Visnuismo: differenze tra le versioni

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[[File:Git govind large.jpg|thumb|upright=1.6|Un dipinto del XVIII secolo che raffigura Viṣṇu e Jayadeva qui rappresentato come suo devoto (''viṣṇubakta''), conservato presso il Government Museum and Art Gallery di [[Chandigarh]]. Questa rappresentazione è una delle due classiche rappresentazioni di Viṣṇu originarie dell'epoca dei ''[[Purāṇa]]'' (circa IV-VI secolo d.C.), l'altra lo rappresenta addormentato tra le spire del serpente cosmico [[Śeṣa]] ("ciò che resta" o anche [[Ananta]], "infinito"). In questa raffigurazione Viṣṇu siede nella "postura della meditazione" (''padmāsana'', lett. "postura del loto"); indossa una corona (''kirīṭa mukuṭa'', corona regale che lo individua come ''Cakravartin'', Signore dei mondi) decorata con fiori di loto simbolo della purezza e della divinità solare; con le quattro braccia regge i suoi attributi: il disco o ruota (''chakra'') nel duplice significato di "ruota" solare o del carro celeste che trasporta la divinità solare e di "disco" inteso come arma da lancio e quindi con il significato di potere e protezione, esso ha il nome di Sudarśana (Bello da vedere); la mazza (''gadā'') che ha il nome di Kaumodakī, l'arma con cui Viṣṇu uccise il demone [[Gada]], essa simboleggia anche il potere del tempo che tutto distrugge; la conchiglia (''śaṅka'', la [[Charonia tritonis]]) è anch'essa un'arma in quanto soffiandoci dentro procura un suono che atterisce i demoni e li fa fuggire, il nome della ''śaṅka'' di Viṣṇu è [[Pāñcajanya]] dal demone a cui la strappò Pāñcajana (Cinque elementi); il fiore di loto (''padma'') simbolo della divinità solare.]]
[[File:Heliodorus pillarVidsha.JPG|300px|thumb|[[File:Inscription of Heliodorus pillar.gif|200px|thumb|Riproduzione della prima parte della iscrizione di Eliodoro il ''bhāgavata'' di Takṣaśilā che appare sulla colonna di Besnagar. Il primo rigo del testo recita: '' Devadevasu Va[sude]vasa Garudadhvajo ayam'' ("La colonna Garuḍa di Vāsudeva, Dio degli dèi").]]
La "colonna Garuḍa" (''Garuḍadhvaja'', così indicata in quanto il capitello rappresenta un Garuḍa, l'uccello-''vāhana'', cavalcatura, di Viṣṇu), risalente al II secolo a.C., collocata nei pressi della moderna Besnagar (India centrale) eretta, secondo l'iscrizione, da Eliodoro il ''bhāgavata'' di Takṣaśilā, ambasciatore del re indo-greco Amtalikita (in greco: Ἀντιαλκίδας ''Antialkides'') presso il re Bhāgabhadra, in onore di Vāsudeva, "Dio degli dèi" (''Deva-deva'').]]
[[File:Coin of the Bactrian King Agathokles.jpg|thumb|Moneta di Agathocles Dikaios (Ἀγαθοκλῆς ὁ Δίκαιος), II secolo a.C., Regno indo-greco, rappresentante Vāsudeva e Saṃkarṣaṇa.]]
[[File:Complete view of Inscription in cave at Naneghat.jpg|200px|thumb|Iscrizione risalente al I secolo a.C. conservata nella grotta di Naneghat (Maharashtra occidentale) che contiene una citazione inerente alle divinità di Vāsudeva e di Saṃkarṣaṇa.]]
[[File:Ganesha pachayatana.jpg|thumb|]]
[[File:Priests performing Yagnya as part of Kumbhaabhishekam at Gunjanarasimhaswamy Temple, T. Narasipur.jpg|400px|thumb|[[Brahmani]] ''vaikhānasa'' durante uno ''[[yajña]]'' al Tempio di Gunjanarasimhaswamy (complesso del Tirumakudalu Narasipura; [[Karnataka]]). I ''vaikhānasa'' rappresentano ancora oggi dei "sommi sacerdoti" (''arcaka''; lett. "adoratori") che gestiscono numerosi templi viṣṇuiti nell'India meridionale. Essi costituiscono una dispersa comunità di casta ''brāhmaṇa'' composta da duemilacinquecento famiglie. Rappresentando l’eredità di una scuola di rituale vedico, la Śākhā Taittirīya del ''Kṛṣṇa Yajurveda'', i ''vaikhānasa'' svolgono la loro attività cultuale conservando scrupolosamente la tradizione e la propria integrità comunitaria nonostante i rapidi cambiamenti sociali propri dell’India contemporanea. Da notare che già la ''[[Manusmṛti]]'' (VI, 21: ''kālapakvaiḥ svayaṃ śīrṇair vaikhānasamate sthitaḥ bhūmau viparivarteta tiṣṭhed vā prapadair dinam'') indica una regola ''vaikhānasa'' attestata da altre fonti coeve, il che farebbe supporre l'esistenza di una comunità ''vaikhānasa'' già esistente prima della nostra èra, anche se i ''sūtra'' di riferimento di questa comunità sembrerebbero invece non antecedenti al IV secolo d.C.]]
 
Il '''Viṣṇuismo''' (dall'aggettivo [[sanscrito]] ''vaiṣṇavá'', "devoto a [[Viṣṇu]]"; anche '''Vaiṣṇavismo''', oppure, ma nell'adattamento dalla lingua inglese: '''Vishnuismo''' o '''Vaishnavismo''') è una delle tre principali correnti [[devozione|devozionali]] (''bhakti'') dell'[[induismo]] moderno, insieme allo [[Śivaismo]] e allo [[Śaktismo]].
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==Origini del Viṣṇuismo: Vāsudeva, Kṛṣṇa, Gopāla, Viṣṇu, Nārāyaṇa, diverse figure divine in un unico Dio ==
[[File:Heliodorus pillarVidsha.JPG|300px|thumb|[[File:Inscription of Heliodorus pillar.gif|200px|thumb|Riproduzione della prima parte della iscrizione di Eliodoro il ''bhāgavata'' di Takṣaśilā che appare sulla colonna di Besnagar. Il primo rigo del testo recita: '' Devadevasu Va[sude]vasa Garudadhvajo ayam'' ("La colonna Garuḍa di Vāsudeva, Dio degli dèi").]]
La "colonna Garuḍa" (''Garuḍadhvaja'', così indicata in quanto il capitello rappresenta un Garuḍa, l'uccello-''vāhana'', cavalcatura, di Viṣṇu), risalente al II secolo a.C., collocata nei pressi della moderna Besnagar (India centrale) eretta, secondo l'iscrizione, da Eliodoro il ''bhāgavata'' di Takṣaśilā, ambasciatore del re indo-greco Amtalikita (in greco: Ἀντιαλκίδας ''Antialkides'') presso il re Bhāgabhadra, in onore di Vāsudeva, "Dio degli dèi" (''Deva-deva'').]]
[[File:Coin of the Bactrian King Agathokles.jpg|thumb|Moneta di Agathocles Dikaios (Ἀγαθοκλῆς ὁ Δίκαιος), II secolo a.C., Regno indo-greco, rappresentante Vāsudeva e Saṃkarṣaṇa.]]
[[File:Complete view of Inscription in cave at Naneghat.jpg|200px|thumb|Iscrizione risalente al I secolo a.C. conservata nella grotta di Naneghat (Maharashtra occidentale) che contiene una citazione inerente alle divinità di Vāsudeva e di Saṃkarṣaṇa.]]
I culti ''bhakta'', tra questi lo stesso Viṣṇuismo, non hanno origine nell'India vedica quanto piuttosto nell'India pre-vedica<ref>{{q|The origin of Vaiṣṇavism as a theistic sect can by no means be traced back to the Ṛgvedic god Viṣṇu. In fact, Vaiṣṇavism is in no sense Vedic in origin.| [[R. N. Dandekar]] in ''Encyclopedia of Religion'', vol. 14. NY, Macmillan, 2005, pp. 9498}}</ref>. Gli indologi<ref>Cfr. [[R. N. Dandekar]] in ''Encyclopedia of Religion'', vol. 14, p. 9498 e sgg.</ref> hanno infatti individuato almeno due aspetti della religiosità pre-vedica che confluirono, nel corso dei secoli, nella religiosità indiana segnata dal Vedismo: le pratiche dello ''muni-yati'', quindi dello ''yoga'', del ''tapas'' e dei ''saṃnyasa'', e i culti devozionali (''bhakti''). Anche se gli Arii conquistatori, seguaci del Vedismo, riuscirono per lungo tempo a cancellare questi culti pre-vedici, con la fine del periodo delle '' Upaniṣad'' più antiche, assistiamo a un ritorno di queste pratiche religiose.
 
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==== I ''bhāgavata [[vaikhānasa]]''====
[[File:Priests performing Yagnya as part of Kumbhaabhishekam at Gunjanarasimhaswamy Temple, T. Narasipur.jpg|400px|thumb|[[Brahmani]] ''vaikhānasa'' durante uno ''[[yajña]]'' al Tempio di Gunjanarasimhaswamy (complesso del Tirumakudalu Narasipura; [[Karnataka]]). I ''vaikhānasa'' rappresentano ancora oggi dei "sommi sacerdoti" (''arcaka''; lett. "adoratori") che gestiscono numerosi templi viṣṇuiti nell'India meridionale. Essi costituiscono una dispersa comunità di casta ''brāhmaṇa'' composta da duemilacinquecento famiglie. Rappresentando l’eredità di una scuola di rituale vedico, la Śākhā Taittirīya del ''Kṛṣṇa Yajurveda'', i ''vaikhānasa'' svolgono la loro attività cultuale conservando scrupolosamente la tradizione e la propria integrità comunitaria nonostante i rapidi cambiamenti sociali propri dell’India contemporanea. Da notare che già la ''[[Manusmṛti]]'' (VI, 21: ''kālapakvaiḥ svayaṃ śīrṇair vaikhānasamate sthitaḥ bhūmau viparivarteta tiṣṭhed vā prapadair dinam'') indica una regola ''vaikhānasa'' attestata da altre fonti coeve, il che farebbe supporre l'esistenza di una comunità ''vaikhānasa'' già esistente prima della nostra èra, anche se i ''sūtra'' di riferimento di questa comunità sembrerebbero invece non antecedenti al IV secolo d.C.]]
 
La più antica attestazione epigrafica del culto dei ''bhāgavata'' (''bhāgavata'' in qualità di sostantivo sanscrito indica l'adoratore del [[Bhagavat]], ovvero di quello che, nella sua forma al nominativo di prima persona, è indicato anche come Bhagavān), è proprio la "colonna Garuḍa" dedicata dall'ambasciatore indo-greco Eliodoro nativo di [[Taxila|Takṣaśilā]] che indica sé stesso come ''bhāgavata'' di Vāsudeva(-Kṛṣṇa-Viṣṇu) appellato come "Dio degli dèi" (Deva-deva), quindi come la Persona suprema. È comunque indicativo che il culto dei ''bhāgavata'' fosse persino diffuso tra gli stranieri anche se non sappiamo quanto in realtà possa essere considerato "straniero" Eliodoro.