Biblioteca Angelica: differenze tra le versioni
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[[File:Domenico Silvio Passionei.jpg|thumb|upright=0.7|Il cardinale [[Domenico Passionei|Passionei]]]]
Aperta nel [[1604]], l'Angelica è considerata nel contesto europeo assieme alla [[biblioteca Ambrosiana]] di Milano e alla [[Biblioteca Bodleiana]] di [[Oxford]] come uno dei primi e più chiari esempi di biblioteca "pubblica", ovvero di un'
La biblioteca Angelica venne fondata grazie al lascito del vescovo [[Marche|marchigiano]] [[Angelo Rocca]] (1546-1620), da cui prese il nome. Questi, agostiniano, affidò la propria ricca raccolta libraria ai frati del suo ordine presenti a Roma, dotandola di proprie rendite e prescrivendone l'apertura a tutti, senza limite di sorta. Il linea con questa visione del ruolo "divulgativo" della biblioteca, nel 1608 Rocca pubblicò un breve testo intitolato ''Bibliotheca Angelica'' il cui scopo era di fornire all'utente una prima introduzione al materiale contenuto nell'Angelica
Nel [[1873]], come previsto dalla legge, emanata sei anni prima, di [[eversione dell'asse ecclesiastico]], la biblioteca fu acquisita dal neonato Stato italiano. L'arricchimento del patrimonio librario continuò anche in questo periodo: nel [[1919]] vi fu incorporata un'importante collezione di opere edite da [[Giambattista Bodoni]], e alla fine del secolo vi pervenne la curiosa raccolta di 954 libretti d'[[opera lirica|opera]] [[XIX secolo|ottocenteschi]] appartenuta a [[Nicola Santangelo]], già ministro degli interni del [[Regno delle due Sicilie]] e appassionato [[melomane]].
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