Giacomo Mancini: differenze tra le versioni

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Avvocato, [[antifascismo|antifascista]], figlio di [[Pietro Mancini (1876-1968)|Pietro Mancini]], uno dei fondatori del PSI, nel [[1944]] entrò a far parte dell'organizzazione militare clandestina a [[Roma]]. Dopo la liberazione, rientrato a Cosenza, diventò segretario, fino al [[1947]], della locale federazione socialista e membro della direzione nazionale del partito fino al [[1948]]. Consigliere comunale di Cosenza dal [[1946]] al [[1952]], alla [[Camera dei deputati|Camera]] entrò nel [[1948]], con 26 000 voti di preferenza tra la sua gente, eletto nelle liste del [[Fronte Democratico Popolare]]: ci restò per dieci legislature.
 
Nel gennaio del [[1953]] venne eletto segretario regionale del PSI. Nel [[1956]], all'indomani della feroce repressione sovietica della rivoluzione ungherese, le strade dei socialisti e dei comunisti si separarono e Mancini fu chiamato da [[Pietro Nenni]] a occuparsi dell'organizzazione del PSI.
 
Autonomista, nenniano, uomo di governo nel [[centrosinistra]], fu [[Ministri della sanità della Repubblica Italiana|Ministro della sanità]] nel [[Governo Moro I|primo governo Moro]] e [[Ministri dei lavori pubblici della Repubblica Italiana|Ministro dei lavori pubblici]] nel [[Governo Moro II|secondo]] e [[Governo Moro III|terzo governo Moro]] e nel [[Governo Rumor I|primo]] e [[Governo Rumor II|secondo governo Rumor]], diventando ministro del Mezzogiorno nel [[Governo Rumor V|quinto governo Rumor]]. Da ministro della Sanità impose tra l'altro l’introduzione del vaccino antipolio [[Sabin]].