Carmagnola: differenze tra le versioni

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[[File:Castello Carmagnola.JPG|thumb|left|[[Castello di Carmagnola]] attuale municipio]]
[[File:Carmagnola-collegiata ss pietro e paolo-facciata1.jpg|thumb|left|La [[Chiesa Collegiata dei Santi Pietro e Paolo]]]]
Carmagnola viene nominata la prima volta nel 1034 in un atto nel quale l'abate dell'[[Abbazia di Nonantola]] nel Modenese cede a Bosone e Guidone figli del marchese [[Arduino d'Ivrea]] la signoria di 40 castelli. La prima famiglia che costruì la città veniva chiamata Aloa quasi certamente si tratta dei discendenti di Alineo Robaldini vasallo di Ruggero e Ardoino II. Carmagnola fu feudo dei [[Marchesi di Romagnano]] fino al 1163 ([[Manfredo II di Romagnano]] era nipote di [[Ardoino IV]]). Alla morte dell'ultima arduinica [[Adelaide di Susa]] (1091) la signoria della città fu divisa fra i Romagnano, i Conti di Lomello (discendenti da Cuniberto fratello di Pietro cancelliere imperiale di Arduino d'ivrea), i [[Marchesi del Vasto]] e infine nel 1200 dai [[Marchesi di Saluzzo]] di discendenza [[aleramici|Aleramica]]. Nel 1203 i rappresentanti delle quattro consorterie che facevano parte di quattro "Hospitia Militum" ottennero le prime franchigie giurisdizionali. Si trattava dei rappresentanti della famiglia Carmagnola che comprendeva anche i Gatti e i Craveri, della famiglia Lovencito e delle famiglie dei Granetto de Gerbo e Granetto de Fogliati (vedi [[Granet (famiglia)]]). Queste franchigie furono poi riconfermate in casa di Buongiovanni Granetto nel 1244 dal Marchese [[Bonifacio II di Monferrato]] (1202-1253) reggente per volontà di [[Manfredo III di Saluzzo]] del figlio Tommaso orfano a cinque anni. Nel 1309 nacque il primo consiglio Comunale. Nel 1375 i sindaci Antonio Granetto e Giovanni Masconderio consegnarono al capitano Guidone De Morgis la promessa del Marchese [[Federico II di Saluzzo]] (1332-1396) di dare in pegno al Re [[Carlo V di Francia]] (1338-1380) come Delfino, il Castello e la terra di Carmagnola. Dal 1486 al 1490 Carmagnola fu governata dal Duca [[Carlo di Savoia]]. Alla morte di [[Lodovico II di Saluzzo]] la reggenza passò a [[Margherita di Foix]] che elesse Vicario Francesco Cavazza. Nel 1542 la città fu presa dal Marchese del Vasto ma subito ripresa dai Francesi.

Nel 1544 la [[Battaglia di Ceresole]], vinta dai francesi sugli spagnoli, segnò la fine del marchesato di Saluzzo. Durante il quarantennio di reggenza francese che ne seguì (1548-1588), fu istaurata una corte della senescallia governata dal Delfinengo [[Pietro Granetto]] Signore di Costigliole.
Nel [[1588]] Carmagnola passò nelle mani dei [[Casa Savoia|Savoia]], quando [[Carlo Emanuele I di Savoia|Carlo Emanuele I]] l'assediò e la tolse ai francesi, che se ne impadronirono nuovamente nel corso del [[XVII secolo|Seicento]], durante la guerra civile tra Madamisti e Principisti.
 
Fu in questo periodo ([[1637]]-[[1642]]), quando ancora non si erano sopiti gli effetti nefasti della [[peste del 1630]], che vennero atterrati i tre grossi borghi originari posti a ridosso delle mura cittadine poiché in posizione tale da pregiudicare l'efficacia delle strutture difensive; immediatamente furono riedificati ad un miglio circa di distanza dal centro fortificato, dove si trovano ora.
 
Nel [[1690]] la città fu occupata dal generale [[Nicolas de Catinat de La Fauconnerie|Catinat]] e il suo territorio devastato, ma nel [[1691]] [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo II]] la riportò definitivamente entro l'orbita sabauda.
Nel [[1690]] la città fu occupata dal generale [[Nicolas de Catinat de La Fauconnerie|Catinat]] e il suo territorio devastato, ma nel [[1691]] [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo II]] la riportò definitivamente entro l'orbita sabauda. Carmagnola subì una seconda e più cruenta devastazione il [[13 maggio]] [[1799]], quando i francesi repubblicani saccheggiarono il borgo Salsasio, i cui paesani erano insorti riportando, inizialmente, una vittoria sugli invasori. Il generale Philibert Frassinet ordinò l'incendio del borgo Salsasio (''Ël borgh ëd la Madòna'', in [[lingua piemontese]]) e i suoi abitanti vennero dispersi o massacrati<ref>{{Cita libro|autore = Giorgio Enrico Cavallo|titolo = La tirannia della libertà: il Piemonte dai Savoia a Napoleone|anno = 2016|editore = Roberto Chiaramonte|città = Collegno|p = |pp = 156-160|ISBN = 978-88-95721-54-5}}</ref>.
 
Mentre le sue fortificazioni venivano demolite e con esse progressivamente scemava il ruolo strategico-militare, Carmagnola poté dedicarsi a sviluppare la sua vocazione agricola e commerciale, che le valse una notevole rinomanza in campo economico, legata principalmente alla coltura e alla commercializzazione della [[canapa (tessile)|canapa]] e dei manufatti di tela e cordami, esportati in grande quantità verso la [[Liguria]] e il sud della Francia.
 
Questa caratteristica di grosso borgo agricolo e commerciale si è mantenuta anche negli ultimi secoli, fino a che il processo di industrializzazione del secondo dopoguerra ha generato una profonda trasformazione in senso strutturale e sociale, in virtù della massiccia immigrazione e della rapida espansione urbanistica. Negli ultimi 8 anni, Carmagnola è stata interessata da un'eccezionale crescita demografica: nei campi intorno alla città stanno infatti sorgendo numerosissimi edifici residenziali ad alta densità, e la richiesta di nuove abitazioni continua ad aumentare. La "spinta" edilizia dovuta all'insaziabile espansione urbana del capoluogo, [[Torino]], distante solo 25&nbsp;km, ha infatti ormai raggiunto gli avamposti agricoli a Nord di Carmagnola, includendo così la cittadina nelle propaggini urbane periferiche meridionali della metropoli subalpina.