Basilica di San Barnaba: differenze tra le versioni
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[[File:Marino 1944 Basilica di San Barnaba 0.jpg|thumb|left|Il fianco destro della basilica dopo le incursioni aeree anglo-americane nel maggio [[1944]]]]
Durante la [[seconda guerra mondiale]], il 2 febbraio [[1944]] alle ore 12.30 circa, alcuni bombardieri [[North American B-25 Mitchell]] della 15ª [[United States Army Air Forces]], del tonnellaggio di 1360 chilogrammi di bombe ciascuno, bombardarono il centro storico di Marino.<ref>[[Zaccaria Negroni]], ''[[Marino sotto le bombe]]'' (III ed.), pp. 15-16.</ref> In questa occasione la basilica venne risparmiata; numerosi sfollati si rifugiarono nei sotterranei della basilica, nella ''sala-teatro [[Vittoria Colonna]]'' e nella chiesa della Coroncina, presso cui furono collocati anche alcuni uffici comunali, senza sede dopo il bombardamento di [[Palazzo Colonna (Marino)|Palazzo Colonna]]. Alla Coroncina trovarono sede anche l'ufficio postale a la cassa di credito cooperativo San Barnaba, ed in un certo periodo anche un deposito di generi alimentari.<ref>{{cita|Zaccaria Negroni|p. 28}}</ref>
====Dalla seconda guerra mondiale alla fine del secolo====
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|28 agosto [[1751]]
|25 aprile [[1763]]
|[[arciprete]] della [[Cattedrale di San Pancrazio (Albano)|basilica cattedrale di San Pancrazio]] ad [[Albano Laziale]] dal [[1763]] al [[1775]]
|-
|Camillo de Paolis Foglietta<ref name="nota1112"/>
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|14 settembre [[1823]]
|ottobre [[1823]]
|[[Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve|vescovo di Città della Pieve]] dal [[1823]] al [[1853]]
|-
|Florio Quattrini<ref name="nota1112"/>
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La facciata della basilica fu realizzata tra il [[1652]] ed il [[1653]], oltre dieci anni dopo l'inizio della fabbrica:<ref name="nota1000">{{cita|Vittorio Rufo|pp. 166-168|cidRufo}}.</ref> a causa di questo ritardo nella costruzione il capo d'arte venne destituito dall'incarico e rimpiazzato, il 28 agosto [[1651]], da un tale Giacomo Alto fu Giovanni Battista, di [[Asti]].<ref name="nota1000"/>
Il prospetto è scandito orizzontalmente in una parte inferiore ed in una superiore, mentre verticalmente si presenta tripartito da sei [[Lesena|lesene]] [[Ordine gigante|giganti]] di [[ordine corinzio]].
<div style="float:center; width:40%; padding:1px; background: #f5f8ff; border: 1px solid blue; margin-center:15px; margin-center:15px;margin-bottom:15px; text-align:center; font-size: small">
{{citazione|<small>Girolamo Colonna cardinale di Santa Romana Chiesa</small> | |<small>HIER S.R.E. CARD COLUMNA</small> |lingua= la}}
</div>
<div style="float:center; width:40%; padding:1px; background: #f5f8ff; border: 1px solid blue; margin-center:15px; margin-center:15px;margin-bottom:15px; text-align:center; font-size: small">
{{citazione|<small>A Dio, ottimo e massimo
</div>
Sopra le due porte laterali si trovano due nicchie sormontate da [[Cornice (architettura)|cornici]] [[Triangolo|triangolari]] occupate da due statue in [[peperino]] dipinto alte circa due metri: a sinistra è raffigurato [[San Barnaba|san Barnaba apostolo]], [[santo]] [[patrono]] della città, recante in mano la [[palma del martirio]], mentre a destra c'è [[Lucia da Siracusa|santa Lucia da Siracusa]], santa compatrona della città, che tiene in mano anch'essa una palma del martirio oltre ad un piattino contenente gli [[Occhio|occhi]] che le sono stati cavati durante il [[martirio (Cristianesimo)|martirio]].
===Interno===
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<div style="float:center; width:40%; padding:1px; background: #f5f8ff; border: 1px solid blue; margin-center:15px; margin-center:15px;margin-bottom:15px; text-align:center; font-size: small">
{{citazione|A Dio ottimo e massimo
</div></div>
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Ai lati del grande portale d'ingresso invece sono collocate altre due lapidi, una in [[Lingua latina|latino]] apposta nel [[1909]] a celebrazione del consolidamento e della ripavimentazione della basilica resisi necessari dopo i danni seguiti al [[terremoto]] del [[1902]],<ref name="nota1003">{{cita|Vittorio Rufo|p. 169|cidRufo}}.</ref> e finanziati da [[papa Pio X]], dal Comune di Marino e dalla cittadinanza e dal principe Marcantonio Colonna, l'altra in [[Lingua italiana|italiano]] apposta invece nel [[1962]], in corrispondenza peraltro del terzo centenario della consacrazione della chiesa, a memoria dell'inaspettata visita di [[papa Giovanni XXIII]] avvenuta il 31 agosto [[1962]].<ref name="nota1001">{{cita|Vittorio Rufo|p. 172|cidRufo}}.</ref> Le due lapidi recitano come segue:
<div style="float:center; width:40%; padding:1px; background: #f5f8ff; border: 1px solid blue; margin-center:15px; margin-center:15px;margin-bottom:15px; text-align:center; font-size: small">
{{citazione|<small>Nell'anno del Signore 1909
</div>
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<div style="float:center; width:40%; padding:1px; background: #f5f8ff; border: 1px solid blue; margin-center:15px; margin-center:15px;margin-bottom:15px; text-align:center; font-size: small">
{{citazione|<small>Croce della porta santa
</div></div>
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[[File:Altare Sant'Antonio Marino.JPG|thumb|La seconda campata della navata destra con l'altare di sant'Antonio abate o di san Giuseppe.]]
<div style="float:center; width:40%; padding:1px; background: #f5f8ff; border: 1px solid blue; margin-center:15px; margin-center:15px;margin-bottom:15px; text-align:center; font-size: small">
{{citazione|<small>RISORGERÀ
</div>
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La terza [[campata]] della [[navata]] destra ospita l'altare della Madonna del Popolo, così denominato da un'[[icona (arte)|icona]] [[miracolo]]sa della [[Maria (madre di Gesù)|Vergine Maria]] venerata dal popolo come [[Madonna del Popolo (Marino)|Madonna del Popolo]]. Anche se la tradizione [[Iconografia attribuita a san Luca|attribuisce l'icona a san Luca evangelista]], il primo documento che si conosce al riguardo è un [[atto notarile]] del [[1280]] in cui viene detto che l'immagine venne trasportata a [[Roma]] da un membro della [[Colonna (famiglia)|famiglia Colonna]] che si era recato a [[Costantinopoli]].<ref>{{cita|Girolamo Torquati|p. 3|cidTorquati1}}.</ref> [[Papa Martino V]] nella prima metà del [[XV secolo|Quattrocento]] fece portare l'icona a Marino nella [[Museo Civico Umberto Mastroianni|collegiata di Santa Lucia]], dove le fu eretto un altare realizzato con [[Marmo|marmi]] antichi, spoliati forse dal tempio di [[Diana (divinità)|Diana]] ad ''[[Aricia]]''.<ref>{{cita|Girolamo Torquati|p. 14|cidTorquati1}}.</ref> L'icona venne solennemente traslata nella nuova basilica di San Barnaba il 10 dicembre [[1662]],<ref>{{cita|Girolamo Torquati|pp. 7-8|cidTorquati1}}.</ref> e collocata in un altare ricavato dalla spoliazione dei marmi della vecchia collegiata: da notare le due [[Colonna|colonne]] in [[marmo giallo antico]].<ref name="nota1002"/> La Madonna del Popolo venne invocata dal popolo marinese in svariate occasioni,<ref>{{cita|Girolamo Torquati|p. 9|cidTorquati1}}.</ref> perché intercedesse in occasione di [[Peste|pestilenze]], [[Carestia|carestie]], [[Grandine|grandinate]], [[siccità]]. Tutti gli ornamenti e gli ''[[ex voto]]'' dell'icona furono rubati nei due furti sacrileghi del [[1911]]<ref name="ReferenceA"/> e del [[1914]]: nel primo caso furono individuati e condannati come colpevoli tre [[Anarchia|anarchici]], mentre non si conoscono i colpevoli del secondo furto.
Intorno all'altare si trova una sequenza di riquadri in [[stucco]] [[Settecento|settecenteschi]] di mano anonima all'interno dei quali sono dipinti episodi evangelici e biblici: alcune scene sono molto rovinate.
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<div style="float:center; width:40%; padding:1px; background: #f5f8ff; border: 1px solid blue; margin-center:15px; margin-center:15px;margin-bottom:15px; text-align:center; font-size: small">
{{citazione|<small>Scudo trionfalmente
</div></div>
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Sulla parete opposta, cioè sul terzo pilastro, è incastonato nel muro una targa [[Bronzo|bronzea]] di Nino Lodi commemorativa del [[Concordato]] del [[1929]] tra la [[Chiesa cattolica]] e lo [[Italia|Stato italiano]].<ref name="nota1002"/>
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<div style="float:center; width:40%; padding:1px; background: #f5f8ff; border: 1px solid blue; margin-center:15px; margin-center:15px;margin-bottom:15px; text-align:center; font-size: small">
{{citazione|<small>Alla grande Vergine Maria madre di Dio
</div></div>
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Al secondo pilastro è incastonata una lapide funeraria di [[marmo]] che ricorda il [[sottoufficiale]] della [[Gendarmeria Pontificia]] Domenico Terribili, insignito dell'[[Ordine di San Silvestro Papa]] e morto il 10 gennaio [[1859]], con la seguente iscrizione:
<div style="float:center; width:40%; padding:1px; background: #f5f8ff; border: 1px solid blue; margin-center:15px; margin-center:15px;margin-bottom:15px; text-align:center; font-size: small">
{{citazione|<small>Qui riposa nella pace di Cristo
</div>
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Sempre dietro il tabernacolo, sulle pareti di destra e sinistra si aprono due nicchie marmoree, opera dei marmorai romani del [[XVII secolo]] Carlo Spagna e Gabriele Renzi. Nella nicchia di destra è collocato il ''monumento al cardinal Girolamo Colonna'', opera dello scultore [[Alessandro Algardi]] ([[1595]]-[[1654]]), nel quale il cardinale appare orante e inginocchiato su un inginocchiatoio recante scolpito lo stemma dei [[Colonna (famiglia)|Colonna]]. Il [[cardinale]], secondo lo studioso Carlo Bartolomeo Piazza<ref>Carlo Bartolomeo Piazza, ''Gerarchia Cardinalizia'', [[Roma]] 1703.</ref>, sarebbe sepolto in basilica, ma viene convenzionalmente riconosciuto che, nonostante l'originaria intenzione di farsi seppellire a Marino, il cardinal Colonna sia poi stato tumulato presso la [[basilica di San Giovanni in Laterano]] in [[Roma]].<ref name="Marino p. 40">[[Gaetano Moroni]], ''[[Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica]] - Marino'', vol. XLII, p. 40.</ref> Sotto la nicchia, è apposta la seguente iscrizione:
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<small>D.O.M.
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==Collegamenti esterni==
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{{portale|architettura|Castelli Romani|cattolicesimo}}
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