Carlo Stuparich: differenze tra le versioni

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==Biografia==
Nacque a [[Trieste]], all'epoca ancora parte dell'[[Impero austro-ungarico]], il 3 agosto [[1894]] figlio di Marco, originario di [[Lussino]], e di Gisella Gentilli, triestina.
Terminati gli studi primari e secondari nella città natale, Carlo si iscrisse nel [[1913]] all’Istituto di Studi Superiori di [[Firenze]], raggiungendo il fratello Giani e l'amico [[Scipio Slataper]],<ref name=D4p39>{{Cita|Di Vecchia 2014|p. 39}}</ref > e partecipando al movimento e alla rivista de [[La Voce (rivista)|"La Voce"]] di Prezzolini.<ref name=D4p37>{{Cita|Di Vecchia 2014|p. 37}}</ref >
 
[[Irredentismo italiano|Irredentista]], partì volontario per combattere nella [[prima guerra mondiale]] assieme al fratello Giani e all'amico Scipio Slataper, arruolandosi nel 1º [[Reggimento]] [[granatieri]] del [[Regio Esercito]].<ref name=D4p37/> Il 2 giugno [[è1915]], dopo aver cambiato sui documenti il suo cognome da Stuparich a Sartori, partì con il suo reparto da [[Roma]] per raggiungere [[Monfalcone]], in zona d'operazioni.<ref name=D4p37/>
 
Nel maggio [[1916]] i due fratelli Stuparich partirono con il loro reparto per la Val Sillà sul [[Monte Cengio]], non lontano da [[Tonezza del Cimone]] ([[Altopiano di Asiago]]), per prendere parte al tentativo di respingere l'[[Strafexpedition|attacco]] lanciato dal Capo di Stato maggiore austro-ungarico, generale [[Franz Conrad von Hötzendorf]] contro le linee tenute dai reparti della 1ª Armata italiana.<ref name=D4p44>{{Cita|Di Vecchia 2014|p. 44}}</ref > L'offendiva fu lanciata il 15 maggio, raggiungendo l'Altopiano di Asiago il giorno 20.<ref name=D4p44/> Il 21 maggio, dopo un intensissimo bombardamento d'[[artiglieria]] gli austro-ungarici tentarono di scendere nella conca attraverso la [[Val d'Assa]], e in quello stesso giorno il comando italiano emanò l'ordine di ripiegamento generale.<ref name=D4p44/> Al comando del 3º plotone egli rimase isolato vicino al [[forte Corbin]]. Il giorno 29 gli austro-ungarici, superiori per numero e armi, occuparono la vicina Punta Corbin, e la mattina del giorno 30 egli fu tra i soldati che tentarono la sua riconquista ma dopo 4 ore di battaglia il suo plotone venne annientato. Dopo aver perduto tutti i suoi uomini, si tolse la vita per non cadere nelle mani del nemico.<ref name=D4p44/><ref>Essendo nato a Trieste sarebbe stato considerato cittadino austriaco, e quindi un traditore, subendo la stessa sorte toccata a poi a [[Cesare Battisti]] e [[Nazario Sauro]].</ref><ref name=D4p44/>
 
Nel [[1918]], alla memoria del Sottotenente Carlo Stuparich del [[1º Reggimento "Granatieri di Sardegna"]] del XCII battaglione M.T., venne conferita la [[Medaglia d'oro al valor militare]]. In sua memoria venne intitolato uno dei 41 [[Cimiteri di guerra dell'Altopiano dei Sette Comuni]].
 
{{QuoteCitazione|Qui, faggi, carpini, noccioli e, sotto gli arbusti, fra il muschio, zone fragranti di mughetti. In questa conca silenziosa, alle pendici del Cengio, su cui passano le nuvole e, dopo uno scroscio di pioggia, appare per un momento il sole, ha vissuto le sue ultime ore mio fratello Carlo. Il pensiero che mi riconduce a quello che Carlo visse in quei momenti è intenso, ma non è cruccioso: cerco intorno e dentro a me stesso, mi raccolgo, rivivo. Tutte le volte sono sceso di lassù con l'animo fatto più semplice e chiaro.|[[Giani Stuparich]]}}
 
==Pubblicazioni==
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==Collegamenti esterni==
*[{{cita web|http://www.leganazionale.it/conferenze/carlostuparich.htm |"Carlo Stuparich: un eroe da riscoprire"]}}
*[{{cita web|url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=12340 |titolo=Scheda dal sito del Quirinale]}}
 
[[File:LapideMonteCengio1.jpg|thumb|left|Lapide indicante le onorificenze concesse ai soldati che combatterono sul [[Monte Cengio]]]]