10ª Brigata proletaria d'assalto erzegovese: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Pil56-bot (discussione | contributi)
m smistamento lavoro sporco e fix vari
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: accenti
Riga 61:
Per i suoi meriti nel corso della guerra di liberazione, la brigata venne più volte elogiata dal quartier generale del Comando supremo partigiano e ricevette numerosi riconoscimenti, tra cui l'Ordine della Liberazione Nazionale e l'Ordine della Fratellanza e Unità; in occasione del quindicesimo anniversario della [[battaglia della Sutjeska]], il 3 luglio 1958, venne insignita dell'onorificenza dell'[[Ordine dell'Eroe popolare|Ordine dell'Eroe nazionale del popolo]]. L'11 luglio 1952 la 10ª Brigata erzegovese venne ufficialmente proclamata unità "proletaria".
 
La 10ª Brigata erzegovese entrò in combattimento fin dal mese di agosto 1942 partecipando ai combattimenti in corso a [[Kupres (Bosnia)|Kupres]], poi agli scontri a Tomislavgrad e [[Posušje]] e all'attacco contro [[Prozor]]; subito dopo combattècombatté anche a [[Travnik]] e nel settore [[Livno]]-[[Glamoč]]. Dopo essere entrata a far parte della 3ª Divisione d'assalto, la brigata combattècombatté nella valle dei fiumi [[Vrbas (fiume)|Vrbas]] e [[Bosna]], mentre a novembre contribuì alla liberazione di [[Jajce]] e ai successivi combattimenti difensivi per respingere i contrattacchi delle forze dell'Asse.
 
All'inizio del mese di gennaio 1943 la brigata erzegovese fu impegnata a controllare la strada Jajce-Travnik e il monte Vlašić; il 17 gennaio 1943 contribuì alla liberazione di [[Žepče]] e nei successivi dieci giorni effettuò attacchi lungo la via di comunicazione [[Bosanski Brod|Brod]]-[[Sarajevo]]. Da alcuni giorni tuttavia era in corso l'offensiva generale delle truppe tedesche, italiane e cetniche, la cosiddetta [[battaglia della Neretva|operazione Weiss]], che sarebbe culminata nella [[battaglia della Neretva]]. La 10ª Brigata erzegovese partecipò a tutte le fasi più drammatiche della sanguinosa battaglia; tra il 15 e il 17 febbraio 1943 combattècombatté nel settore di Prozor e il 17 febbraio sorprese alcuni reparti delle [[154ª Divisione fanteria "Murge"|divisioni "Murge"]] e [[32ª Divisione fanteria "Marche"|"Marche"]] che vennero distrutti; gli erzegovesi catturarono 250 soldati, quattro carri armati e otto autocarri<ref>G. Scotti, ''Montenegro amaro'', p. 56.</ref>. Con i mezzi motorizzati italiani catturati, la brigata ricevette l'ordine di costituire un reparto speciale meccanizzato. Il commissario politico Čedo Kapor ricorda nelle sue memorie i problemi che sorsero per trovare personale in grado di impiegare quei mezzi meccanici; essendo la maggior parte dei partigiani erzegovesi semplici contadini, si dovette ricorrere ad alcuni autieri e meccanici presenti del battaglione di Mostar ed anche ai prigionieri italiani<ref>G. Scotti, ''Montenegro amaro'', pp. 61-62.</ref>.
 
Nei giorni seguenti la situazione dei partigiani jugoslavi divenne più difficile a causa del fallimento degli attacchi a [[Konjic]] e dell'arrivo dei tedeschi sulla linea della Neretva; anche il secondo attacco a Konjic del 27 febbraio 1943, a cui partecipò la 10ª Brigata erzegovese, venne respinto dopo alcuni giorni di aspri combattimenti<ref>G. Scotti, ''Montenegro amaro'', p. 70.</ref>. Dopo una serie di drammatiche battaglie lungo la Neretva, nella prima settimana di marzo le divisioni del gruppo operativo partigiano riuscirono finalmente ad attraversare il fiume e sfuggirono all'inseguimento delle truppe dell'Asse. I partigiani jugoslavi quindi poterono avanzare in Erzegovina e Montenegro contro i cetnici che subirono una serie di pesanti sconfitte; la 10ª Brigata erzegovese prese parte ai combattimenti a [[Glavatičevo]] del 15 marzo 1943 che terminarono con l'accerchiamento di reparti cetnici, e alla riconquista di [[Nevesinje]] del 12 aprile; furono gli erzegovesi che giunsero di rinforzo e contrattaccarono permettendo di liberare la città e di battere nuovamente i cetnici<ref>G. Scotti, ''Montenegro amaro'', pp. 90 e 125.</ref>. In questa fase la brigata erzegovese svolse un ruolo decisivo per favorire la crescita del movimento di liberazione in Erzegovina e per ampliare il territorio libero sotto il controllo del quartier generale partigiano; dopo la vittoria a Nevesinije, l'unità ottenne nuovo successi liberando in aprile [[Ljubinje]] e [[Stolac (Gacko)|Stolac]] e in aprile-maggio raggiungendo e occupando [[Gacko]]. Nella prima metà del mese di maggio gli erzegovesi furono ancora in azione lungo le direttrici Mostar-Nevesinje e [[Bileća]]-Gacko.
Riga 71:
All'inizio della drammatica [[battaglia della Sutjeska]] la 10ª Brigata erzegovese si trovava, insieme alle altre brigate della 3ª Divisione d'assalto, nella valle Župa del [[Piva (fiume)|Piva]] fino alla regione di [[Nikšić]]; in particolare l'unità controllava le strade provenienti da [[Avtovac]]-[[Čemerno]]-[[Goransko]]<ref>G. Scotti, ''Montenegro amaro'', p. 173.</ref>. Gli erzegovesi trascorsero i primi giorni dell'offensiva tedesca impegnati in violenti combattimenti difensivi per trattenere le truppe [[Waffen-SS|SS]] della [[7. SS-Freiwilligen-Gebirgs-Division "Prinz Eugen"|divisione "Prinz Eugen"]] nella Valle Župa del Piva cercando di guadagnare tempo mentre le altre divisioni partigiane iniziavano la ritirata verso la Bosnia<ref>G. Scotti, ''Montenegro amaro'', p. 188.</ref>; la brigata difese la zona a ovest delle sorgenti del fiume Piva contro la crescente pressione tedesca fino al 27 maggio; quindi prese parte al contrattacco del 31 maggio che respinse momentaneamente il nemico e protesse il ponte di [[Mratinje]] sul Piva attraverso il quale passarono le forze partigiane del gruppo di Tito<ref>G. Scotti, ''Montenegro amaro'', p. 209.</ref>. La 10ª Brigata continuò a combattere accanitamente anche nei giorni seguenti; in particolare il 9 giugno 1943 i suoi partigiani difesero la vetta del monte [[Milinklade]] permettendo in questo modo la ritirata del nucleo principale del Comando supremo; Vlado Šegrt era presente al quartier generale di Tito al momento dell'attacco aereo tedesco e del ferimento del comandante supremo partigiano<ref>G. Scotti, ''Montenegro amaro'', pp. 230-231.</ref>. La brigata erzegovese riuscì alla fine a sfuggire dalla trappola tedesca e ripiegare in Bosnia orientale ma le perdite furono molto pesanti: circa 400 morti e dispersi su un totale di meno di 1000 effettivi.
 
Il Comandante supremo Tito fin dal 14 giugno decise di inviare i resti della brigata in Erzegovina per favorire la ripresa del movimento di liberazione e la costituzione di nuovi organi dirigenti dei nuclei partigiani. Dopo aver partecipato a combattimenti contro i cetnici nella Bosnia orientale, gli erzegovesi si trasferirono a sud e in agosto raggiunsero alcuni successi liberando temporaneamente Ljubinje, quindi parteciparono alla nuova irruzione in Montenegro dopo la [[operazione Achse|resa dell'Italia]]. Dopo essere entrata a far parte del [[II Korpus]], tra settembre e ottobre 1943 la 10ª Brigata prese parte alle operazioni a Kalinovik, Avtovac, Gacko, Ljubinje e Bileća. Durante l'inverno 1943-1944 la 10ª Brigata combattècombatté durante l'[[operazione Kugelblitz]], la grande offensiva generale sferrata dai tedeschi in Bosnia e Montenegro; in particolare gli erzegovesi si batterono duramente contro gli agguerriti reparti della 7ª Divisione SS "Prinz Eugen". Fino alla fine della primavera 1944 la brigata fu impegnata nel tentativo di raggiungere la baia di [[Cattaro]] e in continui scontri nella parte orientale e meridionale dell'Erzegovina: in estate invece la formazione partigiana combattècombatté soprattutto intorno a Bileća e riuscì a fermare l'avanzata tedesca in Erzegovina e Montenegro.
 
Dal mese di ottobre 1944 fino all'inizio di marzo il 1945, la 10ª Brigata erzegovese fu di nuovo in combattimento per la liberazione finale dell'Erzegovina e partecipò, insieme alle altre formazioni del II Korpus, alle operazioni nella baia di Cattaro e in [[Dalmazia]] meridionale; in ottobre i partigiani furono in azione a Bileća e a [[Dubrovnik]]. All'inizio 1945 cominciarono i combattimenti finali in Erzegovina ancora accanitamente difesa dai tedeschi; la brigata erzegovese combattècombatté a Siroki Brijeg e Nevesinje; a febbraio ebbe inizio la decisiva [[operazione Mostar]] e la brigata contribuì alla liberazione di Nevesinje, Jablanica, [[Ostrošac]] e Konjic. Gli erzegovesi si distinsero particolarmente nella battaglia per Mostar e sconfissero duramente i reparti cetnici collaborazionisti con i tedeschi. Nelle ultime settimane della guerra la 10ª Brigata erzegovese combattècombatté ancora a [[Ivan Sedlo]] e quindi partecipò alla vittoriosa [[operazione Sarajevo]]; infine prese parte all'avanzata vittoriosa finale da [[Sarajevo]] a Postumia, alle [[corsa per Trieste|operazioni per raggiungere al più presto Trieste]] e alla liberazione di [[Lubiana]] dove terminò il suo lungo impegno bellico.
 
== Eroi nazionali della 10ª Brigata proletaria d'assalto erzegovese ==