Torrentismo: differenze tra le versioni

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== Nascita e diffusione del torrentismo ==
Il primo uomo che approcciò questi ambienti con mentalità “torrentistica” fu il grande speleologo francese [[Édouard-Alfred Martel]] che, negli anni a cavallo fra XIX e XX secolo, compì alcune imprese straordinarie quali la traversata della grotta di [[Bramabiau]] nella Tarn o la discesa del canyon del [[Verdon]], allora non regolato dalla presenza delle dighe che attualmente ne limitano la portata. Un altro grande esploratore coevo di Martel fu [[Lucien Briet]], che concentrò la sua attività soprattutto sui due versanti dei Pirenei. Talvolta queste esplorazioni si effettuavano mediante l'organizzazione di spedizioni pesanti, dovendo trasportare scale, barche, vettovaglie.
Una seconda generazione di speleologi francesi cominciò ad avventurarsi nelle strette forre pirenaiche<ref name="olhadibie">[http://www.pyrenees-passion.info/recit_canyon_holzarte.php Discesa del Canyon d'Holzarté - Olhadibie]</ref> e spagnole negli anni ‘30 del secolo scorso, con uno spirito più moderno. Al 1958 risale la prima discesa del Clue de Riolan, nella valle dell'[[Esteron]]. Fu comunque negli anni ‘60 e nei primi anni ’70'70 che, sempre ad opera di speleologi francesi, cominciò una sistematica esplorazione dei canyon dei Pirenei e della Provenza, le due vere culle del nostro sport. Nei primi anni '80 furono scese con tecniche moderne alcuni percorsi che ancora oggi sono molto frequentati: nel 1981 il Clue d'Amen nella valle del [[Var (fiume)|Var]], nel 1984 il Vallon della Bendola (curiosamente, da parte di 4 italiani: Elvio, R. Jarre, Giordano e Ghibaudo) nella parte francese della valle [[Roia]].<ref name="bendola">[http://www.descente-canyon.com/canyoning/canyon-description/2238/topo.html Data Base Descente-Canyon]</ref>
 
=== Italia ===
In Italia le poche forre esplorate negli stessi anni erano in realtà frequentate dagli speleologi, non tanto in ottica sportiva ma come possibili accessi a grotte, e da rocciatori, a scopo di ricerca per compagnie idroelettriche. Per esempio si ha notizia di una discesa “inconsapevolmente torrentistica” della Forra del Vinadia da parte dell'alpinista Ignazio Piussi, nel 1958.
Nella seconda metà degli anni ’80'80 le esplorazioni dei percorsi torrentistici diventano sistematiche e finalizzate alla percorrenza sportiva delle forre. Gli esploratori sono in genere appartenenti ai diversi gruppi speleologici sparsi sul territorio nazionale, ognuno concentrato sulle forre del proprio territorio. Frutto di questo periodo di esplorazioni fu la prima topoguida italiana, “Profonde Gole”, che raccolse la documentazione relativa a questa importantissima fase esplorativa, svolta in maniera “distribuita” ad opera dei pionieri del moderno torrentismo italiano.
 
Negli anni novanta il torrentismo comincia a diffondersi a macchia d'olio negli ambienti speleologici del [[Club Alpino Italiano]], della [[Società Speleologica Italiana]] e della Lega Montagna [[UISP]], mentre nel 1998 nasce l'[[Associazione Italiana Canyoning]] (AIC) che raccoglie praticanti provenienti anche da altri contesti sportivi (alpinisti, canoisti, ecc).