Bartolomeo Merelli: differenze tra le versioni

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Malgrado l'amicizia di Donizetti con Merelli, il compositore si lamentò sovente delle iniziative che l'impresario prendeva sulle sue opere.<ref name=JB206>Budden, p. 206.</ref> Egli si risentì in particolar modo nel settembre del [[1839]] quando scoprì che Merelli, senza consultarlo, stava montando una produzione del ''[[Gianni di Parigi]]'' che, pur essendo stato composto tra il [[1828]] ed il [[1832]], non era mai apparso sul palcoscenico. Il 6 settembre Donizetti manifestò una viva protesta, ma era ormai troppo tardi e la ''première'' dell'opera partì e rimase senza input da parte del compositore.<ref>Commons 2011, pp. 50–51.</ref> Successivamente, Donizetti ebbe nuovamente modo di questionare con Merelli dopo alcune produzioni insoddisfacenti delle sue opere al Kärntnertor Theatre.<ref name=Rosselli />
 
Nel frattempo, nella primavera del [[1839]], Merelli aveva chiamato [[Giuseppe Verdi]], che si trovava in un periodo cupo e improduttivo della sua vita, per rappresentare l'''[[Oberto, Conte di San Bonifacio|Oberto]]'', e dopo aver ottenuto un successo della musica da parte dei principali cantanti della Scala come [[Giuseppina Strepponi]] e [[Giorgio Ronconi (baritono)|Giorgio Ronconi]] che accettarono di prendere parte alla rappresentazione, egli offrì il palcoscenico della Scala per la stagione successiva. Verdi accettò questa occasione incredibile, l'opera ebbe un discreto successo e [[Giovanni Ricordi]] si accaparrò i diritti di pubblicazione dello spartito. Merelli stesso diede una mano a Verdi nella composizione suggerendogli di comporre una scena e un quartetto per l'atto II, scena 2.<ref>Budden 1973, pp. 47 and 60.</ref>
 
Merelli propose quindi a Verdi un contratto per tre nuove opere e Verdi lo accettò. La prima, ''[[Un giorno di regno]]'', fu "un inqualificabile disastro",<ref>Budden 1973, p. 71.</ref> ma la seconda, ''[[Nabucco]]'', originariamente offerta dal Merelli a [[Carl Otto Nicolai]] e da questi rifiutata, fu un trionfo, per poi dare alle scene ''[[I Lombardi alla prima crociata]]'' nel [[1843]]. ''[[Giovanna d'Arco]]'' (1845) fu l'ultima delle opere di Verdi ad essere montata dal Merelli, e fu comunque un grande successo, sebbene vi furono problemi con le inadeguate scenografie, coi costumi e con l'orchestra che era troppo ridotta. La rottura con Merelli avvenne quando Verdi lo vide contrattare con Ricordi per vedersi riconosciuti alcuni diritti sulle opere di Verdi e pertanto il compositore bussetano giurò che non avrebbe più collaborato né con Merelli né col suo staff e che non avrebbe mai più messo piede alla Scala.<ref name=JB206 />