Giovanni Porzio: differenze tra le versioni

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In seguito esercitò autonomamente e da brillante penalista presso il Foro di Napoli e in [[Campania]], acquisendo una fama che mantenne una volta entrato alla [[Camera dei Deputati|Camera]], nel marzo del [[1912]], rimanendo tra i banchi dei deputati sino al [[1929]].
 
Liberale, divenne sottosegretario alla giustizia nel governo [[Francesco Saverio Nitti|Nitti]] (dal marzo al maggio del 1920), quindi sottosegretario all'interno nel [[Governo Nitti II|secondo governo Nitti]] (maggio-giugno 1920), giungendo al sottosegretariato alla presidenza del consiglio nell'[[Governo Giolitti V|ultimo governo]] di [[Giovanni Giolitti]] (dal giugno 1920 al luglio 1021). Ai suoi elettori affermò la necessità della difesa del prestigio dello stato, salvaguardando l'ordine reprimendo ogni tentativo di violenza, sia esso rosso o in contrapposizione ad esso.
 
Per le politiche del [[1924]] accettò di entrare nel [[listone]], ma, deluso dal fascismo, si ritirò dalla politica nel [[1929]]. La sua carriera politica riprese dopo la liberazione, prima come [[Consulta Nazionale|consultore]] e poi come [[Assemblea Costituente della Repubblica Italiana|costituente]]. Nel [[1948]] fu nominato [[senatore di diritto]] ex-III disp. trans. della [[Costituzione Italiana]], in virtù delle sei legislature precedenti.