Federico Caccia: differenze tra le versioni

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Il 14 aprile [[1693]] il Caccia venne trasferito alla sede archiepiscopale di [[Milano]] di cui aveva ottenuto la cattedra alla morte del suo predecessore, il cardinale Visconti. [[Papa Innocenzo XII]] lo elevò al rango di [[cardinale]] come da tradizione per quell'incarico nel [[concistoro]] del 12 dicembre [[1695]], ricevendo poi il titol cardinalizio di Santa Pudenziana (13 agosto [[1696]]). Per sostenere le sue ricche cariche, ottenne anche le prepositure commendatarie dei Santi Simone e Giuda e l'abbazia di S. Lorenzo al Pozzo, in territorio novarese.
 
I due anni del suo episcopato milanese furono costellati di pochi eventi: dopo aver inviato una lettera al popolo della diocesi, emanò delle disposizioni disciplinari sui conventi femminili e convocò un sinodo minore nel [[1697]]. Per la gloria della chiesa di Milano benedisse il "San Carlone", il colosso di [[Arona]], predisponendo nel Duomo di Milano la creazione di una statua d'argento dedicata a Sant'Ambrogio e la costruzione di una teca in argento per accogliere il corpo di [[Sant'Aquilino]] nella [[Basilica di San Lorenzo (Milano)|Basilica di San Lorenzo]]. Il 23 maggio [[1697]] iniziò una visita pastorale della sua arcidiocesi, ma riuscì a portare avanti ben poco di questa. Sempre nel [[1697]] il Caccia ottenne l'incarico di reggere la città di Milano durante l'assenza del governatore spagnolo, don [[Diego Dávila Mesía y Guzmán]], confermando così l'equilibrio raggiunto tra stato spagnolo e chiesa nel corso del Seicento.
 
Caratterialmente il Caccia era descritto come uomo tranquillo, aperto ma discreto, incline alla carità verso i poveri che lasciò poi eredi del suo patrimonio.