Proprietà collettiva: differenze tra le versioni
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==In Italia==
===Gli usi civici===
Il complesso dei beni rimasti di ''proprietà collettiva'' o gravati tuttora da [[usi civici]] ammonta ad alcuni milioni di ettari <ref>
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Per la Basilicata, è attualmente in vigore la [http://demaniocivico.blogspot.com/2008/11/legge-regionale-n.html L.R. 57/2000 come successivamente modificata dalla L.R. 25/2002 e dalla L.R. 15/2008].
Già all'epoca romana uno dei temi sociali più importanti e irrisolto era l'immenso patrimonio immobiliare del ''populus romanus'', usurpato dalla classe dominante, e di cui i tribuni della plebe periodicamente richiedevano una distribuzione ai plebei o comunque di sottrarli ai patrizi e ai ''cavalieri'' che li avevano usurpati.
La stessa società feudale medioevale aveva concesso ai servi della gleba l'utilizzo sia pure in forma marginale delle terre con una serie di possibilità di fruire di alcuni utilizzi: [[pascolo]], [[legnatico]], spigolatura. Molte volte gli usi civici, oltre che sulle terre demaniali, gravavano sui beni ecclesiastici <ref>
La donazione di terre ai conventi e alle diocesi era spesso accompagnata dalla costituzione di usi civici a favore della popolazione locale. In altri casi, come a [[Abbazia di Nonantola|Nonantola]], i beni stessi erano concessi in [[enfiteusi]] alla popolazione locale. Il ''dominio eminente'' era del monastero, ma il ''dominio utile era dei cittadini, riuniti in una [[partecipanza]]
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<references/>
==Bibliografia==
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==Voci correlate==
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