Fusion (genere musicale): differenze tra le versioni

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A metà degli anni settanta il genere, ancora in forma prevalente di jazz rock, raggiunge una maturità e diffusione ormai planetaria: accanto ai mostri sacri d'oltre oceano spiccano anche musicisti europei, eccellenti virtuosi, quali il violinista francese [[Jean Luc Ponty]] (in realtà di formazione [[Miles Davis|Davisiana]]), il suo connazionale e batterista [[Pierre Moerlen]] (Pierre Moerlen's Gong), gli inglesi, ex Canterburiani, [[Soft Machine]] e i giapponesi [[Casiopea]]; in questa fase di transito, iniziano a farsi strada artisti che, intuendo le potenzialità commerciali del genere, propongono composizioni via via più semplici o quanto meno più orecchiabili, in grado di arrivare anche ad un pubblico non necessariamente di estrazione jazz.
Il chitarrista californiano [[Lee Ritenour]], i raffinati [[The Crusaders]] (celebre la loro Street Life), il tastierista brasiliano [[Eumir Deodato]], già attivo da diversi anni con un jazz (bossa) rock piuttosto accattivante ed immediato e, ancor di più, un suo collega di strumento, l'americano [[Jeff Lorber]], influenzeranno ulteriormente lo scenario futuro. Addirittura, a quest’ultimo si deve, probabilmente, l'adozione ufficiale del termine fusion, inserendolo, nel 1977, nel nome della sua band, "The Jeff Lorber Fusion". Anche il cantante italo canadese [[Gino Vannelli]] e il celebre chitarrista [[Carlos Santana]] con alcuni suoi lavori, contribuiranno non poco alla diffusione della fusion tra il grande pubblico.
 
 
Molte le formazioni che si sono cimentate con questo genere, sia capeggiate da nomi famosi come gli [[The Headhunters|Headhunters]] di [[Herbie Hancock]], i [[Tribal Tech]] di [[Scott Henderson]] e [[Gary Willis]], [[Chick Corea]] (con i [[Return to Forever (gruppo musicale)|Return to Forever]] e la [[Elektric Band]]), [[John McLaughlin]] e la sua [[Mahavishnu Orchestra]], sia completamente nuove, come gli [[Yellowjackets]], [[Spyro Gyra]], [[Uzeb]], [[Steps Ahead]], [[Chuck Mangione]], e poi altri musicisti che tra collaborazioni ed esperienze da leader hanno reso popolare una branca importante della musica jazz, tra i quali vanno senz'altro ricordati [[Pat Metheny]], [[Mike Stern]], [[John Scofield]], [[Frank Gambale]], [[Marcus Miller]] e [[Allan Holdsworth]]. A molti di questi musicisti si deve il merito di aver saputo ricondurre questa forma più moderna e commerciale del jazz allo spirito iniziale, salvandolo da una certa banalizzazione e riconferendogli una dignità strumentale e compositiva più autenticamente jazz. Tant'è vero che in taluni casi si parla più propriamente di jazz fusion.