Cortereggio: differenze tra le versioni

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La frazione di '''Cortereggio''' (''Cortress'' in piemontese) è situata all'interno del comune di [[San Giorgio Canavese]], in [[provincia di Torino]]. L'abitato della frazione è posto a sud del capoluogo, da cui dista circa 5 chilometri, a 245 m s.l.m. in esclusiva e totale pianura accanto al [[Orco (torrente)|Torrente Orco]]. Le principali strade di accesso a Cortereggio sono quelle che lo collegano ai vicini comuni di [[Lusigliè]] e [[San Giusto Canavese]].
La documentazione archivistica e lo stesso toponimo (''[[Curtis Regia]]'') attestano l’originel'origine altomedievale dell’insediamentodell'insediamento di Cortereggio<ref>Francesco Panero, ''Servi e rustici. Ricerche per una storia della servitù, del servaggio e della libera dipendenza rurale nell'Italia medievale'', Vercelli, Società storica vercellese, 1990, pp. 115, 122, 124.</ref><ref>Alessandro Barbero, ''Storia del Piemonte dalla preistoria alla globalizzazione'', Torino, Einaudi, 2008, p. 85.</ref>.
 
Cortereggio conta attualmente 170 abitanti circa.
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In occasione della solennità della Natività della Vergine, titolare della chiesa frazionale, si compie una processione in cui le giovani donne della borgata portano sul capo le ''"caritore"'', caratteristici coni infiorati. A Cortereggio si solennizza anche la festa patronale di [http://www.atlantefestepiemonte.it/t_identview.php?IdFesta=2755&CodiceFesta=00124403 Santa Lucina] che cade il 30 giugno; essa viene celebrata l'ultima domenica di giugno o la prima domenica di luglio con una processione attraverso le vie della frazione in cui si porta l'urna-simulacro effigiante la santa martire.
 
Attualmente il territorio di Cortereggio, così come il capoluogo San Giorgio, sono parte della diocesi di Ivrea, ma fino al 1805 la giurisdizione spirituale su Cortereggio era esercitata dall’dall'[[Abbazia territoriale|abate ''nullius'']] di [[Fruttuaria|San Benigno di Fruttuaria]]. Presso il Museo civico di San Giorgio Canavese ''“Nòssi Ràis”'' è conservato il meccanismo dell’orologiodell'orologio realizzato nel Settecento dal calusiese Domenico Massa per il campanile di Cortereggio<ref>Fulvio Bortolozzo, ''Nòssi Ràis. Il museo civico di San Giorgio Canavese'', Torino, Bortolozzo, 2001 (consultabile on-line: http://www.bortolozzo.net/mocambo/territorio/nossi/16.html).</ref>.
 
== La Piattella canavesana di Cortereggio ==
 
Cortereggio è luogo di produzione della piattella canavesana di Cortereggio (''faseul ëd Cortress'' in piemontese), una varietà locale di [[fagiolo]]. Si tratta di un “fagiolo bianco, reniforme, piuttosto piatto – da cui il nome piattella – e con una buccia che la bassa concentrazione di calcio nel suolo rende molto sottile. Le piattelle erano un’importanteun'importante risorsa economica per le famiglie del luogo, che le vendevano a clienti di tutto il Canavese. Tradizionalmente si seminavano assieme al mais, le cui piante fungevano da tutore per quelle del legume”<ref>''Guida ai Presìdi Slow Food: per scoprire i prodotti che raccontano l’Italia, le osterie che li cucinano, mangiare e dormire dai produttori'', Bra, Slow Food, 2012, p. 174.</ref>. A partire dagli anni Ottanta del Novecento la produzione venne via via abbandonata e fu mantenuta la coltivazione, per uso esclusivamente famigliare, solamente da parte di qualche agricoltore locale. Nel 1981 però l’agricoltorel'agricoltore Mario Boggio consegnò alcuni chilogrammi di questo fagiolo alla banca del germoplasma presso la Facoltà di scienze agrarie dell’Universitàdell'Università degli Studi di Torino, così da conservarne la semente. Grazie alla lungimirante iniziativa di Mario Boggio la coltivazione della piattella è stata ripresa dagli agricoltori di Cortereggio, che hanno dato vita ad una associazione con l’obiettivol'obiettivo di recuperare e promuovere questa antica coltura. Dal 2010 la Piattella canavesana di Cortereggio è [[Presidii ed Arca del Gusto di Slow Food|Presidio Slow Food]].
 
== Note ==
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*Bertolotti Antonino, ''Passeggiate nel Canavese'', Ivrea, Curbis, 1868, vol. II, pp.&nbsp;72–96.
*[http://www.unisg.it/docenti/gianpaolo-fassino/ Fassino Gianpaolo], ''Presìdi Slow Food e buone pratiche di comunità. Il caso della Piattella canavesana di Cortereggio'', in ''[http://www.francoangeli.it/Ricerca/scheda_libro.aspx?CodiceLibro=278.1.8 Quando il cibo si fa benessere. Alimentazione e qualità della vita]''[http://www.francoangeli.it/Ricerca/scheda_libro.aspx?CodiceLibro=278.1.8 , a cura di Paolo Corvo e Gianpaolo Fassino, Milano, Franco Angeli, 2015], pp.&nbsp;191–205.
*''Guida ai Presìdi Slow Food: per scoprire i prodotti che raccontano l’Italial'Italia, le osterie che li cucinano, mangiare e dormire dai produttori'', Bra, Slow Food, 2012, p.&nbsp;174.
 
== Collegamenti esterni ==