Biblioteca Angelica: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: apostrofo dopo l'articolo indeterminativo e modifiche minori
Riga 18:
[[File:Domenico Silvio Passionei.jpg|thumb|upright=0.7|Il cardinale [[Domenico Passionei|Passionei]]]]
 
Aperta nel [[1604]], l'Angelica è considerata nel contesto europeo assieme alla [[biblioteca Ambrosiana]] di Milano e alla [[Biblioteca Bodleiana]] di [[Oxford]] come uno dei primi e più chiari esempi di biblioteca "pubblica", ovvero di un' istituzione creata con il chiaro intento di fornire accesso ai libri ad una comunita' di lettori quanto piu' ampia possibile<ref>L'associazione dell'Angelica alla biblioteca Ambrosiana e a quella Bodleiana, riproposta in questa voce, proviene da un passo del famoso bibliotecario [[Gabriel Naudé]] che, sulla base della sua esperienza, considerava queste istituzioni particolarmente accessibili a un pubblico eterogeneo. Su questo punto vedi Alfredo Serrai: Angelo Rocca fondatore della prima biblioteca pubblica europea. P. 7</ref>.
La biblioteca Angelica venne fondata grazie al lascito del vescovo [[Marche|marchigiano]] [[Angelo Rocca]] (1546-1620), da cui prese il nome. Questi, agostiniano, affidò la propria ricca raccolta libraria ai frati del suo ordine presenti a Roma, dotandola di proprie rendite e prescrivendone l'apertura a tutti, senza limite di sorta. Il linea con questa visione del ruolo "divulgativo" della biblioteca, nel 1608 Rocca pubblicò un breve testo intitolato ''Bibliotheca Angelica'' il cui scopo era di fornire all'utente una prima introduzione al materiale contenuto nell'Angelica <ref> Alfredo Serrai: Angelo Rocca fondatore della prima biblioteca pubblica europea. p.66. </ref> . Dopo la morte di Rocca, il patrimonio della biblioteca iniziò molto presto ad accrescersi grazie a nuove donazioni: nel [[1661]] [[Luca Olstenio|Lucas Holste]], custode della [[Biblioteca Apostolica Vaticana]], lasciò agli agostiniani dell'Angelica la sua ampia collezione di libri a stampa; nel [[1762]], grazie alle rendite di cui si parlava, fu acquistata la biblioteca del cardinale [[Domenico Passionei]], morto l'anno precedente. Questa acquisizione in pratica raddoppiò il patrimonio della biblioteca, e ne determinò in larga parte l'orientamento scientifico: il cardinale Passionei, infatti, era stato legato pontificio in vari paesi dell'Europa protestante, e vi aveva acquistato un larghissimo numero di testi religiosi e polemici; egli era legato, tra l'altro, all'ambiente del [[giansenismo]] romano. È a questo ampliamento della collezione che risale l'attuale sistemazione del salone monumentale dell'Angelica, dovuta alle sopravvenute esigenze di spazio: sistemazione dovuta all'architetto [[Luigi Vanvitelli]] e ultimata nel [[1765]].
 
Nel [[1873]], come previsto dalla legge, emanata sei anni prima, di [[eversione dell'asse ecclesiastico]], la biblioteca fu acquisita dal neonato Stato italiano. L'arricchimento del patrimonio librario continuò anche in questo periodo: nel [[1919]] vi fu incorporata un'importante collezione di opere edite da [[Giambattista Bodoni]], e alla fine del secolo vi pervenne la curiosa raccolta di 954 libretti d'[[opera lirica|opera]] [[XIX secolo|ottocenteschi]] appartenuta a [[Nicola Santangelo]], già ministro degli interni del [[Regno delle due Sicilie]] e appassionato [[melomane]].