Assioma: differenze tra le versioni

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In [[epistemologia]], un '''assioma''' è una proposizione o un principio che è assunto come vero perché ritenuto evidente o perché fornisce il punto di partenza di un quadro teorico di riferimento.
 
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Il termine ''assioma'' deriva da un'importante radice indoeuropea ricostruita come ''*ag-'', la quale esprime una serie di azioni che hanno a che vedere con il condurre, il tirare, il muovere, e più in generale l'agire concretamente su degli oggetti.
 
Da questa radice il latino ha derivato il verbo ''ago/agere'', che mantiene un ampio numero di significati, e in particolare quelli originari attinenti al condurre e al portare, mentre il verbo italiano derivato, ''agisco/agire'', esprime più che altro il concetto generale e astratto dell'azione. In greco si ha il verbo analogo ''agō/agein'', che si mantiene molto vicino al significato originario e assume anche altri significati, fra cui quello di pesare un oggetto sulla bilancia, e quindi "valutare". Dalla stessa radice usata in quest'ultima accezione si ha anche l'aggettivo ''axios'', che originariamente significava "pesante tanto quanto", e che successivamente è stato usato per connotare ciò che ha tanto valore, dignità e pregio quanto un certo termine di paragone. Il verbo corrispondente è ''axiō'' che denota l'atto di ritenere valido, degno o di onorare qualcuno e qualcosa. Nel linguaggio filosofico questo verbo è stato impiegato da Platone e da Aristotele per i giudizi, col significato di ritenere valido un certo giudizio, e quindi di sostenerlo, di affermarne la verità.
 
Questi termini in ''ax-'' derivano probabilmente da un aggettivo con tema ''*ag-tj-o-'' (formatosi nel greco arcaico o anche in una fase precedente), ottenuto aggiungendo alla radice verbale ''*ag-'' il suffisso aggettivale ''-ti-'' e quindi la vocale tematica ''-o-''. Infatti in greco l'eufonia consonantica prevede che in casi come questo il gruppo ''tj'' si muti in ''s'', dopo di che si ha un gruppo ''gs'' nel quale la gutturale sonora diventa sorda per assimilazione parziale con la sibilante sorda che segue, e si ottiene appunto ''ks'', reso con la grafia ''x''.