Al-Nabigha al-Dhubyani: differenze tra le versioni
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La sua tribù, i [[Banu Dhubyan]], risiedeva nelle relative vicinanze di [[La Mecca|Mecca]], ma Nābigha stesso passò la maggior parte del suo tempo nelle corti di [[al-Hira|al-Hīra]] e dei [[Ghassanidi]]. Fu anche alla corte [[Lakhmidi|lakhmide]] di al-Hīra sotto [[al-Mundhir III ibn Imru' al-Qays|al-Mundhir III]] e sotto [[Al-Nu'man ibn al-Mundhir ibn Ma' al-Sama'|al-Nuʿmān III]] ma fu costretto a rifugiarsi nella corte ghassanide di [[al-Jabiya|al-Jābiya]], a causa di alcuni versi oltraggiosi che aveva scritto sulla regina, pur tornandovi nuovamente nel 600. Quando al-Nuʿmān III morì, circa cinque anni dopo, tornò presso la sua tribù.<br />
La data della sua morte è incerta, anche se sembra probabile che non abbia conosciuto alcunché dell'[[Islam]]. Le sue poesie consistono per la maggior parte di [[elegia|elegie]] e satire e riguardano la lotta di al-Ḥīra e dei [[Ghassanidi]], dei [[Banu 'Abs]] e dei [[Banu Dhubyan|Banū Dhubyān]].
Le sue poesie sono state pubblicate da [[Wilhelm Ahlwardt]] in ''Diwans of the six ancient Arabic Poets'' (Londra, 1870), e separatamente da [[Hartwig Derenbourg]] (Parigi, 1869, nuova edizione rispetto a quella proposta nel 1868 dalla rivista orientalistica ''Journal Asiatique'').
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