Takfirismo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Atarubot (discussione | contributi)
template citazione; rinomina/fix nomi parametri; converto template cite xxx -> cita xxx; rimuovo link da parametro formato; fix formato data
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: sintassi dei link e modifiche minori
Riga 4:
Essa si basa sulla pretesa di un [[musulmano]] [[sunnita]] di bollare come ''takfīrī'' ({{arabo|تكفيري}}), vale a dire "colpevole di empietà massima" e "[[apostasia]]" (''ridda''), qualsiasi fedele musulmano (sunnita o sciita, o aderente ad altri credo religiosi di origine [[Abramo|abramitica]]).<ref>https://fas.org/irp/crs/RS21745.pdf</ref> L'accusa è chiamata ''[[takfir|takfīr]]'' e deriva dalla parola [[Lingua araba|araba]] ''[[kafir|kāfir]]'' (miscredente), ed è qualificata come "miscredenza assoluta, infedeltà o impurità massima" da parte di un eventuale autorevole consesso di [[ulema|dotti]] [[musulmani]], tale da non poter più accettare come vero "credente" (''muʾmin'') "musulmano" (''muslim'') il colpevole, in quanto macchiatosi di un [[peccato]] condannato severamente dal [[Corano]].<ref name=KepelJihad>Kepel, Gilles; ''Jihad: the Trail of Political Islam'', Londra, I.B. Tauris, 2002, p. 31</ref>
 
L'atto di accusa a un musulmano di essere ''takfīrī'' ha un fortissimo sapore [[setta]]rio e si è messo in mostra già durante il periodo immediatamente successivo al [[colpo di Stato]] militare in [[Algeria]] del [[1991]], al quale il [[Gruppo Islamico Armato]] (GIA) reagì tra l'altro colpendo numerose comunità agrarie del Paese, di cui trucidò gli abitanti, "colpevoli" di non essersi ribellati al regime militare ''takfīrī'', diventando a loro dire apostati essi stessi. Analoghi comportamenti hanno avuto modo esprimersi in maniera cruenta nel corso della resistenza armata irachena seguita all'[[invasione dell'Iraq]] da parte della Coalizione a guida [[USA|statunitense]] e nel corso della [[guerra civile siriana]] esplosa nel 2011.<ref>{{Cita web|url=http://www.foreignpolicy.com/2014/01/29/the-vocabulary-of-sectarianism/ |cognome1=Zelin|nome1=Aaron Y.|cognome2=Smyth|nome2=Phillip|titolo= The vocabulary of sectarianism |editore= Foreign Policy | accesso= 17 settembre 2014|citazione=Another popular term used by Shiite jihadis for their Sunni enemies has been "takfiri"}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.crisisgroup.org/~/media/Files/Middle%20East%20North%20Africa/Iraq%20Syria%20Lebanon/Lebanon/153-lebanon-s-hizbollah-turns-eastward-to-syria.pdf|titolo=Lebanon's Hizbollah Turns Eastward to Syria|editore=International Crisis Group |formato=PDF| accesso= 15 settembre 2014|citazione=By framing its fight as a preemptive attack on ''takfiris'' – those who declare other Muslims to be apostates – Hizbollah has tarred all shades of the opposition, and indeed sometimes all Sunnis, with the same radicalising brush. It has exaggerated, and thereby exacerbated, the sectarianism of the Syrian opposition as well as its own domestic opponents}}</ref><ref>{{Cita web|url= http://blogs.channel4.com/miller-on-foreign-affairs/meeting-hezbollah-fighting-dying-confused/687 |cognome=Miller|nome=Johnathan|titolo= Inside Hezbollah: fighting and dying for a confused cause |editore= Channel Four News| accesso= 18 settembre 2014|citazione=those they provocatively and [pejoratively] brand “the Takfiris”}}</ref>
 
In linea di principio il solo gruppo legittimato a dichiarare un appartenente a una fede abramitica come colpevole di ''kufr'' (miscredenza), è un ''[[ulema|dotto]]'' di solida fama e autorevolezza.<ref name=KepelJihad/> Tuttavia, un numero crescente di gruppi [[Wahhabismo|wahhabiti]]/[[Salafismo|salafiti]] [[Gihadismo|gihadisti]], classificati da vari studiosi come ''salafiti-takfiristi'',<ref>Oliveti, Vincenzo; ''Terror's Source: the Ideology of Wahhabi-Salafism and its Consequences,'' Birmingham, Amadeus Books, 2002</ref> è considerato come ormai del tutto estraneo al modo [[Ortodossia|ortodosso]] di pronunciare un giudizio di "miscredenza grave" (''[[takfir|takfīr]]'') in accordo alla plurisecolare tradizione rispettosa dalla ''[[Shari'a|Sharīʿa]]''.
 
== Classificazione ==
Riga 15:
I ''Takfīrī'' credono in un [[Islam]] che pretendono sia in stretto accordo con la loro peculiare interpretazione delle attività e delle decisioni di [[Maometto]] e dei suoi [[Compagni]], e non accettano alcun allontanamento da quella che essi considerano la "pura fede islamica". Respingono quindi qualsiasi riforma o trasformazione della loro lettura della religione islamica, così come essi pensano sia stata rivelata al tempo del [[profeta]] [[Maometto]]. Quanti alterano il complesso istituzionale dell'Islam come essi lo vedono, adottando un qualsiasi diverso stile di vita, o chi operi, segua o ubbidisca a qualsiasi cosa in contrasto con la loro visione dell'Islam, diventa un ''takfīrī'' apostata, tale quindi da farlo decadere dalla qualità di credente musulmano, rendendo di conseguenza lecita la sua violenta eliminazione fisica.
 
Secondo una fonte (Trevor Stanley), il precedente "della dichiarazione di ''takfīr'' ai danni di un capo" deriva dallo studioso neo-[[Hanbalismo|hanbalita]] del Medioevo islamico, Taqī al-Dīn [[Ibn Taymiyya]], che emise una famosa ''[[fatwa|fatwā]]'' che dichiarava il ''[[jihad|jihād]]'' contro i [[Mongoli]] che avevano invaso i possedimenti [[Mamelucchi|mamelucchi]]. Ciò, non perché essi avevano invaso quei domini, ma perché erano miscredenti, per cui la pena prevista dal [[Diritto islamico]] era quella capitale.<ref>Malgrado nel [[Corano]] [[Allah]] riservi a sé solo il diritto d'imporre un castigo tremendo al colpevole, non delegandolo in alcun modo agli uomini.</ref><br>
In realtà i Mongoli non s'erano ancora convertiti all'Islam e praticavano i loro ancestrali culti [[Sciamanesimo|sciamanici]] (considerati miscredenza dall'Islam) ma anche quelli [[Cristianesimo|cristiani]] [[Nestorianesimo|nestoriani]]), facendo dunque teoricamente ricadere questi ultimi nel "patto di protezione" (''[[dhimma]]'') garantito ai "Popoli del Libro" (''[[Ahl al-Kitab]]''), costituiti da [[ebrei]], [[cristiani]], [[zoroastriani]] e [[Sabei (Harran)|sabei]].<br>
Ibn Taymiyya argomentava la sua ''fatwā'' affermando che, dal momento che i Mongoli seguivano la loro fede avita ([[Yassa]]) anziché quella della ''[[Shari'a|Sharīʿa]]'', essi potevano essere considerati colpevoli di ''kufr''.<ref name=PWHCE>{{Cita web|cognome=Stanley|nome=Trevor|titolo=Kufr – Kaffir – Takfir – Takfiri|url=http://www.pwhce.org/takfiri.html|editore=Perspectives on World History and Current Events|accesso=30 dicembre 2013}}</ref><br>
Riga 21:
Nel suo libro assai influente ''Maʿālim fī l-Tarīq'' (Pietre miliari lungo la Strada), [[Sayyid Qutb]] ha sostenuto che non solo i musulmani possono non essere considerati credenti autentici ma che l'incapacità della Comunità islamica (''[[Umma]]'') nell'ubbidire alla ''Sharīʿa'', significa che: "la Comunità islamica ha fallito per alcuni secoli", non essendo riuscita a evitare di cadere in uno stato d'"Ignoranza" (''[[Jahiliyya]]'').<ref>Sayyid Qutb, ''Milestones'', p. 11</ref><ref>{{Cita web|url=http://gemsofislamism.tripod.com/milestones.html|titolo=Sayyid Qutb's Milestones|sito=tripod.com}}</ref>
 
I ''takfīrī'' respingono anche il dovere tipico dell'Islam tradizionale di ubbidire ai capi legittimi in ogni cosa che non contraddica la ''Sharīʿa'', tanto da far considerare a tutti i più autorevoli pensatori musulmani che la sedizione è un grande pericolo per la nazione. Invece, i ''takfīrī'' considerano illegittima e apostata ogni autorità politica che non rientri nella loro interpretazione di cosa sia il giusto Islam. Questa visione riflette strettamente le idee di [[Qutbismo|Quṭb]] sulla [[jahiliyya|jāhiliyya]].<ref>Esposito, John L.; ''Unholy War: Terror in the Name of Islam'', Oxford University Press, 2002, pp. 59-60.</ref> Pertanto ogni violenza contro qualsiasi regime considerato iniquo è del tutto legittima.
 
Nei suoi libri [http://al-aqeedah.com/images/books/asludeen.pdf ''Risāla aṣl dīn al-Islām wa qāʿidatuhu'' (Epistola sul fondamento e le basi della religione dell'Islam] e il ''Kashf al-shubuhāt'' (''Chiarificazione dei dubbi''), Muḥammad ibn ʿAbd al-Wahhāb ewsprime un esplicito ''takfīr'' di quanti invochino e implorino l'aiuto di persone defunte (fossero anche il Profeta o la sua famiglia) nell'attesa che esse, in altri termini, intercedano per loro davanti ad Allah, cercando l'intermediazione del Profeta e della sua famiaglia.<ref>{{Cita web|url=http://www.islamicweb.com/beliefs/creed/Clarification_Doubts.htm|titolo=IslamicWeb|sito=islamicweb.com}}</ref>