Numa Pompilio: differenze tra le versioni

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A Numa non è ascritta alcuna guerra,<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 60,4.</ref><ref name="EutropioI.3"/> bensì una serie di riforme tese a consolidare le istituzioni della nuova città, prime tra tutte quelle religiose, raccolte per iscritto nei [[Commentarius (Numa Pompilio)|commentarii Numae]] o [[Commentarius (Numa Pompilio)|libri Numae]], che andarono perduti quando [[Roma antica|Roma]] fu saccheggiata dai Galli<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', I, 1</ref>.
 
Sulla base di queste norme di carattere religioso, i culti cittadini erano amministrati da otto ordini religiosi:<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 63, 4.</ref> i [[Curia (storia romana)|Curiati]], i [[Flamini]], i [[Celeres]], le [[Vestali]], gli [[Auguri]], i [[Salii]], i [[Feziali]] e i [[Pontefice (storia romana)|Pontefici]].
 
Numa stabilì di unificare ed armonizzare tutti i culti e le tradizioni dei Romani e dei Sabini residenti a [[Roma antica|Roma]] per eliminare le divisioni e le tensioni fra questi due popoli, riducendo l'importanza delle tribù e creando nuove associazioni basate sui mestieri<ref>Plutarco: vita di Numa; XVII, 3.</ref>