato a sua volta delle colonie — [[Acre]], [[Casmene]], [[Eloro]], [[Kamarina]] — fu consegnata dai propri cittadini, come conseguenza dello scontro sociale tra [[Gamoroi]] e [[killichirioi]], al [[dinomenide]] [[Gelone]], [[tiranno di Gela]], che lasciò la sua ''polis'' d'origine e si stabilì con la sua corte a Siracusa, inaugurando nel [[485 a.C.]] il principio della [[tirannide siracusana]].
 
[[File:I funerali di Timoleonte - Sciuti.JPG|thumb|320px|left|I funerali di [[Timoleonte]], [[generale]] [[corinzio]], tenne il governo della ''polis'' dal [[344 a.C.|344]] al [[335 a.C.]] ([[Giuseppe Sciuti]], [[XIX secolo|XIX sec]].)]]
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Queste due influenti metropoli, in un susseguirsi di trattati di pace e scoppi di nuove battaglie, animarono con fare cruento l'intera storia della [[Storia della Sicilia greca|Sicilia greca]].
 
Oltre ai forti contrasti interni con le altre ''poleis'' [[siceliote]] e con i [[Barbari]] — si segnala ad esempio la [[Guerra tra Agrigento e Siracusa (446 a.C.)|guerra contro Akragas]] e il conflitto contro la ''[[Syntèleia]]'' di [[Ducezio]], re dei Siculi —, ''Syrakousai'' ricevette l'ambiziosa offensiva esterna da parte di [[Atene]]. La capitale [[Attica|attica]] allestì una poderosa [[Spedizione ateniese in Sicilia|spedizione diretta sulla Sicilia]], nel contesto bellico della [[guerra del Peloponneso]], con l'intento di conquistare la rinomata città costiera che con la sua politica espansiva minava gli interessi ateniesi sull'Occidente. Durante l'avvenimento bellico si distinse il generale siracusano [[Ermocrate]] — che in seguito condurrà egli stesso i [[Esercito siracusano|soldati Siracusani]] in [[Asia Minore]], al fianco di [[Sparta]], nella fase finale della medesima guerra.
 
La corte di Siracusa fu una celebre sede [[Mecenatismo|mecenatica]]. Ospitò i nomi più conosciuti del mondo greco, tra i quali [[Eschilo]], [[Pindaro]], [[Ibico]], [[Senofonte]], [[Platone]]; quest'ultimo non si limitò a soggiornare nella ''pentapolis'', ma fu coinvolto — così come l'[[Accademia di Atene]] — nel pieno della storia politica di ''Syrakousai'', compiendo diversi viaggi e divenendo confidente di [[Dione di Siracusa|Dione]], che a sua volta fu il principale avversario politico del tiranno [[Dionigi II]].<ref>Per approfondire il periodo storico e l'intreccio tra Platone, Dione e i due Dionigi vd. F. muccioli, ''Dionisio II. Storia e tradizione letteraria'', 1999.</ref>
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Pur avendo perso la propria autonomia, [[Syracusae]] rimase per l'intera [[epoca romana]] il principale centro egemone della Sicilia; venne istituita la [[provincia Siracusana]] e la città fu designata capitale della [[Sicilia (provincia romana)|Sicilia romana]]. Nel corso dei secoli caratterizzati dal dominio romano sul mediterraneo, giusero a Siracusa ingenti personalità: [[Scipione l'Africano]] preparò da qui l'esercito che avrebbe affrontato [[Annibale]];<ref>[[Tito Livio]], XXIX, 20.</ref> [[Cicerone]], giungendovi per contrastare il mal governo del [[pretore (storia romana)|pretore]] [[Verre]], descrisse minuziosamente la città, descrivendola come «''la più bella e la più grande città greca''»<ref>[[Marco Tullio Cicerone]], ''[[In Verrem]]'', II,4,117</ref>; l'[[imperatore romano]], [[Augusto]], intitolò alla città la [[Casa di Augusto|stanza speciale della sua casa]]: uno [[studiolo]] che soleva chiamare «''la sua Siracusa''», come testimonia [[Svetonio]].<ref group=N>[[Svetonio]], ''Augustus'', 72: {{Citazione|Se in qualsiasi momento aveva in mente di fare qualcosa in privato o senza interruzione, aveva un posto nel piano superiore, che chiamava "la sua Siracusa" o "laboratorio"||Si quando quid secreto aut sine interpellatione agere proposuisset, erat illi locus in edito singularis, quem Syracusas et technophnon vocabat [...]|lingua=latino}} Il perché Augusto chiamava così il suo studio privato, nel quale si chiudeva in completa solitudine, rimane un mistero per gli studiosi: alcuni hanno ipotizzato che venisse così chiamato perché posto nella parte alta della casa da dove si vedeva il mare; o perché, essendo un laboratorio, gli portava alla mente il genio di [[Archimede]] (cfr. ''Il greco ed i grecismi di Augusto - La vita privata'' in ''Maia'', vo. 11, 1959, p. 129). Vd. anche [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana]], ''Riscoperta di Roma antica'', 1999, p. 32.</ref>
 
Con l'avvento del [[cristianesimo]] nacquero in città [[Catacombe di Siracusa|imponenti catacombe]]. Qui giuse presto il messaggio apostolico: poiché il suo [[Porto di Siracusa|porto]] fu il ritrovo delle «''navi che dall'Oriente e dall'Africa erano dirette a Roma, o da Roma ad [[Alessandria]] o a Cartagine''»; lo stesso percorso marinaro intrapreso dai primi missionari.<ref group=N>come afferma lo storico [[Francesco Lanzoni|Lanzoni]], il quale aggiunge che «''gli uomini apostolici e i primi missionari del cristianesimo devono aver fatto lo stesso cammnino ed essersi fermati per qualche tempo nella regione di quel porto''». Cit. Lanzoni, ''Le diocesi d'Italia'', 1927, pp. 613.614.</ref> La tradizione vuole che il primo vescovo di Siracusa fu [[Marciano di Siracusa|Marciano]], mandato dall'[[apostolo]] [[San Pietro|Pietro]], mentre gli [[Atti degli apostoli]] affermano che qui sostò per tre giorni [[Paolo di Tarso]], nell'anno [[61]].<ref>[[Atti degli Apostoli]], {{passo biblico|At|28,12}}.</ref> Durante l'impero di [[Diocleziano]], il [[13 dicembre]] del [[304]], avvenne il martirio di [[Santa Lucia|Lucia da Siracusa]].<ref>Concetto Barreca, ''Santa Lucia di Siracusa: Pagine storiche. Il codice greco Papadopulo ed un'insigne epigrafe delle catacombe di Siracusa con note ed appendice'', 1902; Maria Stelladoro, ''Lucia la martire'', 2010; </ref>
 
[[File:Impero romano d'oriente, costante II, emissione aurea, 641-668.JPG|thumb|150px|Il volto di [[Costante II]] inciso su una moneta emessa dal 641 al 668]]
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{{Citazione|Siracusa è delle città celeberrime e de' più nobili paesi. Cittadini e foresi d'ogni banda cavalcano alla volta di lei; a lei s'indirizzano i mercatanti viaggiatori di tutte le regioni. Sta sul mare che la bagna da tutti i lati, se non che avvi una porta a settentrione, donde si entra e si esce. Superfluo sarebbe descrivere largamente questo luogo sì famoso [...]<ref group=N>Testo in [[Gina Fasoli|G. Fasoli]], ''Scritti di Storia Medievale'', 1974, pp. 405-406; vd. anche {{Cita|Archivio storico siracusano, 1978|p. 6}}, dove viene descritta l'''Epistola ad Petrum Panormitanum Ecclesie Thesaurarium'' di Al-Idrisi, il quale descrive Siracusa come «''optima et pulcherrima parte Sicilie''»; testo latino, p. 176, consultabile in {{Cita web|url=http://www.alim.dfll.univr.it/alim%5Cletteratura.nsf/%28testiID%29/20E2BE80C6A0AA7AC1256FEA005B357B!opendocument|titolo=Epistola ad Petrum Panormitanum Ecclesie Thesaurarium|sito=[http://www.alim.dfll.univr.it www.alim.dfll.univr.it]|accesso=16 ottobre 2016}}.</ref>|}}
 
Durante i decenni arabi, Bisanzio, con a capo l'imperatore [[Michele IV il Paflagone|Michele IV]], provò a riconquistare Siracusa. Fu spedito in Sicilia il generale bizantino [[Giorgio Maniace]], che nel [[1040]] riuscì a prendere la città. Suoi maggiori compagni d'armi erano i guerrieri [[Italici]] ed i [[Normanni]], guidati da [[Harald III di Norvegia|Harald Hardrade di Norvegia]], [[Guglielmo Braccio di Ferro]] — soprannome datogli per aver trafitto con la spada l'[[emiro]] di Siracusa<ref>Cfr. [[Nino Tamassia|G. Tamassia]], ''[http://books.google.it/books?id=XgdYi3ZSzfkC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false Storia del regno dei Goti e dei Longobardi in Italia]'', vol. 1-3, p. 146.</ref> —, [[Drogone d'Altavilla]], [[Arduino di Melfi]] e [[Stefano il Calafato]], cognato dell'imperatore, posto a capo della flotta.<ref name=appr.normanno>Per un maggiore approfondimento sulla spedizione siciliana di Maniace vd. A. Zoncada, ''Prose'', 1853, da p. 77; S. Tramontana, ''I normanni in Italia: Aspetti politici e militari'', 1970; Gordon S. Brown, ''The Norman Conquest of Southern Italy and Sicily'', 2003.</ref>
 
[[File:Ortigia dall'alto.jpg|thumb|270px|left|Il [[castello Maniace]] occupa la punta più estrema dell'[[isola di Ortigia]]. Per [[Federico II di Svevia]], suo edificatore, questo castello doveva rappresentare la porta d'Europa<ref group=N>Federico II di Svezia, imperatore del [[Sacro romano impero]] e [[re di Sicilia]], detto lo ''stupor mundis'', progettò il castello sopra il forte fabbricato dal generale bizantino Maniace, e in ricordo di quest'ultimo lo appellò.