Tornabuoni: differenze tra le versioni

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==Storia familiare==
===Origini e ascesa===
La famiglia si chiamava anticamente '''Tornaquinci''' ed era arrivata a Firenze sin dal X secolo e nel XII facevano parte delle famiglie che governavano la città quando si scelse di schierarsi contro [[Federico Barbarossa]]. Nel [[1178]] ci furono scontri di piazza tra antimperiali ([[Cavalcanti]], [[Giandonati]], Tornaquinci e pochi altri) e filoimperiali ([[Uberti]]), che vide la sconfitta dei secondi.
 
La famiglia si arricchì con il commercio e il cambio (attività bancaria), arrivando ad essere inserita tra i "magnati", cioè quelle famiglie "aristocratiche" che godevano di un certo potere economico e anche militare. A questo erano arrivati soprattutto tramite la fortuna commerciale, non essendo nessun Tornaquinci dichiarato cavaliere né aver partecipato alle crociate. Fecero parte della fazione [[guelfa]] e patirono diverse vittime durante la battaglia della [[Val di Nievole]] dell'agosto del [[1315]]. Con la sconfitta però della fazione [[ghibellina]] vollero accedere alle cariche pubbliche, ma la loro ascesa politica venne presto sbarrata dalle leggi anti-magnatizie. Nel [[1393]] il ramo principale della famiglia, di Simone di Tieri Tornaquinci, decise allora di cambiare nome per convenienza diventando "popolani" e scegliendo l'appellativo di Torna-"Buoni".
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===Crisi===
Durante la rivolta contro i Medici e la cacciata di [[Piero il Fatuo]], i Tornabuoni furono tra i fedeli che cercarono di difendere lo status quo, riuscendo però, con abili mosse politiche, a non venire scacciati dalla città, mantenendo il proprio palazzo che non venne né saccheggiato né confiscato (e all'epoca conteneva numerose opere d'arte e una ricchissima biblioteca).
 
Nel [[1497]] venne arrestato [[Lorenzo Tornabuoni]] con [[Niccolò Ridolfi]], [[Giannozzo Pucci]], Giovanni Cambi e Bernardo del Nero per il loro tentativo di preparare un colpo di Stato per far tornare i Medici in città. I congiuranti, apertamente accusati da [[Francesco Valori]], vennero tutti condannati a morte. Ma con la fine del potere di [[Girolamo Savonarola]] ([[1498]]) fu lo stesso Valori ad essere catturato, proprio da un Tornabuoni (Simone, con Vincenzo [[Ridolfi (famiglia)|Ridolfi]]), e poi fatto condannare a morte due anni dopo.
 
Nel [[1522]] [[Leonardo Tornabuoni]] diventa vescovo di [[Diocesi di Sansepolcro|Sansepolcro]] e con lui si apre la "dinastia episcopale" dei Tornabuoni in questa diocesi toscana, sulla cui cattedra tra 1522 e 1598 i avvicenderanno ben quattro esponenti della famiglia fiorentina.
 
Durante l'[[assedio di Firenze|assedio]] del [[1530]] la famiglia si trasferì precauzionalmente a Roma, nella paura di rappresaglie del popolo. Con il ritorno dei Medici però fecero anch'essi rientro in città. Simone venne eletto [[gonfaloniere di giustizia]] sotto [[Clemente VII]].
 
Con la pace dei tempi del Granducato la famiglia rimase importante, ma la loro fortuna aveva ormai iniziato una parabola discendente. Nel [[1593]] il palazzo familiare venne ceduto a Piero di Lorenzo Ridolfi.
 
Tra le personalità dei secoli successivi spiccano [[Alfonso Tornabuoni]], [[vescovo di Sansepolcro]] e primo coltivatore di tabacco della regione (che venne appunto detto "erba tornabuona"), e il suo successore [[Niccolò Tornabuoni|Niccolò]], attivamente impegnato nell'applicazione dei decreti tridentini nella sua diocesi, che resse dal 1560 al 1598.
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==Collegamenti esterni==
*[{{cita web|http://www.genealogy.com/users/t/o/r/Hugh-Tornabene/TREE/0002tree.html |Albero genealogico dei Tornabuoni]}}
 
{{portale|Firenze|Storia di famiglia}}