Dinastia dei Severi: differenze tra le versioni

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Settimio Severo, il capostipite della dinastia, ovvero Lucio Settimio Severo, apparteneva ad un'importante famiglia [[Berberi|berbera]] di [[Leptis Magna]], nella [[Africa (provincia romana)|provincia romana d'Africa]] (più precisamente nell'odierna [[Libia]]), legatasi ad un'importante famiglia [[Siria (provincia romana)|sira]] grazie al suo matrimonio con Giulia Domna. Con questo imperatore può dirsi iniziare il cosiddetto periodo del [[Dominato (storia romana)|Dominato]], di stampo militare. Tale forma di governo si presentava in forma [[tiranno|dispotica]], nella quale l'imperatore, non più contrastato dai residui delle antiche istituzioni della [[Repubblica romana]], poteva disporre quale padrone assoluto dell'Impero, in qualità di ''dominus'', da cui la definizione di ''dominatus''.
 
Le origini provinciali influenzarono molto il suo modo di impostare il nuovo Stato romano a partire dalla riorganizzazione dell'[[esercito romano|esercito]] (con la creazione di tre nuove legioni quali la [[legio I Parthica|legio I]], [[legio II Parthica|II]] e [[legio III Parthica|III Parthica]]; l'aumento della paga del [[legione romana|legionario]]; la riforma del [[cursus honorum]] nelle alte gerarchie militari a vantaggio degli ''[[CavalieriOrdine (Equites)equestre|Equites]]''), alla [[guardia pretoriana]] ora formata con componenti [[province romane|provinciali]] (in particolare dall'[[Illiricum|Illirico]]), fino a concedere sempre ai provinciali il permesso di sposarsi durante il servizio militare, abitando con la propria famiglia fuori dal [[castrum]] [[legione romana|legionario]]. Non è infatti un caso che l'appoggio militare che l'[[Imperatore romano|imperatore]] ottenne dagli eserciti provinciali, ne abbiano accresciuto notevolmente il potere ed abbiano determinato il conseguente scioglimento delle pericolose [[guardia pretoriana|coorti pretorie]], sostituite con elementi non italici (soprattutto illirici).<ref>Roger Rémondon, ''La crisi dell’impero romano, da Marco Aurelio ad Anastasio'', Milano 1975, p.56.</ref>
 
Fu, infine, un abile condottiero, portando alla vittoria le sue truppe [[campagne partiche di Settimio Severo|contro le armate dei Parti]] tra il [[195]] ed il [[198]], e conducendo una fortunata serie di [[campagne in Britannia di Settimio Severo|campagne militari nel nord]] della [[Britannia (provincia romana)|Britannia]] (odierna [[Scozia]]) [[Campagne in Britannia di Settimio Severo|contro le truppe barbare]] dei [[Caledoni]] ([[208]]-[[211]]) poco prima di morire.
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[[Caracalla]] (ovvero Lucio Severo Bassiano, poi Marco Aurelio Severo Antonino) ed il fratello [[Geta]] (ovvero Lucio Severo Geta) erano figli di Settimio Severo. Il primo regnò dalla morte del padre, avvenuta nel [[211]] ad ''[[Eburacum]]'' lungo il fronte settentrionale della [[Britannia (provincia romana)|Britannia]], fino al [[217]] e condivise per un breve periodo con il fratello il regno, fino al [[211]], quando decise di commettere un fratricidio.
 
A Caracalla va il grande merito di aver reso ancor più monumentale la città di [[romaRoma (città antica)|Roma]], con le immense [[terme di Caracalla|terme a lui dedicate]], oltre ad aver rimosso tutte le distinzioni legali e politiche tra [[popoli italici|italici]] e [[province romane|provinciali]] con la celebre ''[[Constitutio Antoniniana]]'' del [[212]] che estese la [[cittadinanza romana]] a tutti gli abitanti liberi dell'[[impero romano]].L’editto aveva come scopo quello di incrementare le entrate delle casse dell’impero con l’imposizione di gravose tasse di successione ai neocittadini.
 
Avendo lo stesso accresciuto il suo potere oltre misura, in una forma di [[dominato (storia romana)|dispotismo]] assoluto, creò le premesse, come era successo in modo similare anche a Commodo venticinque anni prima, per il suo assassinio (217), a cui prese parte, quasi certamente, il [[prefetto del pretorio]], [[Macrino]], che non apparteneva all'[[Senato romano|ordine senatorio]] e che a lui successe per poco tempo (217-218), pur non appartenendo alla dinastia dei Severi.