Suonatore di liuto: differenze tra le versioni
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== Descrizione e stile ==
Si ritiene, data l'estrema somiglianza estetica col ''[[Bacco (Caravaggio)|Bacco]]'' degli [[Galleria degli Uffizi|Uffizi]], che a posare per entrambe le opere sia stato lo stesso modello. Una parte della critica lo identifica col pittore siciliano [[Mario Minniti]], amico di scorribande, e forse amante, di Caravaggio.<ref>L'identificazione possibile (ma non certa) si basa sull'incisione del ritratto del pittore siracusano Mario Minniti (basata sul dipinto attribuito a Marcellino Minasi) amico intimo del Caravaggio e acclusa in ''Memorie dei pittori messinesi'', Messina: presso Giuseppe Pappalardo, 1821 p. 82, cfr.; Christoph Luitpold Frommel, "Caravaggios Frühwerk und der Kardinal Francesco Maria del Monte", in ''Storia dell'Arte'', 9/10 (1971), p. 5-52. Sull'intima amicizia fra Minniti e Caravaggio, si veda Christoph Luitpold, "Caravaggio, Minniti e il Cardinal Francesco Maria del Monte", in ''Michelangelo Merisi da Caravaggio: la vita e le opere attraverso i documenti'', a cura di Stefania Macioce, Roma: Logart Press, 1995, p.18-41.</ref> Come proposto da Frommel, il modello (forse Mario Minniti), mostra maggiore consapevolezza e professionalità nel tenere le mani sul liuto e la sua camicia bianca ha più pieghe e ha i ricami. Scrive Frommel: la "''figura rappresentata diventa più persona''" favorendo maggiormente l'impressione di un "dirimpettaio animato"<ref>Christoph Luitpold Frommel,"Caravaggio, Minniti e il Cardinal Francesco Maria del Monte", op. cit., p.23.</ref>.
Altri lo identificano col castrato spagnolo [[Pedro Montoya]], che in quegli anni era cantore nella [[Cappella Sistina]]; non a caso, il fanciullo ha le labbra dischiuse, come se stesse cantando accompagnandosi con lo strumento.<ref>Lo stesso cantore castrato, Pedro de Motoya, era ospite del cardinale a Palazzo Madama, dove la pratica della musica e il collezionismo musicale erano frequentemente praticati, si veda Franca Trincheri Camiz, "The castrato Singer: from informal to formal portraiture", ''Artibus et historiae'', vol. IX, 18 (1988), p.171-186, e sempre di Franca Trinchieri Camiz, "Music and Painting by Caravaggio's in Cardinal del Monte's Household", in ''Metropolitan Museum journal'', 26 (1991), p. 213-226. Va però detto, come sottolinea Frommel, che la chiave di basso ("Bassus", nello spartito sul tavolo ), mal si adatta con quella che dovrebbe avere un castrato e per Montoya una identificazione del genere "sarebbe stata addirittura offensiva", si veda Cristoph Luitpold Frommel, "Caravaggio, Minniti e il Cardinal Francesco Maria del Monte", op. cit., p. 23.</ref>
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Di notevole bellezza è la natura morta di strumenti musicali sul tavolo che sembra fare da contrappunto alla gestualità morbida delle mani che toccano le corde. Lo sguardo languido e la bocca socchiusa del suonatore sono un esempio della sensualità dei modelli ritratti da Caravaggio nei dipinti del suo primo periodo romano.
L'elemento più pregevole del dipinto è sicuramente la doppia natura morta sul tavolo, rappresentata dai frutti (bellissima è la pera con i graffi bruni sulla buccia), dai fiori disposti nel vaso di cristallo che riflette la luce, e dallo spartito musicale. Quest'ultimo, analogamente a quello presente nel ''[[Riposo durante la fuga in Egitto (Caravaggio)|Riposo durante la fuga in Egitto]]'', è stato identificato dai musicologi che vi hanno riconosciuto quattro madrigali dal ''Primo libro di madrigali a quattro voci'' di [[
La "dedica" al Giustiniani è stata individuata nella grande "V" (che sarebbe l'iniziale del nome del committenze, Vincenzo) dipinta come capolettera della partitura.
Esiste una copia presso il [[Metropolitan Museum of Art|Metropolitan Museum]] di [[New York]]<ref>Sulla storia del dipinto, vedi Maurizio Marini, ''Caravaggio, "pictor praestantissimus": l'iter artistico completo di uno dei massimi rivoluzionari dell'arte di tutti i tempi'', Newton Compton, Roma 1987, p. 144.</ref> Il dipinto del Metropolitan Museum di New York, presenta una iconografia diversa rispetto a quello dell'Hermitage, sebbene la radiografia ne abbia rivelato una originaria medesima disposizione degli oggetti poi variati in seguito: su di un tavolo coperto da un tappeto orientale che accentua lo spazio e la distanza fra il suonatore e lo spettatore, sono collocati un flauto dolce, al centro in primo piano e, a sinistra, al posto del vaso di fiori, un virginale. La partitura raffigura un madrigale di Francesco de Layolle (1492-1540), tratto dal suo ''Libro Primo dei Madrigali'', dal titolo ''Lassare il velo''.<ref>Franca Trincheri Camiz, "La musica nei quadri del Caravaggio. Nuove riflessioni", in ''Quaderni di Palazzo Venezia'', 6 (1989), pp. 199-220.</ref>
== Curiosità ==
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