Antonio Pigliaru: differenze tra le versioni

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Nel marzo del 1944 viene arrestato, accusato insieme ad altri, di gravi reati: spionaggio, guerra civile, cospirazione politica. Condannato a 7 anni dal Tribunale militare di Oristano, sconta 17 mesi di carcere, durante i quali contrae la malattia che lo porterà prematuramente alla morte, per essere poi liberato nel maggio del 1946 in seguito all'[[Amnistia Togliatti]]. Ripresi gli studi, in pochi mesi supera tutti gli esami e si laurea a Cagliari con una tesi sull'esistenzialismo in [[Giacomo Leopardi]].
 
Nell'aprile del 1949 è assistente volontario alla cattedra di [[Filosofia del diritto]] dell'Università di Sassari, diventando assistente ordinario un anno dopo; consegue la libera docenza nella stessa disciplina e nel 1967, vinto il concorso, è professore ordinario di [[Dottrina dello Stato]]. Nel 1949 nasce la rivista "[[Ichnusa (rivista)|Ichnusa]]", di cui fu animatore ed ispiratore. La rivista uscì, con diverse sospensioni, fino al 1964. A partire 1956 Pigliaru decide di darle un nuovo ruolo, meno generalista ma più attento e teso a dar voce soprattutto alla "questione sarda": gli editoriali, da lui redatti, vengono sempre più spesso dedicati ai problemi della regione e la rivista si propone come laboratorio di discussione, chiamando a raccolta un'intera generazione di giovani intellettuali isolani impegnati per la rinascita dell’isoladell'isola e per i quali Pigliaru, in contatto con numerosi studiosi delle due università sarde di Sassari e di Cagliari, diventa un vero e proprio maestro e ideologo.
Muore a Sassari il 27 marzo [[1969]] durante una seduta di [[emodialisi]], terapia alla quale si sottoponeva regolarmente per curare la grave insufficienza renale che lo accompagnò per gran parte della sua vita.