Confederazione germanica: differenze tra le versioni

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Dopo la sconfitta finale di Napoleone a [[Waterloo]] nel [[1815]], gli Stati tedeschi si unirono nella Confederazione germanica, un'organizzazione abbastanza debole, specialmente perché i due rivali, Prussia e Austria, temevano la dominazione da parte dell'altro.
 
Agli osservatori contemporanei, comunque, una sollevazione rivoluzionaria post-napoleonica apparirebbe improbabile. Anche se in seguito sarebbe emersa come stato tedesco dominante, base politica della Germania unita, e potenza che avrebbe tentato di ottenere il predominio globale verso la fine del [[XIX secolo]], la Prussia era apparentemente arretrata. Sotto la Prussia, la reazione risaliva alla caduta dei [[Ordine Teutonicoteutonico|Cavalieri Teutonici]]. Anche se le strutture agricole erano state organizzate in forma molto decentralizzata sotto l'[[Ordine Teutonico]], la nobiltà prussiana avrebbe in seguito espanso le sue proprietà a scapito dei contadini, nei territori un tempo appartenuti all'Ordine Teutonico, riducendoli a una tranquilla servitù. Sotto la Prussia, anche l'ascesa della borghesia urbana sarebbe stata notevolmente ostacolata. Gli [[Junker]] cercavano di ridurre le città alla dipendenza, cortocircuitandole con le loro esportazioni, lasciando poco potenziale rivoluzionario al lavoro - urbano e rurale - libero dagli obblighi feudali. In [[Inghilterra]] e in [[Francia]], che si dimostrarono più ricettive alla democrazia occidentale, dall'Illuminismo alla sconfitta tedesca nella [[seconda guerra mondiale]], il declino degli obblighi feudali era connesso allo sviluppo della borghesia urbana, per gli [[Casato di Hohenzollern|Hohenzollern]] invece, questo portò alla costituzione di uno Stato centralizzato, che spiega il debole sviluppo del governo parlamentare nella Prussia. Per l'epoca delle guerre napoleoniche, la Prussia era uno Stato arretrato, radicato nelle virtù della sua consolidata classe aristocratico-militare, stratificata da rigide linee gerarchiche.
 
Eccetto la Prussia, la Germania nel suo insieme (o più precisamente le molte Germanie), era caratterizzata da disunità politica, da conflitti di interessi tra nobili e mercanti, dal sistema delle gilde, che scoraggiava competizione e innovazione. Questi fattori ritardarono il progresso dell'industrialismo tedesco. Mentre questo ridusse la classe media, concedendo al vecchio ordine una misura di stabilità mai vista in Francia, la vulnerabilità prussiana all'esercito napoleonico provò a molti reazionari ricettivi del vecchio ordine che una Germania debole, divisa e arretrata poteva cadere facilmente preda dei suoi vicini uniti e industrializzati.
 
{{Storia della Germania}}
Dopo il [[1815]], le iniziali sconfitte prussiane contro la Francia napoleonica evidenziarono la necessità di riforme amministrative, economiche e sociali, per migliorare l'efficienza della burocrazia e incoraggiare una educazione pratica basata sul merito. Ispirate dall'organizzazione Napoleonica delle principalità italiane e tedesche, le riforme apparentemente liberali di [[Karl August von Hardenberg]] e del [[Heinrich Friedrich Karl, barone von e zum Stein|Conte Stein]] furono completamente conservatrici, promulgate per preservare i privilegi e le istituzioni aristocratiche durante un'epoca di riforma, reazione e rivoluzione aperta dalla Rivoluzione Francese con la costruzione di un competente esercito nazionale.
 
Le riforme gettarono le fondamenta per il futuro della potenza militare Prussiana, tramite la professionalizzazione dell'esercito, e decretando la coscrizione militare universale. Per industrializzare all'interno della struttura delle istituzioni aristocratiche prussiane, le riforme terriere cessarono il monopolio Junker sulla proprietà terriera, abolendo di conseguenza la servitù e molte altre pratiche feudali.