Ardea: differenze tra le versioni

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Nel [[1130]] l'[[antipapa Anacleto II]] confermò la città ai monaci [[Ordine benedettino|benedettini]] della [[Basilica di San Paolo fuori le mura]]. Successivamente il controllo [[Feudalesimo|feudale]] della città fu oggetto di aspre contese tra le famiglie nobiliari romane come i [[Savelli (famiglia)|Savelli]] e gli [[Annibaldi]] che dopo il 1423 furono condannati a cedere ai Colonna, grazie all'appoggio di [[papa Martino V]] parte del territorio di Ardea con i ''castra diruta'' di [[Buon Riposo|''Verposa'']], [[Fossignano|''Fusignano'']] e San Lorenzo. [[Papa Martino V]] diede la città ai propri familiari, la potente famiglia dei [[Colonna (famiglia)|Colonna]] che dominava sul Lazio meridionale. <br />
Nel 1461 i Colonna del ramo di [[Riofreddo]] succeduti al ramo di Genazzano, mantenevano solo la giurisdizione feudale, avendo dovuto già cedere la quasi totalità delle tenute ai loro creditori Cesarini, Caffarelli e Rustici. Andrea Caffarelli sposato con Ludovica Colonna, acquisì dallo zio di questa, Giacomo ultimo erede di quel ramo, il diritto di acquistare per 10.000 scudi la metà del castello di Ardea con l'obbligo perpetuo della retrovendita ai Colonna<ref>Roberto Vergara Caffarelli, ''La grande lite'' (1673-1700); 2012.</ref>. <br />
Il feudo passò successivamente ad altre famiglie papali: dai [[Borgia]] tornò ai Colonna, finché nel [[1564]] da [[Marcantonio Colonna]] la giurisdizione feudale sul castello venne venduta a [[Giuliano Cesarini (1491-1566)|Giuliano Cesarini]] la cui famiglia, che ne ottenne il titolo di marchese, aveva potuto acquistare già nel 1454 con Gabriele, sposato con Giulia Colonna sorella maggiore della citata Ludovica, la metà del castello di Ardea con il tenimento di Santa Procula e tutta la fascia costiera fino ai confine con [[Pratica di Mare|Pratica]]<ref>Orsola Amore, ''Tipologie ambientali e gestione delle risorse nel Lazio''. La [[Marittima e Campagna|Marittima]] nel lunghissimo periodo; in Storia economica e ambiente italiano (ca.1400-1850), Ed. Franco Angeli 2012, pp.235-248</ref>. <br />
Alcune tenute comprese nel tenimento di Ardea rimanevano comunque ancora di proprietà dei [[Caffarelli (famiglia)|Caffarelli]] ancora eredi della metà di Ardea oltre che di Riofreddo che cedettero ai Del Drago, e che a metà secolo XVI erano i territori di [[Casalazzara]], Campo del Fico, Tufella, Valle Lata e [[Carroceto]] che vennero poi censite nel catasto dell'[[Agro Romano]]<ref>Memorie, leggi e osservazioni sulle campagne e sull'annona di Roma, opera di Nicola Maria Nicolaj. (Parte I: Del catasto annonario, delle tenute della campagna romana sotto Pio VI con note storico-antiquarie), Roma 1803.</ref>. <br />
In questo periodo la città visse essenzialmente come borgo agricolo, seguendo le sorti delle famiglie che di volta in volta la governavano.