Rione San Martino-Borgo San Rocco: differenze tra le versioni

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In periodo medievale, [[Asti]] era suddivisa in cantoni, o rioni, sotto la giurisdizione delle dieci porte che si aprivano nel recinto della “Civitas”.
 
Il primo nucleo rionale, che sorse in periodo medievale, si sviluppò intorno alla porta di San Martino che sorgeva a fianco della attuale [[Chiesa di San Rocco (Asti)|chiesa di San Rocco]].<br />
Gli abitanti del rione erano responsabili della difesa, dei servizi collettivi e delle attività pubbliche inerenti alla Porta.
 
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Nel [[XVI secolo]], a causa del lento ma inarrestabile declino demografico della città, le vicinie vennero riformate nelle dimensioni e nel numero; a metà del Cinquecento la città fu suddivisa in ''Ventine'', a fronte di una popolazione di non più di ventimila abitanti
 
 
== La porta di San Rocco ==
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Verso il primo quarto del Cinquecento, durante l’occupazione spagnola, il presidio militare decise, nell’ambito del rifacimento delle fortificazioni cittadine, di aprire una nuova porta che mise in comunicazione il Borgo di San Martino con l’esterno.
 
Questa, in un primo tempo denominata Porta Nuova, nella prima metà del [[1600|seicento]], prese il nome di porta di San Rocco, a cui facevano capo la Ventina di S. Anna e quella di San Rocco, con annessa la nuova chiesa costruita nel [[1606]] in memoria della peste scoppiata sei anni prima in quella zona.
 
Verso il [[1650]], nella zona sud del borgo, sulla piazza d’armi, fu costruito l’oratorio della confraternita di San Rocco.<br /> Nel [[1719]], in seguito all'abbattimento della chiesa e dell'oratorio, fu costruita l’attuale [[Chiesa di San Rocco (Asti)|chiesa di San Rocco]], più a monte della precedente ed a ridosso della porta di San Martino.<br />Il borgo prese definitivamente il nome di borgo di San Rocco.
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Nel borgo di San Rocco, nella zona ovest prospiciente la porta di San Marco, si formarono tre antichi conventi.<br />
Il primo era quello dei carmelitani calzati, edificato nel [[1414]].<br /> Tra il [[1700]] e [[1800]] subì notevoli trasformazioni, fino alla soppressione ed alla riutilizzazione come quartiere militare detto del “Carmine” ([[1839]]), poi trasformato in caserma Emanuele Filiberto; infine nel [[1969]] divenne sede dell’istituto magistrale.
 
Il secondo convento, a est del primo, apparteneva ai teresiani carmelitani scalzi, edificato nel [[1670]], sotto il titolo di San Giuseppe.<br /> Nel [[1817]], il complesso architettonico venne trasformato in caserma San Giuseppe, con annessa Casa reale per veterani e mutilati.<br /> Dal [[1930]] fino al [[1970]], la caserma accolse i [[vigili del fuoco]] di Asti ed una parte venne adibita ad edificio scolastico.<br />
La chiesa di San Giuseppe esiste ancora, a fronte di un magnifico recupero restaurativo è oggi prestigiosa sede di mostre.
 
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[[File:Saint Roch.JPG|thumbnail|''San Rocco in una miniatura medioevale'']]
 
Nel [[1850]] veniva costruito l’edificio di collegamento tra gli impianti del convento di S.Anna e di Santo Spirito, forse su progetto dell’architetto Michele Valessina, che già nel [[1835]] era stato incaricato, fra l’altro, di studiare una sistemazione unitaria del complesso delle due caserme, ormai stabilmente insediate.<br />
Questo grande complesso militare venne soprannominato dagli astigiani “Casermone”. Espletò questa funzione fino alla seconda guerra mondiale.<br />
Negli anni ’50, già fatiscente, divenne l’abitazione delle prime famiglie di immigranti del sud e del triveneto.<br />
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Il lavoro era retribuito in base al numero di cassette lavorate. Il misero ricavato era una necessaria integrazione allo stipendio del capofamiglia.<br />
 
Con lo sviluppo urbanistico della città alla fine degli anni settanta, l’edificio fu completamente abbandonato. Nel [[1995]] la parte di edifici monastici del complesso fu assegnata all’ Amministrazioneall’Amministrazione Archivistica per essere destinata a sede dell’ Archiviodell’Archivio di Stato di Asti.<br /> Questa parte dell’edificio fu completata nel [[2001]]. La completa ristrutturazione del Casermone terminò nel [[2005]] diventando la sede del nuovo tribunale della città di Asti.
 
== Le Confraternite ==
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La spada alludeva a San Martino, che com’è noto divise con questa il mantello per farne dono al povero.<br />
 
L’ insegnaL’insegna del rione, che comparve alla fine degli anni [[1960|Sessanta]] in sostituzione degli emblemi disegnati da [[Ottavio Baussano]] durante il ventennio fascista, fu uno scudo verde con la sbarra d’argento attraversante.<br />
All’inizio degli anni [[1990|Novanta]], venne aggiunto al centro dello stemma un'[[Aquila araldica|aquila]] nera nell’atto di ghermire la preda, simbolo poi abbandonato nei primi anni del [[XXI secolo]] per tornare all'antico scudo verde con sbarra d'argento, poi impreziosito nelle due partiture dalle ruote d'argento dei Roero (la più caratteristica delle famiglie nobili vissute nel Rione di San Martino) e dalla conchiglia (simbolo del pellegrino, a richiamare l'altro Santo Patrono: San Rocco).
[[File:San martino vetrata.jpg|thumbnail|''San Martino, vetrata della [[Chiesa di San Martino (Asti)|chiesa di San Martino ad Asti]]]]