Torre Astura: differenze tra le versioni

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7. Ma il timore di incorrere nella tortura, in caso avesse fallito, lo fece desistere da questo proposito. Alla fine, dopo aver fatto e disfatto con la mente un gran numero di progetti, uno più confuso dell'altro, ordinò ai suoi servi di condurlo per mare a Gaeta: là, infatti, possedeva un podere, ameno rifugio alla calura estiva, quando con piacevolissima brezza soffiavano i venti etesi.»</ref>.
Nel sito venne realizzata, tra la fine della Repubblica e l'inizio dell'età imperiale, una villa strutturata in parte in terraferma e in parte su un'isola artificiale, dotata di una vasta peschiera, i cui resti sono ancora in parte visibili (sulle murature in mare fu poi realizzata la fortezza)<ref>Certo Astura ai [[Dinastia giulio-claudia|Giulio-Claudi]] non portò fortuna: secondo [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], [[Augusto]] contrasse nel viaggio notturno da Astura la dissenteria che lo avrebbe portato alla morte, e anche [[Tiberio]] vi si ammalò, ripartì diretto a [[Capri (Italia)|Capri]], ma morì a [[Miseno (Bacoli)|Miseno]]. [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]] poi racconta che una [[Echeneidae|remora]] che si era attaccata all'albero dell'imbarcazione che portava [[Caligola]] da Astura alla sua villa di [[Antium]], fu considerata presagio di morte - e che effettivamente l'imperatore morì due mesi dopo.</ref>.
A partire dall’etàdall'età romana Astura rappresentava infatti il prolungamento e il confine ad oriente della colonia di ''[[Antium]]''<ref>''in Antiano Astura'', ossia «nel territorio di Antium Astura» ([[Plinio il Vecchio]], ''Naturalis Historia'', III, 81).</ref><ref>Astura, celebre sito «tra i luoghi abitati nel territorio anziate» (''Dissertazioni della Pontificia Accademia romana di archeologia'', vol. III, Roma, Tipografia della pace, 1829, p. 3).</ref><ref>«..I confini del territorio anziate nell'età romana erano rappresentati ad est e a nord-est dal fiume Astura..» ([[Giuseppe Lugli]], ''Saggio sulla topografia dell'antica Antium'', Roma, ''RIASA'' 7 (1940), p. 154).</ref>; per la sua amenità fu un luogo molto amato dai nobili romani, che la scelsero per costruirvi le loro ''villae'' d’''otium''.
 
Pervenuta intorno al 1140 a Tolomeo dei [[Conti di Tuscolo]] per averla usurpata al [[Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio|monastero di Sant'Alessio all'Aventino]]<ref>Felice Maria Nerini, ''De templo et coenobio sanctorum Bonifacii et Alexii historica monumenta'', Roma 1752. p.394</ref>, nel [[1193]] il sito venne in possesso dei [[Frangipane (famiglia)|Frangipane]], che per proteggersi dai [[Saraceni]] vi costruirono una fortezza marittima con una torre a pianta pentagonale, circondata dalle acque e collegata alla terraferma da un ponte ad arcate in [[laterizio]].