Einstein trovò il linguaggio e gli strumenti matematici necessari nei lavori di [[geometria differenziale]] di [[Luigi Bianchi]], [[Gregorio Ricci-Curbastro]] e [[Tullio Levi-Civita]], che avevano approfondito nei decenni precedenti i concetti di [[curvatura]] introdotti da [[Carl Friedrich Gauss]] e [[Bernhard Riemann]].
Egli dopo l'elaborazione della relatività generale, tentò di sviluppare ulteriormente la teoria per unire tutte le forze della natura: elettricità, magnetismo, interazione nucleare e gravità, senza tuttavia riuscirci. A suo parere, in quegli anni, la matematica non aveva fatto sufficienti progressi per fornire gli strumenti necessari. Oggi questi strumenti matematici pur essendo a disposizione dei ricercatori, grazie ai lavori di Gregorio Perelman, non vengono utilizzati per espandere la relatività generale, ma vige il predominio del pensiero quasi-unico fissato sul Modello Standard, che si regge sull'assunto mai dimostrato che la massa del fotone sia nulla.<ref>{{Cita web|url = http://aulascienze.scuola.zanichelli.it/2013/09/27/e-se-i-fotoni-avessero-una-massa/|titolo = E se i fotoni avessero una massa? {{!}} Zanichelli Aula di scienze|accesso = 2015-11-25}}</ref>