Giacinto Carini: differenze tra le versioni
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Quando nel 1849 venne restaurato il regime borbonico, trovò rifugio a [[Parigi]], città in cui visse fino al [[1859]] e in quella città pubblicò un periodico, il ''Courrier franco-italien''. Quell'anno si arruolò nei [[Cacciatori delle Alpi]] combattendo nella seconda guerra d'indipendenza.
Nel [[1860]], spinto dalla voglia di liberare la [[Sicilia]] dal dominio dei [[Borbone di Napoli|Borboni]], si aggregò insieme ai [[I Mille|Mille]] guidati da [[Giuseppe Garibaldi]]<ref name=bio/>: salpò con essi da [[Quarto dei Mille|Quarto]] e combatté valorosamente nelle battaglie di [[Battaglia di Calatafimi|Calatafimi]], dove col grado di capitano
Dopo l'[[unità d'Italia]], entrò il 18 aprile [[1862]] nell'[[Regio Esercito|esercito regolare italiano]], dove con il grado di [[generale di brigata]]
Fu eletto [[deputato]] al [[Parlamento del Regno d'Italia|Parlamento]] per cinque legislature (dall'ottava alla tredicesima) con la Destra storica, rappresentando il collegio elettorale di [[Bivona]]<ref>{{cita|Antonino Marrone, 1996|78}}</ref>, di Palermo, di Piacenza, di Sant'Arcangelo di Romagna e di Iesi dal [[1861]] al [[1880]]<ref>http://storia.camera.it/deputato/giacinto-carini-18230521/leg-regno-XIII#nav</ref>. Promosso nel 1871 [[luogotenente generale]], comandò dal 1871 al [[1877]] la divisione di [[Perugia]].
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