Claudio Caligari: differenze tra le versioni
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===I lungometraggi===
====''Amore tossico''====
Nel [[1983]] esce il suo primo lungometraggio, ''[[Amore tossico]]'', in cui Caligari firma sia la sceneggiatura (in collaborazione con il sociologo Guido Blumir) sia la regia. Ambientato tra [[Ostia (Roma)|Ostia]] e la periferia romana, il film, racconta
{{citazione|Negli anni in cui giravo i documentari venni più volte in contatto con gruppi di tossicodipendenti. La droga pesante, l'eroina, dilagava, soprattutto nei grandi centri. Quando incontrai Guido Blumir (sociologo che mi aiutò nella stesura della sceneggiatura del film), che aveva appena scritto un best seller intitolato "Eroina", gli proposi di fare un film partendo da una domanda semplice: perché mai tanta gente si faceva? La risposta la trovavo in un fatto altrettanto semplice: perché è piacevole! Cercammo anche, proprio in questa prospettiva, di mostrare i lati "comici" o grotteschi del consumo della sostanza, pur nella drammaticità delle situazioni.|''Claudio Caligari'' nel 2005<ref name="bacchetta" />}}
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{{citazione|All’epoca lui (Mastandrea, ndr) era una scelta azzardata, perché si sarebbe trattato della sua prima performance drammatica. La sua fisionomia, quel viso scavato e quell'aria "proletaria" giocò a suo favore. Ho sempre apprezzato il suo istinto e la sua onestà intellettuale, doti che gli consentirono di capire subito il personaggio e di metterci davvero l'anima per portarlo in scena. Con Valerio, ricordo anche Giorgio Tirabassi, autore di una prova davvero riuscita, Marco Giallini ed Emanuel Bevilacqua. Quest'ultimo fu preso alla fine, quando eravamo con l'acqua alla gola e disperavamo ormai di trovare un attore che avesse le caratteristiche fisiche estreme del personaggio. Figlio delle scelte di "Amore tossico", decisi di cercare nella strada, e alla fine ci imbattemmo fortunosamente in Emanuel.|''Claudio Caligari'' nel 2005<ref name="bacchetta" />}}
Tratto da un romanzo di [[Dido Sacchettoni]] ed ispirato alla storia realmente accaduta della cosiddetta ''Banda dell'arancia meccanica''<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/11/15/sgominata-arancia-meccanica.html ''Sgominata Arancia Meccanica'', 15 novembre 1984] su [[la Repubblica]]</ref>, un gruppo di rapinatori che, dal [[1979]] al [[1983]], gettò nel terrore la Roma-bene, con questo film Caligari cerca in qualche modo di riprendere il discorso avviato dal cinema poliziottesco italiano degli anni settanta, declinato attraverso le ambizioni di ricerca sociale e stilistiche tipiche
{{citazione|(in L’odore della notte, ndr) Di cinema italiano c’è ben poco. C’è dentro soprattutto Bresson. La casa di Remo Guerra (Valerio Mastrandrea) è costruita su quella di ''Pickpocket'' (1959) e di ''Le samouraï'' (1967) di Melville. Sono case che vedevo al cinema quando avevo vent’anni. Erano costruite in teatri di posa, ma all’epoca non lo capivo. Mentre, ad esempio, la casa che si vede in ''Taxi driver'' (1976) di Scorsese è vera. Bene, ho fatto un mix di tutte queste case e perciò automaticamente posso affermare che queste sono state le mie influenze. Per quanto riguarda Remo Guerra devo dire che ha qualcosa soprattutto di personaggi solitari come Alain Delon o Jean-Paul Belmondo.|''Intervista a Claudio Caligari''<ref>[http://www.taxidrivers.it/523/interviste/intervista-a-claudio-caligari-lodore-della-notte-e-amore-tossico.html ''Intervista a Claudio Caligari'', 12 ottobre 2014] su Taxi Drivers</ref>}}
Nel [[2001]], il regista è in procinto di realizzare l'ennesimo progetto cinematografico, dal titolo ''Anni rapaci''.<ref>[http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=43530 ''Anni rapaci''] su Mymovies</ref> Il film, tratto dal romanzo di Luca e Piero Colaprico, racconta, in una storia quasi ventennale (dal [[1973]] fino al [[1990]]),
====''Non essere cattivo''====
A febbraio del [[2015]], Caligari inizia le riprese di ''[[Non essere cattivo]]'', film scritto a sei mani con [[Francesca Serafini]] e [[Giordano Meacci]] ed interpretato da [[Luca Marinelli]], [[Alessandro Borghi]], [[Silvia D’Amico]] e [[Roberta Mattei]].<ref>[http://www.comingsoon.it/news/?source=cinema&key=40432 ''Non essere cattivo di Claudio Caligari: iniziano le riprese'', 19 febbraio 2015] su [[ComingSoon.net|Coming Soon]]</ref> Girato ad [[Ostia (Roma)|Ostia]], il film è
Malato da tempo, il 26 maggio [[2015]], a 67 anni, Caligari muore appena terminato il montaggio del suo ultimo film ''[[Non essere cattivo]]''. L'attore ed amico [[Valerio Mastandrea]] (già protagonista del secondo film del regista, ''[[L'odore della notte (film)|L'odore della notte]]'') gli ha dedicato un post, ricordando l'uomo e l'artista con cui ha lavorato fino all'ultimo.<ref>[http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/cinema/cinema-addio-regista-claudio-caligari/1376329.shtml ''La morte di Claudio Caligari''] su [[Il Messaggero]]</ref>
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=== La lettera a Martin Scorsese ===
Tra i numerosi interventi di [[Valerio Mastandrea]] a supporto di Caligari per la realizzazione del suo ultimo film ''[[Non essere cattivo]]'', il 3 ottobre [[2015|2014]], il quotidiano [[Il Messaggero]] ha pubblicato una sua lettera aperta indirizzata al regista [[Martin Scorsese]] (chiamato per
{{citazione|Caro Martino, ti scrivo per una ragione semplice. Tu ami profondamente il Cinema. In Italia c'è un Regista che ama il Cinema quanto te. Forse anche più di te. Certo non basta amarlo per farlo bene, il Cinema, ma questo signore prossimo ai 70 ha avuto poche opportunità per dimostrare il suo valore. Quando le ha avute, lo ha fatto. La sua filmografia fai presto a leggerla: Amore tossico, '83, L'odore della notte, ‘98. Ti scrivo perché, dopo tanti anni di “resistenza umana” alla vita, a questo mestiere e alle sue dinamiche, questo signore ha avuto il coraggio di scrivere un nuovo copione, e di provare a girare un nuovo film. Da circa due anni un gruppo di amici di cui faccio parte lo sta supportando muovendosi nei meandri delle istituzioni e delle produzioni grandi e piccole ottenendo piccoli risultati ma importanti. Attorno a questo film si è creata un'atmosfera molto rara. In tanti lo vogliono fare per rispetto di questo signore e del più alto senso del Cinema e di chi vive per il Cinema. Molte delle eccellenze del nostro settore, hanno espresso la volontà di lavorare gratuitamente o di entrare in partecipazione. Ora, se starai ancora leggendo, ti chiederai «allora perché non riuscite a metterlo in piedi?» La risposta a questa legittima domanda ti obbligherebbe a un'altra domanda: «Ma è così difficile fare i film in Italia?»” Questo è un altro discorso. Più lungo e più maledettamente ovvio, almeno per noi.
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