Azzo da Correggio: differenze tra le versioni
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In occasione della sua morte, il Petrarca scrisse:
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Qualunque volta io andavagli innanzi, ben conoscevo io, che la sua amicizia per me andava sempre crescendo. Prendeva parte in tutto ciò che accadevami o di bene o di male' come se fosse accaduto a lui stesso. Chiunque voleva da lui ottener qualche cosa, cominciava dalle mie lodi, sicuro che il mezzo più efficace a conseguire il suo intento era il fare elogi di me medesimo. Non solamente odiava coloro che sparlavano di me, ma non amava pur quelli, che mi lodavano scarsamente, o che cadevagli in sospetto di volergli uguagliare a me, cui egli considerava come un uomo insuperabile. Io trovavo in lui ogni cosa: i soccorsi di un padrone, i consigli di un padre, la sommissione di un figlio, la tenerezza di un fratello. Gran parte della mia vita ho passato con lui; ogni cosa era tra di noi comune, la sua fortuna buona o cattiva, i suoi piaceri di città, o di campagna, le sue gloriose fatiche, il suo riposo, i suoi affanni, niuna cosa erane eccettuata. Io il seguiva in tutti i viaggi. Quante volte non ha egli esposta per me la sua vita, mentre insiem correvamo le terre e i mari? Ohimè! Perché non mi ha egli condotto seco in quest'ultimo viaggio? Perché la morte ha ora voluto fare si' odiosa eccezione? Perché ci ha separati? Tutto ho perduto perdendolo, e la sola consolazione che mi rimane si è che la morte non ha più ora che togliermi.}}
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