Proprietà collettiva: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: fix citazione web (v. discussione)
Riga 6:
==In Italia==
===Gli usi civici===
Il complesso dei beni rimasti di ''proprietà collettiva'' o gravati tuttora da [[usi civici]] ammonta ad alcuni milioni di ettari <ref> Vedi Manuel Olivares '' Beni civici: patrimonio della collettiva locale''
</ref>
 
Riga 13:
Per la Basilicata, è attualmente in vigore la [http://demaniocivico.blogspot.com/2008/11/legge-regionale-n.html L.R. 57/2000 come successivamente modificata dalla L.R. 25/2002 e dalla L.R. 15/2008].
 
Già all'epoca romana uno dei temi sociali più importanti e irrisolto era l'immenso patrimonio immobiliare del ''populus romanus'', usurpato dalla classe dominante, e di cui i tribuni della plebe periodicamente richiedevano una distribuzione ai plebei o comunque di sottrarli ai patrizi e ai ''cavalieri'' che li avevano usurpati. <ref> [[Tiberio Gracco]], eletto tribuno della plebe nel 133 a.C. propose una legge per la redistribuzione delle terre del suolo italico, usurpate dai ricchi ai più poveri e offerte ai forestieri per la lavorazione (legge agraria). La legge limitava l'occupazione delle terre dello stato a 125 ettari e riassegnava le terre eccedenti ai contadini in rovina. Una famiglia nobile poteva avere 500 iugeri di terreno, più 250 per ogni figlio, ma non più di 1000; I terreni confiscati furono distribuiti in modo che ogni famiglia della plebe contadina avesse 37 iugeri</ref>
La stessa società feudale medioevale aveva concesso ai servi della gleba l'utilizzo sia pure in forma marginale delle terre con una serie di possibilità di fruire di alcuni utilizzi: [[pascolo]], [[legnatico]], spigolatura. Molte volte gli usi civici, oltre che sulle terre demaniali, gravavano sui beni ecclesiastici <ref> Del resto una forte corrente di pensiero vedeva i beni ecclesiastici soprattutto destinati agli usi dei poveri, in particolare sulla base dell'istituto della [[quarta pauperum]]</ref>
 
La donazione di terre ai conventi e alle diocesi era spesso accompagnata dalla costituzione di usi civici a favore della popolazione locale. In altri casi, come a [[Abbazia di Nonantola|Nonantola]], i beni stessi erano concessi in [[enfiteusi]] alla popolazione locale. Il ''dominio eminente'' era del monastero, ma il ''dominio utile era dei cittadini, riuniti in una [[partecipanza]]
Riga 36:
<references/>
==Bibliografia==
*[{{cita web|http://www.nuovaterraantica.org/programmaNONANTOLA.pdf |Convegno La gestione delle risorse collettive nell'Italia settentrionale]}}
*[{{cita web|http://www.professionaldreamers.net/_prowp/wp-content/uploads/9788890429545-web.pdf |«Le proprietà collettive tra spazio e società» di Francesco Minora. Saggio introduttivo alle proprietà collettive]}}
*[{{cita web|url=http://www.professionaldreamers.net/?p=2780 |titolo=«Terre comuni» di Francesco Minora. Volume sulle proprietà collettive in Trentino]}}
 
==Voci correlate==