Titolo di Stato: differenze tra le versioni
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La garanzia delle obbligazioni resta in capo agli enti emittenti. In caso di insolvenza, non è previsto l'intervento dello Stato o dell'ente locale "sovraordinato" (Provincie in aiuto dei Comuni, Regioni a sostegno delle provincie insolventi).
Lo scarso successo di questi strumenti dipende anche dalla incompleta attuazione del diritto delle regioni a beneficiare di tributi propri, aggiuntivi ai trasferimenti dallo Stato (art. 119 della Costituzione), tali da garantire entrate sufficienti e soprattutto certe, non revocabili dai Governi centrali, e la capacità di rimborso delle obbligazioni contratte. La certezza delle entrate è più importante della loro entità ai fini del ''rating'' dello strumento e dell'interesse richiesto dal mercato; se le entrate sono minori, può essere allungata la durata dei titoli.<br />A fronte di un disimpegno dello Stato e degli enti superiori, che beneficiano di entrate maggiori e di un patrimonio demaniale più grande, e possono offrire garanzie maggiori di quelle dell'emittente, l'investitore richiede un interesse e un premio di rischio maggiori dei titoli di Stato.
Viceversa, se fosse sempre lo Stato a pagare per gli emittenti che non rimborsano le loro obbligazioni, questo si tradurrebbe per gli enti locali in una libertà di spesa basata sui debiti e senza responsabilità.
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Le obbligazioni di scopo permettono di ripagare in tempi rapidi i fornitori della pubblica amministrazione, l'opera è ripagata nel tempo da tutti i soggetti che ne traggono beneficio, se sono divisi ugualmente negli anni il rimborso di capitale e interessi, o quanto meno la tassazione sottostante che li finanzia.
Valutazioni politiche ed elettorali possono indurre le amministrazioni a prolungare il più possibile la durata dei buoni per beneficiare di quote interessi più basse, e ad emettere obbligazioni che prevedono il rimborso a scadenza dell'intera quota capitale: l'ente locale, con strumenti di durata non inferiore ai 5 anni (ogni 7 si vota), potrebbe realizzare opere di pubblica utilità a costo zero per i suoi cittadini-elettori, lasciando il debito alle generazioni e alle amministrazioni successive. Ciò ridurrebbe la libertà dei futuri elettori, consegnando loro amministrazioni con una libertà di spesa limitata da debiti contratti in passato.
La obbligazioni di scopo restano un'opportunità per gli enti locali, se confrontati con gli interessi richiesti dagli istituti di credito.
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