Giuramento di fedeltà al fascismo: differenze tra le versioni

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{{citazione|Egregio signore, due dei più autorevoli e stimati uomini di scienza italiani, angosciati si sono rivolti a me... al fine di impedire, se possibile, una spietata durezza che minaccia gli studiosi italiani... La mia preghiera è che lei voglia consigliare al signor Mussolini di risparmiare questa umiliazione al fior fiore dell'intelligenza italiana. Per quanto diverse possano essere le nostre convinzioni politiche... entrambi riconosciamo e ammiriamo nello sviluppo intellettuale europeo beni superiori. Questi si fondano sulla libertà di pensiero e di insegnamento e sul principio che alla ricerca della verità si debba dare la precedenza su qualsiasi altra aspirazione... la ricerca della verità scientifica, svincolata dagli interessi pratici quotidiani, dovrebbe essere sacra a tutti i governi; ed è nell'interesse supremo di tutti che i leali servitori della verità siano lasciati in pace. Ciò è anche senza dubbio nell'interesse dello stato italiano e del suo prestigio agli occhi del mondo.<ref name="Linguerri-Simili" />}}
 
Alla lettera di Einstein rispose un collaboratore di Rocco, Giuseppe Righetti, il quale ammise l'imposizione del giuramento di fedeltà ma rassicurò Einstein che esso non prevedeva alcuna adesione a questo o a quelquell' indirizzo politico, come dimostrava il fatto che su circa milleduecento professori ordinari solo sette o otto avevano sollevato obiezioni. Einstein annotò nel suo diario: «In Europa andiamo incontro a bei tempi.»<ref name="Linguerri-Simili" />
 
== Il ruolo di Giovanni Gentile ==