Chiesa di San Bernardino (Verona): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: fix citazione web (v. discussione)
Importo dalla mia Sandbox la voce, riscritta e fornita di note
Etichetta: Inserimento tag INDEX o altre direttive
Riga 8:
|Regione = [[Veneto]]
|SiglaStato = ITA
|Latitudine = 45.438705
|Longitudine = 10.981320
|Religione = [[Cattolicesimo|Cristiana cattolica]] di [[rito romano]]
|Ordine = [[Ordine francescano|Francescano]]
|Diocesi = [[Diocesi di Verona]]
|AnnoConsacr = [[1453]]
|Architetto =
|StileArchitett = [[Architettura gotica|gotico]]
|InizioCostr = [[XV secolo1452]]
|FineCostr = [[1466]]
|Website = http://www.sanbernardinoverona.it/
|Note =
}}
La '''chiesa di San Bernardino''' è una chiesa di [[Verona]] risalente al [[XV secolo]] che fa parte di un convento [[Ordine francescano|francescano]]. Oltre alla navata centrale, la chiesa contiene numerose cappelle riccamente decorate con affreschi e tele di pittori locali, attivi per lo più nel [[XVI secolo]]. Una delle cappelle, la [[cappella Pellegrini (San Bernardino)|cappella Pellegrini]], fu progettata dal famoso architetto veronese [[Michele Sammicheli]].
 
__TOC__
La '''chiesa di San Bernardino''' è una delle prime chiese dell'[[Età moderna]] a [[Verona]].
==Storia==
===I frati minori a Verona===
I [[Ordine francescano|francescani]] operarono a [[Verona]] a partire dalla visita di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] alla città nel [[1220]].<ref name=B6>{{cita|Bisognin|p. 6}}.</ref> All'inizio, intorno al [[1230]], i frati si insediarono nella zona di [[porta Vescovo]] e in un convento su [[colle San Pietro]].<ref name=B6/> Con l'aumento del numero di religiosi tra le fila dell'ordine, i francescani chiesero di potersi stabilire nel convento [[Ordine di San Benedetto|benedettino]] di [[Chiesa di San Fermo Maggiore|San Fermo Maggiore]], quasi disabitato. Essi ottennero inoltre in quegli anni il controllo del [[Inquisizione|tribunale dell'Inquisizione]].<ref name=B6/>
 
Nel [[1422]] giunse nella città [[Bernardino da Siena]], che fondò un convento ad [[Avesa]].<ref>{{cita|Notizia Storica|p. 3}}.</ref> Egli, con la sua grande attività di guida spirituale, conferì più dignità alla corsa del [[Palio del drappo verde|palio di Verona]] e istituì un [[monte di Pietà]].<ref name=B7>{{cita|Bisognin|p. 7}}.</ref> Nel [[1443]] Bernardino tornò a Verona, dove diventò molto popolare per la grande eloquenza che dimostrava nelle omelie e per gli atti di carità da lui svolti.<ref name=B7/>
A [[Verona]] l'arte rinascimentale arrivò in ritardo rispetto ad altre città: dopo il [[Arte romanica|romanico]] veronese, nel [[basso medioevo]] si affermò il gotico, infatti le tre chiese quasi coeve di San Bernardino hanno ancora tratti [[gotico|gotici]] e così pure quelle di [[chiesa di San Tomaso Cantuariense|San Tomaso Cantuariense]] e di [[chiesa di San Nazaro e Celso|San Nazaro]]. La prima edificazione risale alla fine del [[Medioevo]], fra il [[1451]] e il [[1466]]
 
===Costruzione===
== Fra' Bernardino e i rapporti con la città di Verona ==
Bernardino da Siena fu canonizzato il 24 maggio [[1450]]. I Veronesi, memori dei benemeriti del santo nei confronti della popolazione, chiesero di poter erigere una chiesa in suo onore.<ref name=D>{{cita|Dianin}}.</ref><ref name=NS5>{{cita|Notizia storica|p. 5}}.</ref> [[Giovanni da Capestrano]] si incaricò di seguire la costruzione a partire dalla scelta del luogo: egli individuò un sito, chiamato "delle fornase", collocato nel "pra' de Pompeio", poco lontano da [[Castelvecchio (Verona)|Castelvecchio]] e [[Basilica di San Zeno (Verona)|San Zeno]],<ref name=B9>{{cita|Bisognin|p. 9}}.</ref> che doveva il suo nome al fatto che vi si cuocevano i mattoni da costruzione.<ref name=V101>{{cita|Viviani|p. 101}}.</ref> Il doge [[Francesco Foscari]] autorizzò i lavori nel [[1451]] e la prima pietra venne posata il 30 aprile [[1452]] da Monsignor [[Francesco Condulmer]], vescovo di Verona, con una pomposa celebrazione.<ref name=NS5/> La chiesa, non ancora conclusa, fu consacrata nel [[1453]]; i lavori furono rallentati dalla mancanza di fondi e la copertura definitiva dell'edificio fu posta solo nel [[1466]].<ref name=B9/><ref name=V101/>
 
===Vicende successive===
Nel [[1474]] alla chiesa fu aggiunto un portale in stile rinascimentale eseguito da Mastro Modesto.<ref name=B11>{{cita|Bisognin|p. 11}}.</ref>
 
All'interno della chiesa, in una navata laterale, furono aggiunte a partire dall'ultimo quarto del [[XV secolo]] numerose cappelle. Nel [[1486]] fu realizzata la cappella dei Banda, restaurata nel [[1757]] in seguito a una piena dell'[[Adige]];<ref name=B24>{{cita|Bisognin|p. 24}}.</ref> dal [[1492]] fu costruita la cappella Avanzi, completata in cinque anni;<ref name=B36>{{cita|Bisognin|p. 36}}.</ref> prima del [[1498]] fu costruita la cappella Medici, restaurata nel [[1571]];<ref name=B30>{{cita|Bisognin|p. 30}}.</ref> prima del [[1512]] fu costruita la cappella di San Francesco su volere dei terziari francescani;<ref name=B14>{{cita|Bisognin|p. 14}}.</ref> prima del [[1541]] fu realizzata la cappella Canossa;<ref name=B26>{{cita|Bisognin|p. 26}}.</ref> nel [[1529]] fu iniziata la costruzione della cappella Pellegrini, ripresa nel [[1795]] e terminata solo nel [[1890]].<ref name=FM>{{cita|Frati minori}}.</ref>
 
La chiesa fu soppressa in età [[Napoleone Bonaparte|napoleonica]], nel [[1810]], e ripristinata alla fine del [[XIX secolo]];<ref name=BE86>{{cita|Benini|p. 86}}.</ref> il complesso di San Bernardino fu utilizzato come ospedale, magazzino, collegio e cimitero cittadino fino al [[1821]];<ref name=B11/><ref name=FM/> Nel [[1930]] vennero avviati importanti lavori di restauro dell'edificio, che venne tuttavia gravemente danneggiato durante i bombardamenti della [[seconda guerra mondiale]].<ref name=BE86/>
 
Oggi il convento si occupa dell'assistenza a poveri, carcerati, anziani e del sostegno a ragazzi e giovani coppie; negli ambienti del complesso si tengono concerti e convegni.<ref>{{cita|Bisognin|pp. 70-71}}.</ref>
 
==Descrizione della chiesa==
===Esterno===
[[File:614VeronaSBernardino.JPG|thumb|La facciata]]
La facciata della chiesa è sobria, in stile [[tardogotico]] o [[gotico lombardo]], costituita da mattoni a vista.<ref name=B11/> Su di essa si aprono un piccolo rosone di marmo veronese a tre ordini di strombatura, due finestre verticali che terminano con archi trilobati e il portale d'ingresso.<ref name=B11/>
 
Il portale si colloca stilisticamente nel primo rinascimento e, quindi, si distacca dal contesto architettonico della facciata.<ref name=V101/> Fu eseguito nel [[1474]] da Mastro Modesto in marmo greco grigio ed è costituito da due candelabre laterali con una serie di fiori incisi che terminano con capitelli corinzi decorati con dei [[Bucranio|bucrani]].<ref name=B11/> I capitelli sorreggono un arco centinato e aggettante a listelli e dentelli che ospita una lunetta con una scultura di San Francesco che riceve le stimate in bassorilievo, scolpita da Biagio Falcieri nel [[XVII secolo]].<ref name=B11/><ref name=V101/> Sopra all'arco sono collocate le statue di San Bernardino, [[Antonio di Padova|Sant'Antonio]] e [[San Bonaventura]].<ref name=B11/>
 
La facciata è decorata con una cornice a dentelli che corre sotto al tetto.<ref name=B11/> Sul lato sinistro della facciata si trova la cappella di San Francesco, anch'essa in mattoni a vista; il fianco della costruzione è scandito da lesene e il sottogronda è decorato con una cornice ad arcatelle gotiche.<ref name=V101/> La porta della cappella ha stipiti in marmo bianco ed è sormontata da una lunetta affrescata; sopra di questa si apre una finestra ad arco, che si ripete negli altri scomparti creati dalle lesene con forma più allungata.<ref name=V101/> La presenza di questo fabbricato bilancia in parte l'asimmetria della facciata, collocata in posizione decentrata rispetto al chiostro.<ref name=V102>{{cita|Viviani|p. 102}}.</ref>
 
Il campanile della chiesa, in mattoni a vista, è sostenuto da quattro paraste angolari che terminano con quattro corti pinnacoli.<ref name=V102/> La cella campanaria è illuminata da quattro bifore ed è sormontata da un cono piuttosto piccolo, che rende la torre sproporzionata e priva di slancio.<ref name=V103>{{cita|Viviani|p. 103}}.</ref>
 
===Interno===
====Navata====
[[File:PiantaSanBernardinoVR.png|thumb|left|Pianta della chiesa: A) Facciata abbellita da un [[portale]] [[rinascimento|rinascimentale]]. B) Cappella di San Francesco. C) Cappella dei Banda. D) Cappella Canossa. E) Cappella dei Medici. F) Cappella Avanzi con dipinti di [[Antonio Badile|Badile]], [[Francesco Morone|Morone]], [[Paolo Morando|Morando]]. G) [[Cappella Pellegrini (San Bernardino)|Cappella Pellegrini]], realizzata da [[Michele Sanmicheli|Sanmicheli]].]]
 
La chiesa è costituita da un'unica navata semplice e sobria, caratteristica delle chiese francescane, lunga 75 metri, alta 21 e larga 17;<ref name=B12>{{cita|Bisognin|p. 12}}.</ref> lo sviluppo verticale è accentuato rispetto a quello orizzontale e predomina la decorazione pittorica su quella scultorea.<ref name=D/> Sul lato destro sono presenti numerose cappelle e, più in alto, si aprono tre finestre trilobate, mentre il lato sinistro è cieco.<ref name=B12/><ref name=D/>
Fra' Bernardino arrivò a Verona la prima volta, per una serie di prediche, il 1º novembre del [[1422]], giorno di [[Ognissanti]] e vi rimase fino alla festa di [[Sant'Antonio abate]], il 17 gennaio successivo. Due scelte simboliche per sottolineare l'importanza che il Santo riservava a [[Verona]]. La fama di predicatore di Bernardino era già nota a Verona e il periodo di permanenza fu un enorme successo. Secondo la leggenda, San Bernardino, sulla strada di [[Verona]], fece un miracolo: resuscitò un uomo.
 
La navata è coperta da un soffitto a cavalletti lignei con disegni, sotto al quale corre, tutto intorno alla navata, un fregio policromo a motivo floreale che ripete il [[IHS|monogramma del nome di Gesù]].<ref>{{cita|Bisognin|p. 13}}.</ref><ref name=V103/> Il presbiterio, diviso dalla navata da un arco a sesto acuto, si allunga attraverso un altro arco ogivale nel coro pentagonale con una campata divisa in otto nervature ed è illuminato da quattro finestre neogotiche.<ref name=B12/><ref name=V103/> Nel catino absidale è presente un crocifisso con, ai suoi piedi, Maria e San Giovanni dipinti nel XVII secolo.<ref name=B46/><ref name=D/>
La fama, le prediche ed il lavoro di Bernardino a [[Verona]], riportarono i Veronesi ad un maggiore impegno religioso, così le cronache del tempo descrissero la sua presenza, in più i rapporti con le autorità furono ottimi. Su sua richiesta fu persino spostato il tradizionale Palio, dalla prima domenica di [[Quaresima]] al martedì grasso. Anche dopo la sua partenza Bernardino influì sulla vita cittadina.
I francescani in quel tempo erano divisi in due correnti: gli [[Osservanti]] e i [[Conventuali]]. I primi avevano come principale esponente Bernardino ed il loro obiettivo era il ritorno alla [[Regola di san Francesco|Regola]] iniziale di [[San Francesco d'Assisi]], con una particolare enfasi sul [[voto di povertà]], mentre i Conventuali erano per una trasformazione in linea con i tempi.
 
Intorno alla navata corre una via crucis costituita da 14 quadri dipinti da Felice Cignaroli, frate minore vissuto a Verona tra il [[1772]] e il [[1796]], eseguiti tra il [[1772]] e il [[1777]].<ref name=B56>{{cita|Bisognin|p. 56}}.</ref> Le opere sono caratterizzate da una linea contorta e tormentata che esprime una drammaticità religiosa e una contemplazione mistica.<ref name=B56/>
Lo scontro fra le due correnti francescane portò Bernardino a fondare il maggior numero possibile di conventi di Osservanti. A [[Verona]] non ebbe problemi ad aprire un convento di suore francescane [[Monache Clarisse|Clarisse]] ed in pochi anni venne edificato un monastero, mentre fu più difficile creare un convento di frati minori Osservanti. A Verona, nell'abbazia di [[San Fermo Maggiore]], operava da due secoli una comunità francescana che faceva riferimento ai conventuali, alla quale fu pertanto posto un ostacolo direttamente dal suo ordine.
In fondo alla chiesa, presso la porta principale, si trova un'acquasantiera rinascimentale in marmo bianco-giallo e rosa.<ref name=B59/> Al centro della vasca è presenta una statuetta di San Francesco in ginocchio risalente al XVII secolo.<ref name=B59/>
 
Bernardino riuscì ad aprire una comunità di Osservanti solo con un trucco ed un lungo giro di accordi. Ottenne la possibilità di usare un monastero abbandonato da [[Ordine di San Benedetto|suore benedettine]], alle porte di Verona, che era pertinenza dei frati di [[Santa Giustina di Padova]]. Vi insediò, a questo punto, un gruppo di frati ''Osservanti'' fra i quali [[San Giovanni da Capestrano]].
;Altare maggiore
L'altare originale della chiesa, che fu distrutto dai bombardamenti del 1945 e fu rimpiazzato nello stesso anno con quello attuale,<ref name=B46>{{cita|Bisognin|p. 46}}.</ref> era una grande costruzione barocca ricca di marmi policromi, la cui realizzazione era stata seguita da Francesco Marchesini tra il [[1663]] e il [[1671]].<ref name=D/> Sull'altare è esposto un trittico di [[Francesco Benaglio]] del [[1462]], che precedentemente era ospitato nel coro, raffigurante la Madonna con il Bambino in trono con San Bernardino in preghiera e angeli al centro, i Santi Pietro, Paolo e Francesco a sinistra e i Santi Girolamo, Lodovico da Tolosa e Antonio da Padova a destra.<ref name=B46/><ref name=FM/> Questo dipinto presenta legami con il [[Pala di San Zeno|trittico di San Zeno]] del [[Mantegna]] identificabili nello sfondo con colonne in prospettiva e nei festoni di fiori e frutta.<ref name=B46/>
 
;Organo
L'organo di San Bernardino, collocato sull'architrave della porta che dà nel chiostro di San Francesco, risale al [[1481]] e fu realizzato su volontà della famiglia Rossi da [[Domenico Morone]].<ref name=B54>{{cita|Bisognin|p. 54}}.</ref> È uno dei più antichi d'Europa e si caratterizza per la grande elevazione e la linea slanciata,<ref name=B54/> con la base in legno dorato che si apre a calice divisa in nove triangolazioni.<ref name=D/> Sulle ante che coprono la cassa armonica sono dipinti San Francesco e San Bernardino,<ref name=D/> mentre all'interno lo strumento è costituito da legno dorato con fregi a rilievo.<ref name=B54/> Sopra le canne è presente la figura del Padre Eterno in rilievo.<ref name=B54/>
 
== Fra' Giovanni da Capestrano e il progetto di edificazione della chiesa ==
[[Immagine:InternoChiesaSanBernardinoVR.JPG|thumb|Interno della chiesa]]
Alla morte di Bernardino fra' Giovanni gli successe come guida dei frati minori Osservanti. La sua conoscenza di [[Verona]] gli permise, un anno dopo la canonizzazione di San Bernardino, avvenuta nel [[1450]] a soli sei anni dalla morte, di iniziare il progetto di costruzione della chiesa e del convento. Durante un ciclo di prediche a [[Verona]], convinse le autorità locali a concedere i permessi e i mezzi finanziari per la costruzione di una chiesa dedicata al santo. La chiesa sorse su un terreno acquistato appositamente in località ''Fornase'' e una delegazione di veronesi ottenne in tempi rapidi il permesso di edificazione dal [[Doge di Venezia]]. Fra' Giovanni seguì in prima persona l'edificazione e tornò spesso a [[Verona]].
 
;Altare rinascimentale
Il doge [[Francesco Foscari]] concesse la ''speciosa dogale'', per permettere la costruzione, il 3 luglio [[1451]] e già in ottobre si celebrò la prima messa sul terreno, su un altare preparato per l'occasione. La prima pietra venne posata il 20 maggio del [[1452]], nell'ottavo anniversario della morte di San Bernardino. Già nel [[1453]] la chiesa fu consacrata da incompiuta, e si arrivò alla fine della costruzione della prima navata ed alla copertura del suo tetto solo nel [[1466]].
Quest'altare di ispirazione sanmicheliana,<ref name=FM/> costruito nel [[1572]], fu collocato al centro della parete sinistra della navata su volontà della famiglia Giustiniani.<ref name=B57>{{cita|Bisognin|p. 57}}.</ref> La costruzione segue l'architettura di un tempio antico: sono presenti due colonne ioniche che sostengono un architrave a cornice, che sorregge tre mensole sormontate da tre vasi ornamentali.<ref name=B57/> Ai lati sono presenti due statue, che raffigurano il [[profeta Isaia]] e la [[Sibilla Cumana]], di Danese Cattaneo.<ref name=FM/> Al centro si trova un dipinto di [[Bernardino India]], contemporaneo all'esecuzione dell'altare, che rappresenta la natività di Cristo.<ref name=B57/> Tutto intorno all'altare, sulla parete della navata, è dipinta una decorazione pittorica con motivi a festoni vegetali e floreali.<ref name=B57/>
 
;Pulpito
Accanto all'altare rinascimentale è presente un pulpito in marmo policromo veronese, realizzato su volontà della famiglia Rossi e quindi contemporaneo all'organo.<ref name=B58>{{cita|Bisognin|p. 58}}.</ref><ref name=D/> La struttura si apre a calice crescente con cinque lati e il riquadro centrale della balaustra pentagonale reca in rilievo il monogramma del nome di Gesù al centro di un sole con molti raggi, sotto al quale sono presenti le iniziali del committente.<ref name=D/><ref name=B58/> Sulla porticina sono dipinti San Bernardino e San Francesco, mentre sul soffitto è presente l'immagine dell'agnello.<ref name=B58/>
 
;Altare barocco
Vicino alla porta d'ingresso della chiesa si trova un altare voluto dalla famiglia Brasavola nel [[1725]]. Questa struttura in stile barocco, progettata da Francesco Bibiena, è molto scenografica, con giochi di luci ed ombre, volute, linee spezzate, ricche decorazioni,<ref name=B59>{{cita|Bisognin|p. 59}}.</ref> ed è molto lontana dal resto della chiesa dal punto di vista stilistico.<ref name=D/> Su di esso si trovano dieci angeli scolpiti, sei colonne corinzie, due statue (raffiguranti San Francesco Solano e San Salvatore da Orta) e una tela di [[Antonio Balestra]] che rappresenta i santi francescani Pietro d'Alcantara, Giovanni da Capestrano e Giacomo della Marca.<ref name=B59/><ref name=FM/>
 
====Cappelle====
Alla navata principale della chiesa se ne aggiunge una sul lato destro formata dalle cinque cappelle che furono aggiunte all'edificio dal tardo XV secolo all'inizio del XVI secolo.<ref name=FM/>
 
;Cappella di San Francesco
Questa cappella, la prima che si incontra alla destra di chi entra in chiesa, fu costruita prima del 1512 per volontà dei Terziari francescani, dei laici che seguono l'insegnamento di San Francesco.<ref name=B14>{{cita|Bisognin|p. 14}}.</ref> È di forma rettangolare ed è coperta da un soffitto a botte. Gli affreschi che la ricoprono furono eseguiti nel [[1522]] da [[Niccolò Giolfino]] e raffigurano episodi della vita di San Francesco così come raccontati dalla [[Legenda maior]] di San Bonaventura.<ref name=B14/><ref name=D/><ref name=NS7>{{cita|Notizia storica|p. 7}}.</ref> Ogni affresco ha una didascalia che evidenzia il parallelismo tra San Francesco e Cristo e le scene presentano sullo sfondo paesaggi veronesi, come i [[Piazza Bra|portoni della Bra]], la [[torre dei Lamberti]], [[ponte Pietra]] e [[Castel San Pietro (Verona)|castel San Pietro]].<ref name=FM/>
 
Alle pareti della cappella sono addossati i monumenti funebri risalenti al [[1694]] dei fratelli Perez, ammiragli di Venezia.<ref name=B15>{{cita|Bisognin|p. 15}}.</ref> Sulla parete sinistra si trova un affresco di San Giovanni Evangelista che ha una visione sull'isola di Patmos, in cui si notano i membri dell'ordine francescano: i frati, le clarisse e i terziari.<ref name=B15/> Sulla stessa parete si notano affreschi raffiguranti la Spoliazione di San Francesco e l'Incontro di Francesco con Chiara.<ref>{{cita|Bisognin|p. 16}}.</ref> Altri dipinti mostrano l'Incontri di Francesco col Sultano Melek el Kamel e la Visione di Cristo e Madonna nella chiesetta di Santa Maria degli Angeli, legata all'indulgenza conosciuta come [[perdono d'Assisi]].<ref>{{cita|Bisognin|p. 17}}.</ref>
 
Sulla parete destra sono presenti la Vestizione dei primi tre compagni di Francesco ([[Bernardo di Quintavalle]], [[Pietro Cattani]] ed [[Egidio di Assisi]]), Francesco che sale al cielo su un carro di fuoco,<ref>{{cita|Bisognin|p. 18}}.</ref> Francesco che guarisce un ossesso e il Santo che riceve le stimate.<ref>{{cita|Bisognin|p. 19}}.</ref> Si notano poi la guarigione dei malati al contatto con l'acqua con cui il Santo si era lavato le piaghe delle stimate, la Promessa di Francesco di liberare i suoi frati dal Purgatorio all'anniversario della sua morte, la Visione e guarigione di papa Gregorio IX e, di nuovo, i primi tre seguaci di Francesco.<ref>{{cita|Bisognin|p. 20}}.</ref><ref name=B21>{{cita|Bisognin|p. 21}}.</ref>
 
Sull'altare, risalente al XVIII secolo,<ref name=FM/> è esposta una copia effettuata nel [[1863]] da [[Angelo Recchia]] della tela di [[Paolo Morando]] del 1522, raffigurante la Gloria della Vergine con in braccio il Bambino tra San Francesco e Sant'Antonio, conservata al [[museo di Castelvecchio]].<ref name=B22>{{cita|Bisognin|p. 22}}.</ref><ref name=NS7/> Ai piedi della Vergine si trovano Sant'Elisabetta, San bonaventura, San Ludovico IX, Sant'Ivo, San Lodovico, Sant'Elzeario e la committente, Caterina de' Sacchi.<ref>{{cita|Bisognin|p. 23}}.</ref> Dietro l'altare sono dipinti la Benedizione di Francesco morente ad Assisi e la Gloria di San Francesco in cielo.<ref name=B21/> Al centro del soffitto è dipinto Cristo risorto attorniato da quattro profeti, mentre sulla volta ci sono quattro riquadri con apostoli e rettangoli per gli apostoli rimanenti.<ref name=B22/>
 
;Cappella dei Banda
Questa cappella fu costruita nel [[1486]] e presenta un soffitto a vela con quattro costoloni in cotto.<ref name=B24>{{cita|Bisognin|p. 24}}.</ref> La pala, che rappresenta la Madonna col bambino in trono con i Santi Giorgio e Girolamo, circondati da angeli citarizzanti, risale al [[1488]] e fu dipinta da [[Francesco Bonsignori]].<ref name=B24/> Sull'altare cinquecentesco è presente un rilievo del busto dei Cristo Redentore. La cappella fu danneggiata più volte dalle piene dell'Adige e fu restaurata nel [[1757]] da Felice Cignaroli.<ref name=B24/><ref name=D/>
 
;Cappella Canossa
Prima del 1541 fu costruita questa cappella dal soffitto a botte e dall'altare settecentesco.<ref name=B26>{{cita|Bisognin|p. 26}}.</ref> Sulla parete sinistra c'è una lapide che riporta che nel [[1690]] la marchesa Beatrice Martinengo Canossa fece una donazione ai francescani.<ref name=B28/> Originariamente era presente una tela di [[Felice Boscarato]] raffigurante San Bonaventura, ma nel [[1932]] Agostino Pegrassi decorò le pareti con dipinti ispirati al dogma dell'[[Immacolata concezione]],<ref>{{cita|Bisognin|p. 27}}.</ref> come la cacciata dal Paradiso di Adamo ed Eva e la proclamazione da parte di [[Pio IX]] del dogma nel [[1854]] con i Santi Agostino, Giovanni Damasceno e Girolamo.<ref name=B28>{{cita|Bisognin|p. 28}}.</ref> Nello stesso anno fu collocata nella cappella una statua lignea della Beata Vergine Immacolata.<ref name=B26/>
 
;Cappella Medici o di Sant'Antonio
Questa cappella, preceduta da un piccolo spazio con soffitto a nervature ad ombrello e che si apre con un arco a tutto sesto, fu edificata prima del 1498 e restaurata per la prima volta nel 1571.<ref name=B30>{{cita|Bisognin|p. 30}}.</ref> Sulla volta a vela della navatella antistante sono dipinti i quattro evangelisti,<ref name=B31/> mentre sui piedritti che sostengono i quattro archi sono raffigurati i Santi Girolamo, Agostino, Gregorio Magno e Ambrogio, i quattro dottori della Chiesa.<ref name=B32>{{cita|Bisognin|p. 32}}.</ref> Sugli altri pilastri sono affrescati le Sante Elisabetta, Elena, Caterina da Alessandria e un'altra, forse Sant'Orsola.<ref name=B32/> È decorata con affreschi di [[Domenico Morone]] del 1498,<ref name=B30/> tra i quali si possono identificare il [[miracolo della mula]] e altre scene di miracoli operati dal Santo di [[Padova]].<ref name=B31>{{cita|Bisognin|p. 31}}.</ref><ref name=D/>
 
L'altare sorregge un'ancona a trittico con quattro colonne di marmo giallo e tre scomparti in marmo rosso che ospitano le tre statue in pietra grigia di Sant'Antonio, San Francesco e San Bernardino.<ref name=B35>{{cita|Bisognin|p. 35}}.</ref> Nel [[1935]] venne posta sotto l'altare una statua di Sant'Antonio morente realizzata da Banterle.<ref name=B35/>
 
;Cappella Avanzi o della Croce
[[File:CappellaAvanzi.JPG|thumb|La cappella Avanzi]]
La costruzione della cappella fu voluta da Bartolomeo Avanzi nel suo testamento del 1492.<ref name=B36>{{cita|Bisognin|p. 36}}.</ref> Essa fu edificata in cinque anni in forma quadrata, con la colta a crociera, e venne restaurata nel 1769.<ref name=B36/> La cappella contiene dei preziosi dipinti, la maggior parte dei quali commissionati dalla Confraternita della Santa Croce.<ref name=B38/>
 
Al centro del gruppo di dipinti che rivestono la cappella, sopra l'altare, è presente una Crocifissione di [[Francesco Morone]] del 1498. La cornice riproduce una ricca composizione architettonica, con candelabre, architravi e capitelli.<ref name=B36/> Sotto alla Crocifissione ci sono tre opere di [[Paolo Morando]], detto il Cavazzola, risalenti al 1517: la Preghiera di Gesù al Getsemani, la Deposizione dalla croce e Cristo che porta la croce.<ref name=B38>{{cita|Bisognin|p. 38}}.</ref> I due scomparti superiori contengono opere dello stesso autore, che rappresentano il Cristo flagellato alla colonna e la Derisione di Cristo.<ref name=B38/> Subito sopra l'altare sono presenti quattro ritratti di busti del Cavazzola, e al centro una Dormizione di Maria.<ref name=B38/>
 
Nel [[1546]] altri artisti si dedicarono alla decorazione della cappella, tra cui [[Antonio Badile]] (con la Resurrezione di Lazzaro), [[Giovan Francesco Caroto]] (con il Commiato di Gesù dalla madre), [[Niccolò Giolfino]], [[Paolo Veronese]], che dipinse la Resurrezione della figlia di Giairo, tela portata a Vienna nel [[1696]] e sostituita con una copia.<ref>{{cita|Bisognin|p. 39}}.</ref><ref name=FM/><ref name=D/>
 
;Compianto
Nel piccolo spazio a destra della cappella Avanzi, chiamato cappella del Sepolcro, sono collocate sei statue in tufo dipinto che formano la scena del compianto sul Cristo morto.<ref name=B40>{{cita|Bisognin|p. 40}}.</ref> La piccola cappella è coperta da un soffitto a vela e sui muri conserva tracce degli affreschi originali.<ref name=FM/> Le sculture, quattrocentesche, raffigurano Cristo disteso, la Vergine svenuta e sostenuta da due donne, San Giovanni e la Maddalena, mentre la statua di Bartolomeo Avanzi è stata perduta.<ref name=D/> [[Vittorio Sgarbi]] sostiene che le sculture siano di gesso e che quest'opera sia l'unico gruppo scultoreo eseguito dal [[Mantegna]];<ref name=B40/> anche se l'autore è ignoto, si ritiene che comunque abbia subito l'influsso dell'arte mantegnesca.<ref name=FM/>
 
;Cappella Pellegrini
{{vedi anche|Cappella Pellegrini (San Bernardino)}}
[[File:CappellaPellegriniVerona.jpg|thumb|left|Spaccato della cappella Pellegrini]]
Questa cappella, originariamente intitolata a Sant'Anna, fu voluta dalla nobildonna Margherita Pellegrini, vedova di Benedetto Raimondi, a cui erano morti anche i figli Nicola e Anna; la costruzione, quindi, doveva fungere da cappella funebre per contenere le spoglie della committente e dei suoi familiari, anche se il risultato finale tradì questo progetto.<ref name=G3>{{cita|Giuliari|p. 3}}.</ref><ref name=B42>{{cita|Bisognin|p. 42}}.</ref> La costruzione iniziò nel 1529,<ref name=V103/> fu confermata con il testamento della donna del 22 dicembre 1554 e fu ribadita con il successivo stilato il 24 settembre 1557, nel quale ella chiedeva di continuare l'edificazione della cappella anche dopo la sua morte e di conservare in buono stato l'edificio.<ref name=G3/>
 
La progettazione della cappella fu affidata a [[Michele Sammicheli]], che realizzò uno spazio dotato di una grande armonia delle parti e di una limpida distribuzione della luce, con un'architettura che ricorda le costruzioni antiche, in particolare il [[Pantheon]] di Roma, i [[portoni Borsari]] e l'[[arco dei Gavi]] di Verona.<ref name=B44>{{cita|Bisognin|p. 44}}.</ref> Fu utilizzata una varietà di marmo veronese chiamata "bronzino".<ref name=B42/>
 
La cappella ha pianta centrale ed è costituita da due livelli sovrapposti e sormontati da una cupola. Il diametro della parte inferiore è più stretto di quello della parte superiore; questa particolarità distingue questa cappella da altre, in cui la cupola parte direttamente dal primo livello.<ref>{{cita|Bisognin|p. 43}}.</ref> Il primo livello, di ordine corinzio, presenta quattro portali a sesto ribassato, tre dei quali occupati da altari, mentre uno ospita l'ampia porta d'ingresso. Gli archi sono delimitati da colonne scanalate che sostengono una trabeazione con frontoni triangolari sopra agli altari.<ref name=FM/><ref name=B42/> Interposte agli altari ci sono nicchie vuote, che avrebbero dovuto ospitare delle statue,<ref name=B45>{{cita|Bisognin|p. 45}}.</ref> ornate ai lati con candelabre scolpite raffiguranti conchiglie e ghirlande.<ref name=FM/> Sopra al primo ordine è presente un ballatoio, all'altezza del quale inizia il secondo livello, anch'esso con colonne corinzie, in cui si aprono quattro grandi finestre tripartite da colonne ioniche con capitelli corinzi e che si trovano in corrispondenza dei timpani del livello inferiore.<ref name=V104>{{cita|Viviani|p. 104}}.</ref> La cupola a cassettoni con rosoni su sfondo azzurro, chiusa da una lanterna, copre la cappella.<ref name=V104/> La cupola con tamburo, presente qui per la prima volta, diventò una cifra stilistica sammicheliana, come si può riscontrare nelle cupole della chiesa di [[Chiesa di Madonna di Campagna (Verona)|Madonna di Campagna]] e di [[Chiesa di San Giorgio in Braida|San Giorgio in Braida]] e nel tempio del [[Lazzaretto di Verona|Lazzaretto]].<ref>{{cita|Brugnoli|p. 406}}.</ref>
Assieme alla chiesa fu costruito anche il convento: Fra' Giovanni lo volle spazioso e razionale, con quattro chiostri e due cortili. Dopo la fine della costruzione la chiesa si aprì alle esigenze delle famiglie maggiorenti della città e fin dal [[1486]] iniziarono lavori per le cappelle gentilizie, i primi furono i ''Medici'' ed i ''Banda''.
 
[[File:CappellaPellegriniVR.JPG|thumb|Particolare della cappella, progettata da [[Michele Sanmicheli]]]]
== I tratti salienti e l'importanza del complesso ==
 
Sull'altare maggiore della cappella è presente un dipinto di [[Bernardino India]] del [[1579]] raffigurante la Madonna con Bambino e Sant'Anna.<ref name=B44/> Nella mezzaluna una tela di [[Pasquale Ottino]] ritrae il Padre Eterno, mentre intorno alla pala dell'India sono esposti due dipinti dell'Ottino con i Santi Giuseppe e Gioacchino.<ref name=NS7>{{cita|Notizia storica|p. 7}}.</ref> Le tele dell'Ottino furono realizzate probabilmente tra il 1619 e il 1623.<ref name=D/> Sulle pareti sono presenti dei riquadri che avrebbero dovuto ospitare altri dipinti ma che non furono mai riempiti.<ref name=B45/>
La chiesa di San Bernardino ha tratti semplici. La facciata ricorda, con dimensioni maggiori, la [[facciata a capanna|struttura a capanna]] delle piccole chiese con una unica [[navata]]. La facciata è esclusivamente in [[cotto a vista]] con un portale rinascimentale con un ornamento superiore di tre santi. In effetti, la prima edificazione della chiesa fu su un'unica navata. In seguito ad una rifacimento dei primi tempi la pianta interna ha assunto una forma non usuale con una seconda navata più piccola da cui si dipartono le numerose cappelle. La chiesa fa parte di un ancora funzionante convento francescano in cui vi è una ricca presenza di chiostri e stanze affrescate, in più, proprio per la presenza delle cappelle ha una delle più significative raccolte della pittura veronese del [[XVI secolo]].
 
Margherita Pellegrini morì nel 1557 e la costruzione fu affidata ad un altro architetto, il quale modificò il progetto concludendo in fretta l'edificazione della cappella.<ref name=G3/><ref name=B42/> Il [[Vasari]] afferma che l'edificio fu completato da un architetto peggiore di Sammicheli, ma sbaglia nel dire che questo fu allontanato per l'avarizia della committente, che in realtà era già deceduta.<ref>{{cita|Giuliari|pp. 5-6}}.</ref>
Il territorio circostante il convento, che sorge nel rione di San Zeno, ha avuto numerosi insediamenti successivi di strutture di ordini religiosi, facendone, nella città di [[Verona]], la zona con la più alta presenza di conventi e scuole private cattoliche.
 
Dopo due secoli di abbandono, l'abate Giuseppe Luigi Pellegrini, nel 1793, si interessò dell'edificio e decise di restaurarlo con il benestare del fratello Carlo Pellegrini, maresciallo dell'impero austriaco.<ref name=G3/> I lavori furono diretti da [[Bartolomeo Giuliari]], che si era già occupato in precedenza di restauri di opere sammicheliane.<ref name=G3/> La cappella fu così riportata al progetto originale: i cassettoni della volta furono risistemati con migliori proporzioni, fu riaperto l'oculo della cupola, che era stato chiuso con un rosone, nel secondo ordine si intagliarono alcune decorazioni sulla cornice e le foglie sui capitelli, vennero scanalate le colonne e i pilastri, furono introdotti i festoni in rilievo sotto l'architrave del secondo livello, così come era già stato fatto nel primo.<ref name=G4>{{cita|Giuliari|p. 4}}.</ref> Nel 1795 tutti i lavori furono conclusi.<ref name=G4/>
Il campanile, di pianta rettangolare, ospita sei campane intonate secondo la scala di Mi3. Queste vengono suonate ancora manualmente secondo la tecnica dei concerti di [[Campane alla Veronese]].
 
==Descrizione del complesso==
== Le Cappelle ==
===Chiostri===
[[File:615VeronaSBernardino.JPG|thumb|Veduta del chiostro di Sant'Antonio dalla facciata della chiesa]]
Il complesso di San Bernardino è dotato di tre chiostri.
 
;Chiostro di Sant'Antonio
[[File:CappellaAvanzi.JPG|thumb|left|Cappella Avanzi riccamente affrescata]]
Il primo chiostro che si incontra all'ingresso è quello di Sant'Antonio, che si sviluppa davanti alla facciata della chiesa e ne costituisce il sagrato.<ref name=FM/> Questo è il più grande dei chiostri del convento e si articola in tre lati con un totale di 36 colonne con capitelli diversi in stile gotico.<ref name=B10>{{cita|Bisognin|p. 10}}.</ref> Sulle lunette delle pareti sono presenti affreschi raffiguranti i miracoli di Sant'Antonio; sopra alla porta che conduce nel convento c'è un affresco di Paolo Morando del 1520 che rappresenta San Bernardino.<ref name=B10/> Lungo il chiostro sono presenti numerose cenotafi e lapidi, la più antica delle quali risalente al 1481.<ref name=B11/> Le entrate del chiostro sono chiuse da tre cancelli in ferro battuto del 1930; quello centrale presenta il monogramma del nome di Gesù mentre quelli laterali portano lo stemma francescano. Sopra al portale ci sono le statue settecentesche di San Bernardino, San Francesco e Santa Chiara.<ref name=B10/>
 
;Chiostro di San Francesco
Le Cappelle che si aprono sulla navata minore sono sei.
Di forma rettangolare, questo chiostro è ha soffitto a vela e le campate, con archi a tutto sesto, sono scandite da colonne con capitelli corinzi.<ref name=B60>{{cita|Bisognin|p. 60}}.</ref> La costruzione di quest'ambiente fu contemporanea a quella della chiesa. Nelle lunette, una cinquantina in totale, sono presenti affreschi con la biografia di San Francesco, opera di [[Giambattista Rovedata]] risalente al [[1605]] circa.<ref name=B60/> Sul lato sud si affacciano alcune sale che un tempo costituivano le aule scolastiche dello studio di teologia del convento.<ref name=D/>
* La prima è la ''Cappella di San Francesco'' detta anche dei Terziari. Gli affreschi di questa cappella sono di [[Nicolo Giolfino]] e risalgono al [[1522]] con soggetti che riguardano storie su ''San Giovanni Evangelista'' e ''San Francesco''. Negli affreschi riguardanti San Francesco, i critici riconoscono un forte influsso del contemporaneo pittore veneziano [[Lorenzo Lotto]], che fra l'altro casualmente dipingeva l'anno prima nella [[chiesa di San Bernardino (Bergamo)|chiesa di San Bernardino]] a [[Bergamo]].
* La seconda è la ''Cappella dei Banda (o di San Girolamo)'' in cui è presente un [[altare]] con una ''Madonna con bimbo e santi (Giorgio e Girolamo)'' eseguita nel [[1488]] da [[Francesco Bonsignori]].
* La terza cappella è ricordata come luogo di sepoltura di alcuni membri della famiglia Canossa di Verona, non rimangono opere d'arte originali.
* La quarta cappella, dedicata a ''Sant'Antonio'' detta anche dei Medici ha affreschi di [[Domenico Morone]]. Gli affreschi, del [[1511]], sono in cattivo stato di conservazione.
* La quinta Cappella, anch'essa con due nomi, ''della Croce'' o ''Avanzi'' è ricca di tele, alcune di esse ricordate dal [[Giorgio Vasari|Vasari]]. Di [[Francesco Morone]] c'è ''La Crocifissione'' del [[1548]], che domina la parete centrale, attorno ad essa ci sono opere (copie, gli originali sono nel [[Museo di Castelvecchio]] di un allievo del Morone, Paolo Morando conosciuto come [[Cavazzola]]. Vasari le ricorda come le migliori del pittore. A sinistra ''I'incontro di Maria con Gesù'' di [[Francesco Caroto]] assieme all'opera di un suo allievo, [[Antonio Badile]] che a sua volta fu maestro di [[Paolo Caliari]], dal soggetto ''Resurrezione di Lazzaro''. Le altre tele sono di ''Nicolo Giolfino'' che rappresentano scene della Passione: ''Cattura di Gesù'', ''Gesù davanti a Pilato'', ''Gesù che viene inchiodato alla croce'' e sull'arco la ''Resurrezione''.
 
;Chiostro di San Bernardino
[[File:CappellaPellegriniVR.JPG|thumb|Particolare della [[Cappella Pellegrini (San Bernardino)|cappella Pellegrini]] progettata da [[Michele Sanmicheli]]]]
Questo chiostro si trova alla sinistra dell'entrata del convento.<ref name=D/> Le sue campate, scandite da pilastri, hanno soffitto a vela e arcate a tutto sesto con mattoni a vista.<ref name=B62>{{cita|Bisognin|p. 62}}.</ref> Le lunette contengono affreschi di Rovedata raffiguranti episodi della vita di San Bernardino. Il soffitto è dipinto con fiori stilizzati su sfondo azzurro.<ref name=B62/> Durante i restauri del [[1974]] sono state identificate tracce di alcune porte sul lato orientale che immettevano nel vecchio carcere del convento che ospitava i frati che trascuravano la vita religiosa.<ref name=D/>
 
===Sala Morone===
* La [[Cappella Pellegrini (San Bernardino)|sesta cappella]] fu progettata da [[Michele Sammicheli]] ed ebbe un tempo di esecuzione lunghissimo, oltre 30 anni. Rientra nell'opera del Vasari l'insoddisfazione dell'architetto per i tempi lunghissimi della sua esecuzione. La Cappella porta il nome della famiglia ''Pellegrini'' e fu iniziata intorno al [[1530]], la sua pianta esce dalla struttura della chiesa ed ha la forma di un semicilindro. Fra le opere al suo interno vanno ricordate la pala di altare del [[1579]] ''Madonna col Bambino e Sant'Anna'' di [[Bernardino India]] e la lunetta con un dipinto del ''Padre Eterno'' di [[Pasquale Ottino]].
In seguito alla nomina del convento come Studium generale dell'Ordine, padre Ludovico della Torre decise di dotare il complesso di una nuova biblioteca.<ref name=B65>{{cita|Bisognin|p. 65}}.</ref> La sala, delle dimensioni di 20 metri per 10, illuminata da dieci finestre,<ref name=B64>{{cita|Bisognin|p. 64}}.</ref> fu costruita tra il 1494 e il 1503 grazie al finanziamento di Lionello di Donato Sagramoso, mentre altri benefattori donarono numerosi manoscritti e libri.<ref name=B65/> Le pareti furono affrescate con un ciclo di circa 300 metri quadrati da Domenico Morone, ma altri ritengono che l'esecutore degli affreschi fu Giolfino, Paolo Morando o [[Girolamo dai Libri]].<ref name=B65/><ref>{{cita|Bisognin|p. 66}}.</ref><ref name=D/>
 
Sulla parete di fronte all'ingresso della stanza è affrescato un grande trittico diviso da due colonne corinzie dipinte.<ref name=B67>{{cita|Bisognin|p. 67}}.</ref> Nel riquadro centrale è presente la Vergine Maria con diciotto angeli; sullo sfondo sono dipinti paesaggi del veronese come il [[lago di Garda]], con il [[castello di Malcesine]], e la [[Lessinia]].<ref name=B67/> Ai piedi della Vergine si trovano le figure dei committenti, Sagramoso e la moglie.<ref name=B67/> Sono dipinte anche le figure di San Francesco e Santa Chiara, in posizione eretta.<ref name=B67/> Nel riquadro di destra sono presenti le figure più importanti dell'Ordine, i Santi Antonio, Bonaventura, Bernardino da Siena e Lodovico da Tolosa.<ref name=B67/> Nella parte sinistra, invece, sono dipinti i protomartiri francescani in Marocco, martirizzati il 16 gennaio 1220.<ref name=B67/> Sulle altre pareti sono raffigurati i Padri della Chiesa e i papi francescani, per un totale di 28 figure, mentre nel fregio superiore sono presenti 18 medaglioni con ritratti di frati a mezzo busto.<ref>{{cita|Bisognin|p. 68}}.</ref><ref>{{cita|Benini|p. 92}}.</ref>
Una serie di circostanze fa delle Cappelle di San Bernardino una galleria dei principali pittori di scuola veronese di quel periodo. Alcune delle famiglie avevano da poco costruito i loro palazzi nell'attuale corso Cavour, vicino all'[[Adige]], fra [[Castelvecchio (Verona)|Castelvecchio]] e [[Porta Borsari (Verona)|Porta Borsari]] e la chiesa ed il convento di San Bernardino si trovavano nella prima campagna a poca distanza e all'interno delle mura veneziane, ovvero in posizione di sicurezza.
 
Il pavimento della stanza, originariamente, era in maiolica; fu danneggiato nel 1940 e sostituito con quello attuale, in cotto.<ref>{{cita|Bisognin|p. 69}}.</ref> Oggi la sala è di proprietà del comune di Verona e viene usata per dibattiti e conferenze.<ref name=B64/>
== La sala Morone ==
 
==Note==
All'interno del convento è di un certo rilievo la sala che era destinata ad essere la biblioteca del convento, costruita fra il [[1494]] e il [[1503]]. Ha preso il nome di ''Sala Morone'' per gli affreschi di [[Domenico Morone|Domenico]] e di suo figlio [[Francesco Morone]]. Gli affreschi sono in ottimo stato di conservazione, grazie a un restauro finanziato nel [[1980]] dalla [[Banca Popolare di Verona]] e curato da [[Pierpaolo Cristani]], e vi sono raffigurati personaggi celebri dei Francescani. La biblioteca, con un importante patrimonio librario, fu donata da [[Lionello Sagramoso]] che apparteneva ad una delle famiglie che resero importante il convento e la chiesa di San Bernardino. La sala, di proprietà comunale, era, in anni recenti, destinata a conferenze e, per la buona acustica, a concerti da camera e lirici in collaborazione con associazioni.
{{references}}
 
==Bibliografia==
*{{cita libro|nome=Gianfranco|cognome=Benini|titolo=Le chiese di Verona|cid=Benini|editore=Rotary Club di Verona Est|anno=1995}}
Gene P. Veronesi. The Decoration of the Sala di Morone in the Church of San Bernardino, Verona Italy. Ph.D. Dissertation, Case Western University, 2001.
*{{cita libro|autore=Davide Bisognin|coautore=Giuseppe Guastella|titolo=La chiesa di San Bernardino|editore=Ottaviani|città=Verona|anno=2009|cid=Bisognin}}
*{{cita libro|G.|Borelli|Chiese e monasteri di Verona|1980|Banca popolare di Verona|Verona}}
*{{cita libro|nome=Pierpaolo|cognome= Brugnoli|titolo=Architettura sacra a Verona dal secolo XV al secolo XVIII|anno=1980|città=Verona|editore=Banca Popolare di Verona|cid=Brugnoli}}
*{{cita libro|nome=Gian Maria|cognome=Dianin|titolo=San Bernardino, Verona: guida storico-artistica|editore=Banca Popolare di Verona|città=Verona|anno=1985|cid=Dianin}}
*{{cita libro|nome=Bartolomeo|cognome=Giuliari|titolo=Cappella della famiglia Pellegrini esistente nella Chiesa di San Bernardino di Verona|anno=1816|città=Verona|editore=Tipografia Giuliari|cid=Giuliari}}
*{{cita libro|titolo=Chiese di Verona|curatore=Giuseppe Franco Viviani|città=Verona|editore=Società Cattolica di Assicurazioni|anno=2002|cid=Viviani}}
*{{cita libro|titolo=Breve notizia storica della chiesa di S. Bernardino di Verona dei P.P. minori osservanti di San Francesco|editore=Tommasi|città=Verona|cid=Notizia Storica}}
*{{cita pubblicazione|titolo=La chiesa di San Bernardino|editore=Frati minori di San Bernardino|città=Verona|cid=Frati minori}}
 
==Voci correlate==