Lampada a carburo: differenze tra le versioni

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RICERCA DI ALICE
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La '''lampada a carburo''' o '''ad acetilene''' è un tipo di [[lampada]] che è stata utilizzata nel passato principalmente dai minatori, ed è attualmente utilizzata dagli [[speleologia|speleologi]] all'interno di [[grotta|grotte]] e [[miniera|miniere]].
 
== Storia e tecnica ==
Fu inventata intorno al 1900 e costituì un'innovazione importante poiché forniva molta più luce delle lampade a petrolio o delle lucerne.
 
La lampada utilizza come [[combustibile]] l'[[acetilene]], un gas più leggero dell'aria (formula chimica C<sub>2</sub>H<sub>2</sub>), prodotto dalla reazione chimica generata dal contatto dell'acqua con il [[carburo di calcio]] (formula chimica CaC<sub>2</sub>).
In passato ne sono state prodotte versioni adatte all'uso domestico, ed altre utilizzate come fanali per l'illuminazione dei veicoli.
 
La lampada utilizza come [[combustibile]] l'[[acetilene]], un gas più leggero dell'aria (formula chimica C<sub>2</sub>H<sub>2</sub>), prodotto dalla reazione chimica generata dal contatto dell'acqua con il [[carburo di calcio]] (formula chimica CaC<sub>2</sub>).
 
Questo tipo di lampada ha sostituito in passato nell'uso minerario le precedenti a olio per la sua praticità di utilizzo, per la chiarezza della luce generata dalla fiamma dell'acetilene e per il basso costo del carburo di calcio, che si ottiene a partire dal [[carbonato di calcio]], attraverso un passaggio intermedio in [[ossido di calcio]].
 
La lampada ad acetilene è composta da due contenitori sovrapposti: in quello inferiore è contenuto il [[carburo di calcio]], in quello superiore l'acqua. L'acqua, attraverso un foro (regolato da una vite), precipita a gocce sul carburo innescando la reazione chimica che genera l'acetilene; quest'ultimo, attraverso un condotto che nella maggioranza dei casi attraversa il contenitore dell'acqua, viene indirizzato verso un beccuccio posto sulla parte superiore della lampada, da cui fuoriesce e dove può essere incendiato con un [[fiammifero]] o un apparato [[piezoelettricità|piezoelettrico]].
== Struttura ==
La lampada ad acetilene è composta da due contenitori sovrapposti: in quello inferiore è contenuto il [[carburo di calcio]], in quello superiore l'acqua. L'acqua, attraverso un foro (regolato da una vite), precipita a gocce sul carburo innescando la reazione chimica che genera l'acetilene; quest'ultimo, attraverso un condotto che nella maggioranza dei casi attraversa il contenitore dell'acqua, viene indirizzato verso un beccuccio posto sulla parte superiore della lampada, da cui fuoriesce e dove può essere incendiato con un [[fiammifero]] o un apparato [[piezoelettricità|piezoelettrico]].
 
I due contenitori, quello del carburo e quello dell'acqua, sono accorpati con un attacco a baionetta o a vite. Il tutto a rassomigliare una [[caffettiera]].
 
Sulla parte superiore del contenitore dell'acqua sono presenti, oltre al beccuccio di fuoriuscita dell'acetilene, anche la valvola per il carico dell'acqua e la vite di regolazione del flusso di caduta dell'acqua.<ref name=carburo>[http://www.carburo.it/carburo.htm Descrizione della lampada a carburo]</ref>
 
La lampada ad acetilene per [[speleologia]] è concettualmente analoga a quella normale, ma viene separata in due componenti: l'[[ugello]] di uscita dell'acetilene viene separato dal corpo della lampada, ed installato sul [[caschetto]]; un tubo (generalmente di gomma) lo unisce poi alla lampada. L'ugello è normalmente dotato di alcuni accessori, quali un riflettore metallico ed un impianto di accensione [[piezoelettricità|piezoelettrico]], che rendono l'accensione della lampada autonoma da fonti esterne di fuoco.<ref name="marbach">{{fr}} Georges Marbach - Jean-Louis Rocourt, ''Techniques de la spéléologie alpine'', 3me édition rev., 2000, ISBN 2-9514640-0-2</ref>
=== Lampada ad acetilene per speleologia ===
[[File:2000grotte-part2.jpg|thumb|Lampada a carburo di vecchio tipo]]
La lampada ad acetilene per [[speleologia]] è concettualmente analoga a quella normale, ma viene separata in due componenti: l'[[ugello]] di uscita dell'acetilene viene separato dal corpo della lampada, ed installato sul [[caschetto]]; un tubo (generalmente di gomma) lo unisce poi alla lampada. L'ugello è normalmente dotato di alcuni accessori, quali un riflettore metallico ed un impianto di accensione [[piezoelettricità|piezoelettrico]], che rendono l'accensione della lampada autonoma da fonti esterne di fuoco.<ref name=marbach>{{fr}} Georges Marbach - Jean-Louis Rocourt, ''Techniques de la spéléologie alpine'', 3me édition rev., 2000, ISBN 2-9514640-0-2</ref>
 
Un diverso tipo di lampada, ormai in disuso, aveva invece semplicemente dietro al beccuccio un riflettore metallico che permetteva di avere una luce direzionale più intensa. La lampada poteva essere agganciata al cinturone o tenuta in mano. Ad oggi anche nel mondo speleologico questo tipo d'illuminazione sta progressivamente scomparendo lasciando il posto ai [[LED]].