Oggetto stellare giovane: differenze tra le versioni

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La classificazione degli oggetti stellari giovani è basata inoltre su indagini spettroscopiche alle lunghezze d'onda dell'infrarosso, banda nella quale questi oggetti emettono una grande quantità di radiazione. Infatti, sebbene la localizzazione, la dimensione e la luminosità forniscano informazioni essenziali sull'entità delle sorgenti infrarosse, per comprendere le caratteristiche di tali sorgenti è necessario ricorrere alla ''distribuzione spettrale dell'energia'' (SED, [[acronimo]] dell'[[lingua inglese|inglese]] ''spectral energy distribution''),<ref name="SED">{{cita web| url=http://th.nao.ac.jp/~tomisaka/Lecture_Notes/StarFormation/3/node7.html| titolo=Spectral Energy Distribution (SED)|accesso=25 novembre 2009}}</ref> ovvero la variazione dell'intensità della radiazione in funzione della lunghezza d'onda λ; nel caso dei processi di formazione stellare, gli astronomi studiano principalmente la porzione della SED nelle bande del vicino e medio infrarosso.<ref name="astrophnotes">{{cita web| url=http://www.cosmored.it/astrofisica/appunti_molecolari.html |titolo=Nubi molecolari e sorgenti infrarosse|accesso=18 giugno 2010}}</ref>
 
Le stelle T Tauri e le protostelle possiedono delle SED caratteristiche. In base al contributo della radiazione emessa dalle polveri e dalla [[corpo nero|radiazione di corpo nero]] emessa dalla stella stessa, nel [[1984]] C.J. Lada e B.A. Wilking <ref>{{cita pubblicazione| autore= C. J. Lada, B. A. Wilking |anno= 1984| titolo= The nature of the embedded population in the Rho Ophiuchi dark cloud - Mid-infrared observations| rivista= Astrophysical Journal| volume= 287| pagine= 610-621|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1984ApJ...287..610L |accesso=21 giugno 2010}}</ref> suddivisero le T Tauri in tre classi (I, II, III) in relazione ai valori degli intervalli dell'[[indice spettrale]] <math>{\alpha}</math>:
 
::<math>\alpha=\frac{d\log(\nu F_\nu)}{d\log(\nu)}</math>
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dove <math>{\nu}</math> è la [[frequenza]] ed <math>F_\nu</math> la [[densità]] del [[flusso luminoso]]. <math>{\alpha}</math> è calcolato nell'intervallo di [[Lunghezza d'onda|lunghezze d'onda]] (<math>{\lambda}</math>) compreso tra 2,2 e 20 [[Micrometro|<math>{\mu}m</math>]] (nel vicino e medio [[Radiazione infrarossa|infrarosso]]).
 
Le sorgenti di classe I hanno spettri la cui intensità aumenta molto rapidamente al crescere della lunghezza d'onda λ e irradiano maggiormente a λ>20 μmµm; le sorgenti di classe II hanno uno spettro molto più piatto, con contributi quasi uguali nel vicino e nel lontano infrarosso; infine, le sorgenti di classe III possiedono uno spettro che irradia maggiormente per λ<2 μmµm e si affievolisce nettamente per λ>5 μmµm.<ref name="astrophnotes"/><br/>
Questa classificazione è stata estesa nel [[1993]] anche alle protostelle, cui è stata assegnata la classe 0, caratterizzata da un'intensa emissione alle lunghezze della [[radiazione submillimetrica]], che però diviene molto debole a λ<10μm10 µm.<ref name="Andre">{{cita pubblicazione| autore=P. André, D. Ward-Thompson, M. Barsony | anno= 1993| titolo= Submillimeter continuum observations of Rho Ophiuchi A - The candidate protostar VLA 1623 and prestellar clumps| rivista= The Astrophysical Journal| volume=406| pagine=122-141|url= http://adsabs.harvard.edu/abs/1993ApJ...406..122A |accesso=21 giugno 2010}}</ref>
 
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