Giovanni Meli: differenze tra le versioni
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Giovanni Meli raggiunse notorietà in tutt'[[Italia]] aderendo ai modi e allo stile dell'[[Accademia dell'Arcadia|Arcadia]] con una dimensione tutta sua e con l'uso della [[lingua siciliana]]. Venne educato presso le scuole dei padri [[Compagnia di Gesù|Gesuiti]] e si appassionò giovanissimo agli studi [[Letteratura|letterari]] e [[Filosofia|filosofici]] soprattutto della corrente [[Illuminismo|illuministica]], che – nata in [[Francia]] – allora imperava in [[Europa]]. Il Meli non mancò di coltivare anche da autodidatta i classici italiani e latini e fra i contemporanei gli Enciclopedisti francesi da [[Montesquieu]] a [[Voltaire]], trovando ispirazione per un poemetto giovanile rimasto incompiuto, ''Il Trionfo della ragione''.
Il suo esordio poetico, che avvenne a soli quindici anni con versi d'occasione, lo fece talmente apprezzare nella ristretta ed esigente cerchia dei letterati palermitani da farlo nominare socio dell'
La celebrità arriva nel [[1762]] col poemetto ''La Fata galante'', in cui il Meli immagina d'incontrare una [[fata]], figura [[Allegoria|allegorica]] della [[immaginazione|fantasia]], che gli propone sotto forma di [[Fiaba|fiabe]] [[Mitologia|mitologiche]], tematiche filosofico-[[società (sociologia)|sociali]], in cui egli trasferisce in forma poetica la sua filosofia, non certo omogenea ed ordinata secondo un organico disegno e modellata sui cosiddetti [[Romanzo|romanzi]] filosofici [[Francia|francesi]] o sui più antichi modelli allegorici della [[letteratura]] [[Europa|europea]].
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