Anastasia di Sirmio: differenze tra le versioni
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Quando, sotto l'imperatore [[Teodosio I]], il Cristianesimo divenne religione di Stato, le fu dedicata una chiesa a Sirmio. La sua devozione si diffuse soprattutto nelle [[Impero romano d'Oriente|province romane orientali]] e le sue spoglie furono portate a [[Costantinopoli]], e depositate nella basilica della Resurrezione (Anastasis).
In [[Italia]] il culto di Anastasia si sviluppò alla fine del [[V secolo]], diffuso dai [[Goti]] e dai [[Longobardi]], e nei secoli successivi in tutta [[Europa]] ad opera dei [[Ordine di San Benedetto|benedettini]], e con ciò si spiega la tradizione secondo cui le reliquie della santa sarebbero state portate nell'abbazia benedettina, di fondazione longobarda, di [[Abbazia di Santa Maria in Sylvis|Santa Maria in Sylvis]] a [[Sesto al Reghena]] ([[Provincia di Pordenone|PN]]). Alla santa
È stata definita, in [[Grecia|greco]], Farmacolìtria (Guaritrice dai veleni), e in [[Russia|russo]], Uzoreshìtel'nitza (Colei che libera dai vincoli), quindi, sia come protettrice dalle malattie che dagli inganni del [[Demonio]]. È stata anche innalzata al rango di "Grande Martire" ed inserita nella seconda lista dei martiri nominati nel [[Canone romano]] e nel [https://archive.org/stream/OrdinarioAmbrosianoDellaMessa1976-OrdinariumAmbrosianumMissae1976/OrdinarioAmbrosianoDellaMessa1976#page/n11/mode/2up Canone ambrosiano] durante la celebrazione dell'[[Eucarestia]].
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