Papa Eugenio IV: differenze tra le versioni

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== Formazione e carriera ecclesiastica ==
=== Formazione ===
Nacque a Venezia dai [[Condulmer]], una famiglia popolare ma assai influente grazie alle ricchezze accumulate con i commerci. Questa posizione aveva permesso al padre Angelo di sposare la madre Bariola di Niccolò [[Correr]], sorella di quell'Angelo che nel [[1406]] diverrà [[papa]] con il nome di [[Gregorio XII]]<ref name="treccani">{{DBI
|nome = Papa Eugenio IV
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=== Governo della Chiesa ===
==== Il pontefice e il Concilio di Basilea ====
{{vedi anche|Concilio di Basilea}}
Il 23 luglio [[1431]]<ref name=":3" /> i legati pontifici (capeggiati dal cardinale [[Giuliano Cesarini (1398-1444)|Giuliano Cesarini]]) aprirono il [[Concilio di Basilea]], che era stato convocato dal predecessore Martino V. Gli argomenti principali in discussione furono due: gli [[hussiti]] (la loro teologia era conforme alla teologia cattolica?)<ref name=":4">{{Cita libro|autore = Claudio Rendina|titolo = I Papi|anno = 2005|editore = Newton&Compton Editore|città = Ariccia|p = 568}}</ref> e la riunificazione della Chiesa cattolica con la Chiesa ortodossa. Erano passati tredici anni dall'ultimo concilio ecumenico, quello di Costanza (1414-1418). In esso era stato ricomposto lo [[Scisma d'occidente]], tuttavia una questione era rimasta ancora aperta, se cioè le decisioni del Concilio prevalessero sul Papa ([[conciliarismo]]). Eugenio IV, giudicando la propensione verso il conciliarismo in contraddizione con la tradizione della Chiesa, trasferì il concilio dalla Svizzera all'Italia. Con una [[bolla pontificia|bolla]] emanata il 18 dicembre [[1431]]<ref name=":3" />, sciolse l'assemblea e indisse un nuovo concilio, da tenersi diciotto mesi dopo a [[Bologna]] (città dello [[Stato Pontificio]]). I padri conciliari, però, si opposero alla decisione di Eugenio. Sostenendo poi le posizioni già espresse a Costanza nel documento ''Haec Sancta'', affermarono che il pontefice si dovesse uniformare alla volontà conciliare. Essi quindi decisero di citare il pontefice davanti al Concilio<ref>{{Cita libro|autore = J. Wohlmuth|titolo = , I concili di Costanza (1414-1418) e Basilea (1431-1449)|anno = 1990|editore = Queriniana|città = Brescia|collana = Storia dei concili ecumenici|curatore = G. Alberigo|pp = 222-239.}}</ref><ref>{{Cita web|autore = AA.VV|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/scisma_%28Enciclopedia-Italiana%29/|titolo = Scisma in Enciclopedia Treccani|accesso = |data = |citazione = Nel concilio di Basilea si andò anche più oltre: per quanto il confronto con le forme costituzionali degli stati moderni possa valere, si passò dalla monarchia costituzionale di Costanza a una forma di vera e propria democrazia parlamentaristica}}</ref> il cui potere proveniva direttamente da Cristo<ref name=":4" />. Una soluzione di compromesso fu trovata dal neo [[Sacro romano imperatore|imperatore]] [[Sigismondo di Lussemburgo]], incoronato a [[Roma]] il 31 maggio [[1433]]<ref name=":3" />. In base all'accordo il Papa ritirò la bolla di scioglimento e, riservando tutti i diritti alla [[Santa Sede]], riconobbe il concilio come [[concilio ecumenico|ecumenico]] (15 dicembre [[1433]]).
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==== Il Concilio di Ferrara-Firenze ====
{{Vedi anche|Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze}}[[File:Pio Joris - La fuga di Papa Eugenio IV.jpg|thumb|Pio Joris, ''Fuga di papa Eugenio IV''<br />1883, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma.|309x309px]]
Frattanto il concilio di unione era stato trasferito a [[Firenze]] a causa dello scoppio di un'epidemida di [[Peste nera|peste]]. Le due chiese erano rappresentate, rispettivamente: i cattolici dal cardinale [[Giuliano Cesarini (1398-1444)|Giuliano Cesarini]]; gli ortodossi dal ''[[basileus]]'' Giovanni e dal Patriarca [[Giuseppe II di Costantinopoli|Giuseppe II]]. Le trattative furono molto difficili, ma il concilio si poté concludere positivamente. Nel [[1439]] venne proclamata l'unione tra le due Chiese con la proclamazione, nella basilica di Santa Maria del Fiore, della bolla ''Laetentur Coeli'' il 6 luglio<ref name=":5">{{Cita web|autore = Pio Paschini|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/concilio-di-ferrara-firenze_%28Enciclopedia_Italiana%29/|titolo = Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze in Enciclopedia Italiana (1932)|accesso = |data = }}</ref>. Il 22 novembre dello stesso anno Eugenio IV sottoscrisse un accordo con la [[Chiesa apostolica armena]].
 
Frattanto i padri conciliari riuniti a Basilea avevano scomunicato il Papa come eretico (25 giugno [[1439]]) e il novembre successivo avevano eletto come [[antipapa]] l'ambizioso [[Amedeo VIII di Savoia]], con il nome di [[Antipapa Felice V|Felice V]]<ref name=":0" />. Felice V, comunque, ottenne scarsa considerazione, tanto che nel [[1442]] il consigliere pontificio, ed [[umanista]], [[papa Pio II|Enea Silvio Piccolomini]], futuro [[papa Pio II]], fece pace con Eugenio<ref>Si veda la voce [[Pio II]]</ref>. Il successivo riconoscimento da parte del Papa alle pretese su [[Napoli]] di re [[Alfonso V di Aragona]], sottrasse l'ultimo importante appoggio all'ormai diviso concilio di Basilea, e permise a Eugenio di fare un trionfale ritorno a Roma il 26 settembre [[1443]], dopo un [[esilio]] durato quasi dieci anni.
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Eugenio IV, gravemente malato, morì a Roma il 23 febbraio 1447<ref name=":0" />.
 
=== La condanna dello schiavismo ===
Eugenio IV fu contro lo [[schiavismo]] praticato dagli spagnoli sulla popolazione delle [[Isole Canarie]] (i [[Guanci]]) da loro conquistate: il 13 gennaio [[1435]] emise da Firenze la [[bolla pontificia|bolla]] ''Sicut Dudum''<ref>{{Cita web|autore = Joel S. Panzer|url = http://www.churchinhistory.org/pages/booklets/slavery.htm|titolo = The Popes and Slavery|accesso = |data = }}</ref> dove tra l'altro scriveva: "..... Queste persone devono essere libere completamente e perpetuamente e devono essere lasciate andare senza estorsione o ricezione di denaro"... La bolla papale fu però completamente ignorata dagli spagnoli che continuarono a schiavizzare la popolazione, sostenendo che non si trattava di uomini ma di creature che non erano razionali, una specie di animali.
 
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Il 10 novembre [[1444]] le forze turche, circa il triplo di quelle nemiche, affrontarono i crociati presso [[battaglia di Varna|Varna]], lungo il [[Mar Nero]]<ref name=":3" />. Le forze crociate furono sbaragliate: perirono il re [[Ladislao III di Polonia|Ladislao]] ed il cardinal [[Giuliano Cesarini (1398-1444)|Giuliano Cesarini]]; solo in pochi riuscirono a salvarsi e a ritornare in [[Ungheria]]. La sconfitta di Varna fu un durissimo colpo per il papa, anche se per un po' di tempo gli rimase l'illusione che l'offensiva potesse ripartire. Se la prese con la flotta [[venezia]]na, accusandola di viltà per non aver bloccato la traversata dei turchi e si rifiutò di pagare il loro stipendio come in precedenza promesso; in qualche maniera riuscì a far svernare due navi da guerra veneziane, una a [[Costantinopoli]] e l'altra a [[Tenedo]], mentre il cardinale [[Francesco Condulmer|Condulmer]] rimaneva a Costantinopoli, in attesa della ripresa dell'offensiva [[Ungheria|ungherese]].
 
=== Relazioni con i monarchi cristiani ===
Nel [[1438]] re [[Carlo VII di Francia|Carlo VII]] aveva introdotto in [[Francia]] i decreti del Concilio di Basilea, con poche modifiche, attraverso la [[Prammatica sanzione di Bourges]] (7 luglio [[1438]]); in [[Germania]] la dieta di [[Magonza]] aveva privato il Papa di gran parte dei suoi diritti sull'Impero (26 marzo [[1439]]). La rottura con parte dei prelati di Basilea e la rinnovata spaccatura della cristianità determinò quello che gli storici chiamarono ''Scisma di Basilea'' o ''Piccolo Scisma d'Occidente''<ref>{{Cita web|autore = AA.VV|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/scisma_%28Enciclopedia-Italiana%29/|titolo = Scisma in Enciclopedia Treccani|accesso = |data = }}</ref> ("piccolo" perché coinvolse meno nazioni di quello di pochi decenni prima).
 
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Poco dopo arrivarono in città [[Beato Angelico]], che iniziò una serie di affreschi perduti in [[Antica basilica di San Pietro in Vaticano|San Pietro]], e il francese [[Jean Fouquet]], che testimonia con la sua presenza il nascente interesse in Italia della [[pittura fiamminga]] e nordica in generale<ref>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 67.</ref>. Sebbene la durata del pontificato di Eugenio IV non permise di attuare appieno i suoi piani, Roma iniziava a diventare quel terreno di incontro fecondo tra artisti di scuole diverse, che presto sarebbe sfociato in uno stile comune e, per la prima volta, definibile "romano"<ref>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 76.</ref>.
 
=== Morte e sepoltura ===
Eugenio IV si ammalò all'inizio di gennaio [[1447]] e morì il 23 Febbraiofebbraio 1447 nel [[Palazzo Vaticano]].
Fu sepolto il 24 febbraio nella [[Chiesa di San Salvatore in Lauro]].