Pagano della Torre (XIV secolo): differenze tra le versioni

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Figlio di Florimondo della Torre, appartenente alla nobile famiglia milanese dei [[Della Torre]], insediatasi in [[Friuli]] dopo la cacciata da [[Milano]] a seguito della sconfitta nella [[battaglia di Desio]]. Pagano, dopo essere stato vescovo di [[diocesi di Padova|Padova]] dal [[1302]] al [[1319]], successe allo zio [[Cassono della Torre]] come Patriarca di [[Aquileia]] (si era già candidato a tale carica, senza successo, nel [[1302]]). Pagano fu anche nominato nel [[1318]] capitano a [[Trieste]].
 
Il patriarca partecipò anche alla crociata contro i [[Visconti]] per la riconquista del [[Ducato di Milano]] da parte dei [[della Torre]], finanziata con la vendita d’indulgenzed'indulgenze (pubblicate a Trieste il 13 gennaio [[1322]]). Subì però due pesanti sconfitte a [[Bassignana]] (6 luglio 1322) e [[Vaprio d'Agogna|Vaprio]] (16 agosto [[1324]]), dovendo rinunciare alle mire sulla città di Milano. Rientrato in [[Friuli]] risiedette ad [[Udine]], favorendo i Savorgnan ed altri nobili, frattanto il [[parlamento della Patria del Friuli|parlamento]] si andava affermando anche in campo esecutivo. I debiti causati dalle guerre tuttavia lo costrinsero a vendere la mitra e la biblioteca.
L'aumento della tassazione indusse [[Rovigno]] ([[1330]]), [[Pola]] ([[1331]]), [[Valle (Croazia)|Valle]] (22 dicembre [[1332]]) ed altre città istriane a fare atto di dedizione alla [[Serenissima]]. Come risposta il patriarca ordina il saccheggio dei territori veneziani in [[Istria]] ma è catturato da Giovanni Corner; la pace è mediata dal [[papa Giovanni XXII]] (1332).
 
Un'altra guerra fu combattuta dal patriarca per respingere le truppe dell’imperatoredell'imperatore [[Ludovico il Bavaro|Ludovico “Il Bavaro”]] che effettuò una spedizione in Friuli nel [[1328]]; Pagano si alleò con [[Mastino II della Scala]] signore di [[Verona]], riuscendo a bloccare i passi alpini all’imperatoreall'imperatore ([[1332]]).
 
Il gastaldo di [[Cividale del Friuli|Cividale]], dopo lunghe e tuttavia infruttuose lotte contro i briganti che infestavano le rotte commerciali attraverso le [[Alpi Giulie]], concesse loro un diploma che li autorizzava ad esercitare la loro attività eccetto che nel Canale di Tolmino ([[1324]]), dove passavano le vie commerciali del patriarcato.