Heinrich Karl von Haymerle: differenze tra le versioni

[[Barone]]. Fu [[ministro degli Esteri]] dell’dell'[[Austria-Ungheria]] dal [[1879]] al [[1881]].<br />

In questo periodo stipulò un trattato con il quale la [[Principato di Serbia|Serbia]] divenne stato [[vassallo]] dell'Austria. Riluttante ad una amicizia con la [[Impero russo|Russia]], fu costretto dalle circostanze a concludere l’l'[[Alleanza dei tre imperatori]]. Aprì invece volentieri le trattative per un accordo con l’l'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] che, con il suo successore [[Gustav Kálnoky|Kálnoky]], si concretizzarono nella [[Triplice alleanza (1882)]].

A [[Roma]] godette della buona predisposizione per l’Austrial'Austria di [[Vittorio Emanuele II]] nei suoi ultimi anni di regno,<ref>Chabod, ''Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896'', Bari, 1962, p. 665.</ref> ma non fu apprezzato dai più che lo ritenevano l’autorel'autore di un libro molto critico nei confronti dell’Italiadell'Italia, ''Italicae res'', scritto invece dal fratello Alois.<ref>May, ''La monarchia asburgica'', Bologna, 1991, pp. 193, 200.</ref>

Dimessosi Gyula Andrássy da ministro degli Esteri nell’aprilenell'aprile [[1879]], l’imperatorel'imperatore [[Francesco Giuseppe]] gli chiese chi volesse come suo successore. Andrássy dapprima scelse il rappresentante austriaco a Londra Alajos Károlyi (1825-1889) e, quando questi rifiutò, optò per l’altrol'altro inviato al congresso di Berlino, il barone Heinrich Haymerle, che accettò.<ref>May, ''La monarchia asburgica'', Bologna, 1991, p. 199.</ref>

Il nuovo ministro degli Esteri decise di percorrere la strada del suo predecessore: consolidare l’amicizial'amicizia della [[Impero tedesco|Germania]], applicare le decisioni del Congresso di Berlino e tenere buoni rapporti con la Russia. Egli cercò di restare fuori dalla politica interna e, subito dopo la nomina, dichiarò di voler mantenere l’equilibriol'equilibrio nei [[Penisola balcanica|Balcani]] e nel resto dell’Europadell'Europa.<ref>May, ''La monarchia asburgica'', Bologna, 1991, p. 380.</ref>

=== I rapporti con l’Italial'Italia ===

La notizia dell’incaricodell'incarico a ministro degli Esteri colse Haymerle ambasciatore austriaco a Roma. Il 2 ottobre 1879 egli si recò dal nuove re d’Italiad'Italia, [[Umberto I di Savoia|Umberto I]], con il duplice scopo di accomiatarsi come ambasciatore e porre le basi per il nuovo corso di rapporti italo-austriaci.<br />

Diversamente da suo padre Vittorio Emanuele II, Umberto I rifiutò l’offertal'offerta di Haymerle di seguire una politica arrendevole,<ref>Tale politica, derivava da proposte formalizzate in una lettera del 24 maggio 1874 di Andrássy all’ambasciatore austriaco a Roma Felix Friedrich Wenzel von Wimpffen (1827-1882) e consisteva nella rinuncia da parte di Vittorio Emanuele II alle terre a maggioranza italiana ancora sotto il dominio asburgico.</ref> né acconsentì più alla consuetudine per cui il re d’Italiad'Italia poteva corrispondere per lettera, scavalcando i suoi ministri, direttamente con il ministro degli esteri austriaco.<ref>Chabod, ''Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896'', Bari, 1962, pp. 664-666.</ref>

Ciononostante, quando al principio del [[1881]] l’Italial'Italia, dopo aver ricevuto una risposta evasiva dalla Germania, fece il tentativo di una proposta di alleanza con l’Austrial'Austria, Haymerle rispose con una nota nella quale si disse disposto ad un trattato di neutralità. Un’intesaUn'intesa cioè secondo la quale se una delle due nazioni si fosse trovata impegnata in un conflitto, l’altral'altra non le avrebbe dichiarato guerra. Ma [[Benedetto Cairoli]], presidente del Consiglio e ministro degli Esteri italiano, per l’opposizionel'opposizione, sembra, di [[Agostino Depretis]], non diede seguito alle trattative.<ref>Albertini, ''Le origini della guerra del 1914'', Milano, 1942, Vol. I, p. 43.</ref>

Nella nota di risposta, il 17 febbraio 1881 Haymerle, pur paventando l’annessionel'annessione della [[Bosnia ed Erzegovina]] della quale l'Austria con il congresso di Berlino aveva ottenuto l'occupazione militare, informava Cairoli che Vienna non intendeva seguire una politica d’espansioned'espansione in Oriente. Che l’Austrial'Austria era pronta ad apprezzare i legittimi interessi dell’Italiadell'Italia come potenza marittima e che avrebbe accettato ogni accomodamento favorevole all’Italiaall'Italia sia per la questione tunisina,<ref>Italia e Francia si disputavano in quel periodo la Tunisia turca che qualche mese dopo (11 maggio 1881) sarà occupata dalla Francia.</ref> sia per l’eventualel'eventuale acquisto della [[Libia]] [[Impero ottomano|turca]]. Haymerle comunicò anche che l’Austrial'Austria-Ungheria aveva respinto la proposta russa di compensare la [[Regno di Grecia|Grecia]]<ref>Il congresso di Berlino del 1878 aveva rimandato a successive trattative i compensi per la Grecia.</ref> con l’isolal'isola turca di [[Creta|Candia]], essendo l’ideal'idea del governo di Vienna quella che Candia passasse all’Italiaall'Italia. Haymerle concluse che sarebbe stato felice di «addivenire ad un accordo che garantisse l’imperturbatal'imperturbata coltivazione d’unad'una vera ed intima amicizia fra i due paesi».<ref>Crispi, ''Politica estera'', Milano, 1912, pp. 96-98.</ref>

Cairoli e Depretis come abbiamo visto esitarono e dopo l’occupazionel'occupazione francese della [[Tunisia]] del maggio 1881 la posizione dell’Italiadell'Italia, per il precipitare dei rapporti con la [[Terza Repubblica francese|Francia]], si indebolì facendo riaprire le trattative con l’Austrial'Austria con presupposti ben peggiori.

Nonostante la lettera d’intentid'intenti all’Italiaall'Italia sul mantenimento dello status quo nei Balcani, Haymerle si trovò ad attuare una politica nei confronti della Serbia che ridusse quest’ultimaquest'ultima ad un Paese vassallo dell’Austriadell'Austria.

Dopo aver concesso al governo austriaco un contratto ferroviario nel [[1880]] che avrebbe (dopo otto anni) congiunto [[Vienna]] a [[Costantinopoli]], la Serbia si trovò coinvolta in accese controversie commerciali con l’Austrial'Austria. Haymerle infatti, contrariato dai migliori trattamenti [[dogana]]li che il governo di [[Belgrado]] riservava ai prodotti inglesi, reclamò per le merci austriache le stesse condizioni, minacciando misure adeguate.<br />

Tale risultato fu ottenuto anche grazie alla simpatia per l’Austrial'Austria del monarca serbo, il principe [[Milan Obrenović IV di Serbia|Milan Obrenović IV]]. Costui, per rispondere alla preferenza che la Russia aveva dimostrato per la [[Principato di Bulgaria|Bulgaria]] e il [[Principato del Montenegro|Montenegro]], chiese la protezione dell’Austriadell'Austria e Haymerle colse l’occasionel'occasione.<ref name="Albertini, 1942, p. 50">Albertini, ''Le origini della guerra del 1914'', Milano, 1942, Vol. I, p. 50.</ref>

Con il trattato segreto sottoscritto il 28 giugno 1881 i due Paesi si impegnarono a seguire una politica amichevole. La Serbia avrebbe contrastato le agitazioni politiche dirette contro l’Austrial'Austria anche nei territori della Bosnia ed Erzegovina e del [[Sangiaccato di Novi Pazar]] che non erano direttamente sotto il suo controllo, e in cambio l’Austrial'Austria avrebbe favorito la Serbia presso la comunità internazionale se il principe Milan avesse voluto assumere il titolo di Re.<br /> Particolarmente oneroso per Belgrado era l’articolol'articolo 4, che imponeva alla Serbia il divieto di concludere accordi politici con altri Paesi senza una preventiva intesa con l’Austrial'Austria. Su questo punto il presidente del Consiglio serbo [[Milan Piroćanac]] minacciò le dimissioni ma Haymerle fu irremovibile.<ref name="Albertini, 1942, p. 50"/><ref>Dopo la firma, tuttavia, l’Austria comunicò che avrebbe vietato alla Serbia solo di stipulare accordi contrari allo spirito del trattato il quale, nella lettera, non fu modificato. Ciò bastò a Piroćanac per ritirare le dimissioni.</ref><br />

Nel caso però in cui la Serbia fosse stata in grado di ottenere nuovi territori in direzione della sua frontiera meridionale,<ref>Ad eccezione del Sangiaccato che l’Austria considerava un territorio cuscinetto fra Serbia e Montenegro.</ref> l’Austrial'Austria si sarebbe adoperata presso le altre potenze per favorirla diplomaticamente.<ref name="Albertini, 1942, p. 50"/> Più precisamente Haymerle si impegnò a influenzare gli ambienti internazionali qualora la Serbia avesse occupato i territori turchi del [[Kosovo]] e della [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]].<ref>May, ''La monarchia asburgica'', Bologna, 1991, p. 383.</ref>

Con questo patto, che sottrasse la Serbia alla sfera d’influenzad'influenza russa e che era affiancato dagli accordi commerciali e ferroviari che abbiamo visto, Haymerle si assicurò la supremazia austriaca nei Balcani occidentali.

=== L’AlleanzaL'Alleanza dei tre imperatori ===

Dopo la [[Lega dei tre imperatori]] e aver ottenuto la [[Duplice alleanza]], [[Otto von Bismarck|Bismarck]] promosse un’intesaun'intesa che consolidasse definitivamente l’equilibriol'equilibrio in Europa ai danni della Francia. Si trattava di stipulare una alleanza difensiva fra le tre potenze conservatrici d’Europad'Europa: Germania, Russia e Austria.

Haymerle, invece, desiderava un’alleanzaun'alleanza con la Gran Bretagna. La sua prospettiva era infatti quella di una suddivisione del decadente Impero ottomano in sfere d’influenzad'influenza: l’Austrial'Austria avrebbe controllato i possedimenti turchi in Europa e la Gran Bretagna quelli in Asia, con grave danno per la Russia di cui il Ministro degli Esteri diffidava.<br />

Haymerle inoltre nel febbraio [[1880]] riferì a Bismarck che considerava l’amicizial'amicizia della Gran Bretagna anche come un deterrente contro l’Italial'Italia, la cui conformazione geografica la esponeva alla flotta inglese, e che il suo obiettivo era quello di bloccare la Russia con l’appoggiol'appoggio della Gran Bretagna, contando, per questo, su di un’incisivaun'incisiva politica inglese.<br />

Ma nell’aprilenell'aprile del 1880, con la vittoria di [[William Ewart Gladstone|Gladstone]], la Gran Bretagna abbandonò la politica estera attiva, facendo vacillare il progetto di Haymerle.<ref>Taylor, ''L’Europa delle grandi potenze'', Bari, 1961, pp. 388-389, 393.</ref>

In un ultimo tentativo di recuperare terreno in Oriente, il Ministro degli Esteri austriaco nel settembre 1880 cercò di strappare a Bismarck l’ingressol'ingresso della [[Regno di Romania|Romania]] nell’alleanzanell'alleanza, in cambio avrebbe concesso l’apertural'apertura delle trattative con la Russia. Bismarck rifiutò e cercò di convincere Haymerle che scopo del trattato era di tenere a bada la Russia, che avrebbe potuto allearsi con l’Italial'Italia. Alla fine, nel marzo [[1881]], il ministro austriaco cedette e il 18 giugno dello stesso anno fu stipulata l’Alleanzal'Alleanza dei tre imperatori.<ref>Taylor, ''L’Europa delle grandi potenze'', Bari, 1961, pp. 390-391, 393.</ref>

Durante le trattative Haymerle riuscì a riservare all’Austriaall'Austria il diritto di annettersi la Bosnia ed Erzegovina (che già occupava militarmente) ma non il Sangiaccato di Novi Pazar (fra la Serbia e il Montenegro) poiché la Russia non glielo permise.<ref>Albertini, ''Le origini della guerra del 1914'', Milano, 1942, Vol. I, pp. 49-50.</ref>

Una volta conclusa l’alleanzal'alleanza Haymerle continuò a chiedere garanzie nei confronti della Russia che Bismarck non gli volle concedere. Il Ministro degli Esteri austriaco ottenne invece teoriche garanzie dalla Germania nei confronti dell’Italiadell'Italia, dalle quali scaturì la [[Triplice alleanza (1882)]].<ref>Taylor, ''L’Europa delle grandi potenze'', Bari, 1961, p. 394.</ref>

* Alan John Percival Taylor, ''The Struggle for Mastery in Europe 1848-1918'', Oxford, Clarendon Press, 1954 (Ediz.Ital. ''L’EuropaL'Europa delle grandi potenze. Da Metternich a Lenin'', Laterza, Bari, 1961).