Leo S. Olschki: differenze tra le versioni
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Durante la [[prima guerra mondiale|guerra del 1915-1918]] Olschki, che non aveva la cittadinanza italiana avendo mantenuto il passaporto tedesco, è costretto all’esilio e si trasferisce a [[Ginevra]] dove fonda la «salso» (acronimo di «Societé Anonime Leo S. Olschki»)<ref>[http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=39821 siusa.archivi.beniculturali.it]</ref>. Nel 1920, passata la guerra, torna in Italia.
Per la sua opera ottiene riconoscimenti come la nomina a Commendatore e Cavaliere di Gran Croce della Corona
Gli eventi bellici segnano gravemente il patrimonio della Libreria Antiquaria e della Casa Editrice con gravi distruzioni provocate dalle mine a Firenze lungo il Mugnone e sul lungarno Corsini. In seguito alle [[leggi razziali fasciste|leggi razziali]] del [[regime fascista]] – che non consentono ai cittadini "non ariani" di svolgere attività industriali – la Casa Editrice è costretta a cancellare il proprio nome dalle copertine dei libri<ref>[http://books.google.it/books?ei=3YYUTsTSIMKy8gOqtrH8Bw&ct=result&id=WSXjAAAAMAAJ&dq=Leo+Olschki+%22leggi+razziali%22&q=%22leggi+razziali%22 Roberto Ridolfi: convegno di studi, Firenze, 15-16 novembre 1996, 1997]</ref>. Per lo stesso motivo la tipografia Giuntina viene forzatamente venduta.
Nel 1950, dalle rovine di via Puccinotti, i figli Cesare e Aldo trasferiscono la Casa Editrice nella vecchia Firenze in via della Caldaie. Si allargano i contatti internazionali e ha vita un nuovo reparto dedicato alla diffusione
Seguendo la filosofia aziendale di mantenere in catalogo il maggior numero di pubblicazioni, anche datate, il catalogo generale pubblicato nel 1966 contiene circa 2000 titoli. Questo intento ha però un brusco epilogo quando un'alluvione dell'Arno sommerge il deposito di via Ghibellina<ref>[http://www.lisolaweb.com/it/a/il-profumo-dei-libri-antichi-in-una-villa-fiorentina lisolaweb.com]</ref> distruggendo oltre 200 tonnellate di volumi.
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