Scetticismo (filosofia): differenze tra le versioni

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Mentre quindi lo scetticismo moderno afferma l'impossibilità per la ragione di cogliere nei dati sensibili un contenuto di verità, ma nello stesso tempo riconosce degli elementi di verità all'interno della coscienza sensibile, per cui le sensazioni in se stesse possono essere prese come vere, lo scetticismo antico, pur riconoscendo la soggettività di ogni conoscenza, nega, sia alla ragione che alla sensibilità, ogni possibilità di cogliere la verità.
 
Un dubbio radicale quello degli antichi, tale da porsi come «negatività cosciente e universale; come cosciente, essa dimostra, come universale, estende a tutto la sua non verità dell'oggettivo» <ref>G.W.F. Hegel, ''Lezioni sulla storia della filosofia''</ref>
 
Lo stesso [[Hegel]] ([[1770]]-[[1831]]) però evidenzia nella radicalità del dubbio scettico la sua positività: riprendendo per un certo verso la posizione [[Immanuel Kant|kant]]iana sullo scetticismo di Hume, egli osserva infatti come pur negando ogni validità alla verità oggettiva lo scetticismo non si deve considerare come «il più pericoloso avversario della filosofia» poiché proprio esso contribuisce al progresso del pensiero filosofico avvertendolo della contingenza della realtà ed evitandogli di cadere nel "sonno" kantiano del dogmatismo.