Nole: differenze tra le versioni

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Nole è situato nel basso [[Canavese]], ai piedi delle [[Valli di Lanzo]], a nord-ovest di [[Torino]], da cui dista circa 25 chilometri.
Il territorio comunale, prevalentemente pianeggiante, è attraversato dal fiume [[Stura di Lanzo]], il quale separa il capoluogo dalla frazione Grange posta a sud-ovest. A nord-est oltre il torrente [[Bendola|Banna]], sull’omonimasull'omonima altura, è situata la frazione Vauda.
 
==Storia==
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La tradizione locale vuole che il nome “Nole” sia derivato proprio dal verbo latino “nolle” (non voler sottostare), a simboleggiare la perenne protesta attuata dagli abitanti nei confronti di Ciriè, per quanto riguarda, soprattutto, il pagamento di dazi e gabelle.
Secondo gli storici, invece, il nome parrebbe derivare da “Novulae” (oasi in mezzo ai boschi).
Nole esiste già intorno all’annoall'anno 1000, infatti all’internoall'interno della Chiesa parrocchiale di San Vincenzo, nel corso di lavori di restauro e rifacimento del pavimento effettuati nel 1984, sono stati ritrovati i resti di una chiesa romanica risalente all’annoall'anno 1100. La prima testimonianza di comunità autonoma si ritrova però solo dal XIV secolo. Sino a quel periodo Nole fece infatti parte della Castellania di Ciriè.
Il primo documento scritto che cita la Chiesa risale al 1312, quando essa risulta alle dipendenze della pieve di Liramo, centro abitato ora scomparso, situato tra Ciriè e Nole (la tradizione vuole che la distruzione di Liramo sia stata la salvezza di Nole).
Nel 1336, Margherita di Savoia, vedova del Marchese Giovanni I di Monferrato, reggente la Castellania di Ciriè, permise agli abitanti del "locus Novolarum" di costruire intorno alla Chiesa un “recetum”, cioè un recinto di mura con fossati, ponti levatoi e saracinesche, a difesa di uomini e beni dai continui saccheggi.
 
Di queste opere di difesa si conservano un tratto delle mura e i resti della torre-porta verso Villanova, inglobati in una tipica costruzione (angolo via Garibaldi- via S.Vito): mentre le vie del centro storico evidenziano chiaramente l'impostazione urbanistica dell'antico borgo fortificato.
Nei secoli successivi vi furono numerose liti con il comune di Ciriè, in particolare per la definizione dei confini e per l’usol'uso delle acque per l’irrigazionel'irrigazione dei campi.
La comunità Nolese già sin dal 1420 si procurò la gestione autonoma del forno locale senza dover dipendere dai nobili del luogo e nel 1441 ottenne dal Duca Ludovico di Savoia Savoia, la licenza di un canale proprio, in seguito condiviso con Villanova.
 
Nel XVI secolo Nole subì, come tanti paesi del Canavese, gravi danni per le ripetute guerre che si combatterono.
Nel 1561 il duca di Savoia confermò (dopo l’esborsol'esborso di “buone somme” da parte dei Nolesi) definitivamente i privilegi e le franchigie che Nole si era nel tempo conquistati.
Nel mese di settembre 1578 attraverso il territorio di Nole fu fatta transitare la Santa Sindone, durante il trasporto da Chambery a Torino, passando per le Valli di Lanzo.
Tra la fine del XVI secolo e l’iniziol'inizio del XVII una grave pestilenza decimò gli abitanti di molti paesi del Canavese;
Nole non fu esente da questo flagello e perse molti dei suoi cittadini residenti.
 
Il 30 luglio 1705 Nole subì un violento e pesante saccheggio ad opera delle truppe francesi, dirette a Torino per l’assediol'assedio della città; a farne le spese fu in particolare la Chiesa parrocchiale di San Vincenzo Martire.
Il XIX secolo fu relativamente tranquillo. Verso la metà del secolo cominciarono ad insediarsi anche a Nole le prime industrie, tra cui: la Fabbrica Paradiso (conceria), la Fornace Perotti, lo Stabilimento Bender & Martiny (lavorazione dell’amiantodell'amianto e della gomma elastica).
 
L'industrializzazione si intensificò nei primi decenni del'900 con la ditta Bertoldo per lo stampaggio e la lavorazione dei metalli, la Filatura Craviolo, la Fabbrica Nazionale Pizzi e la celebre tessitura Magnoni & Tedeschi.
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Già nel corso del XIX secolo e fino alla metà del XX, Nole fu conosciuta anche per un'importante e fiorente attività artigianale: la fabbricazione dei “foet” (fruste).
Tra l’altrol'altro la maschera del carnevale Nolese è il “Foatè” (frustaio). Il primo artigiano, divenuto poi industriale, del settore fu Vincenzo Fiorito, nell’annonell'anno 1859. La sua industria fu attiva sino al 1939.
La prima e la seconda guerra mondiale, costarono la vita a numerosi giovani Nolesi. In quegli anni pesante fu anche l'emigrazione alla ricerca di lavoro, in particolare verso l’Argentinal'Argentina e gli Stati Uniti d’Americad'America.
 
Dopo la seconda guerra mondiale, invece, Nole subì il più ampio e rapido incremento della sua storia. In particolare negli anni a cavallo tra il 1950 e il 1975, il numero di case e, di conseguenza la popolazione residente, furono rapidamente quasi raddoppiati.