Villa Pusterla: differenze tra le versioni

La costruzione risale al [[XIV secolo]] per volere dei [[Pusterla (famiglia)|Pusterla]] che la utilizzavano come dimora suburbana. L'aspetto della villa in quel tempo erano quelle di una fortezza-palazzo dalla forma quadrata: gli edifici, molto semplici, occupavano i quattro lati lungo una corte chiusa e un [[bastione]] la recingeva. Si pensa anche che fosse molto più antica, risalente addirittura al medioevo, come risulterebbe dalle indagini svolte dall’ingegnerdall'ingegner Quarantini per conto della famiglia [[Crivelli (famiglia)|Crivelli]]: egli riconobbe antichi locali posti nel palazzo (dispense, cucina e cantine sotterranee) che erano preesistenti ai lavori svolti nel ‘500 dalla famiglia Arconati.

La villa nel [[XVI secolo]] era divenuta proprietà di [[Giacomo Antonio Carcano]] che alla sua morte la lasciò in eredità ai nipoti [[Arconati]], figli di sua sorella Elena e del marito di lei Giovanni Gaspare. Oltre all’edificioall'edificio i nipoti, ebbero in eredità anche Mombello: terreni e case.

In seguito fu [[Anna Visconti]] a ordinare dei lavori alla villa, in particolare il doppio [[portico]] aperto sulla facciata a ponente del palazzo. Il portico venne chiuso e riaperto più volte; oggi è aperto, anche se non più nell'aspetto con cui si presentava all’epocaall'epoca.

La famiglia Arconati cedette quindi la residenza al Conte Giuseppe Angelo Crivelli nel [[1718]] che la trasformò in un lussuoso palazzo con giardino all’italianaall'italiana ricco di fontane e giochi d’acquad'acqua.

Durante questo periodo la villa fu in parte rifatta in stile [[barocco]] e fu alleggerita delle residue sue forme medioevali. Le venne conferita una pianta a U con le ali unite da un doppio porticato che racchiude un cortile interno. La facciata della villa venne ornata da due torri sotto le quali si stendono delle terrazze degradanti che sostituiscono il precedente scalone che risaliva il declivio della collina. Le terrazze si affacciavano sull’ampiosull'ampio giardino dove l’abatel'abate Crivelli impiantò un giardino botanico che al tempo era tra i più grandi d’Europad'Europa. La struttura, che è quella che ritroviamo oggi, venne realizzata da [[Francesco Croce]] su incarico di Stefano Gaetano Crivelli nel [[1754]].

Venne anche costruito l’oratoriol'oratorio di S. Francesco (di cui oggi rimane la chiesetta non collegata all’edificioall'edificio) che era collegato alla villa: una semplice cappella privata in stile barocco con affreschi rappresentanti san Francesco D' Assisi, san Carlo Borromeo e santo Stefano Martire.

Napoleone fece anche celebrare il matrimonio delle sue sorelle Elisa e Paolina nell’nell' oratorio dei Crivelli, l’oratoriol'oratorio dedicato a San Francesco.

Nel corso del [[XIX secolo]] la villa è rimasta in stato di abbandono sino a quando il comune di [[Milano]] nel [[1863]] acquistò l’edificiol'edificio per utilizzarlo come manicomio apportando alla struttura numerose e depauperanti modifiche e fu utilizzata come manicomio sino all'entrata in vigore della famosa [[Legge Basaglia]] del 1978.

Oggi l’edificiol'edificio è sede dell’Istitutodell'Istituto Tecnico Agrario Statale Luigi Castiglioni.

Il nome gli deriva dall’illuministadall'illuminista italiano Luigi Castiglioni che abitò la villa per un breve periodo durante la seconda metà del ‘700 e ne utilizzò il parco per i suoi studi botanici, per i quali fu premiato da Napoleone .

La villa di recente è stata restaurata negli esterni; mantiene a grandi linee i caratteri barocchi e neoclassici apportati dai Crivelli, la chiesa di San Francesco oggi non è più collegata al palazzo, se non tramite i sotterranei, che sono la parte più antica dell’edificiodell'edificio, dove vi sono resti delle scale che scendevano la collina prima delle attuali terrazze.

All’internoAll'interno l’edificiol'edificio conserva affreschi e varie decorazioni che tuttora testimoniano l’importanzal'importanza della villa e la sua passata bellezza.