Insorgenze antifrancesi in Italia: differenze tra le versioni

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[[File:Viva Maria.jpg|thumb|Stampa sanfedista illustrante l'ingresso delle truppe di Viva Maria a Firenze nel luglio 1799.]]
Durante la Campagna d'Italia dell'esercito francese (1796-97), il Granducato si era dichiarato neutrale. Il 24 marzo 1799 la Francia ruppe il patto siglato con il Granduca ed invase la Toscana. I primi tumulti antifrancesi si ebbero il 12 e 13 aprile a Firenze e Pistoia. I moti si allargarono a tutto il Granducato nei giorni successivi alla sconfitta francese ad opera del generale [[Aleksandr Vasil'evič Suvorov|Suvorov]] e alla conseguente caduta della Repubblica Cisalpina (27 aprile 1799). L'insurrezione generale si diffuse dal Valdarno al Casentino e al Mugello. Nei giorni successivi, la città di Arezzo divenne la protagonista dei moti insurrezionali. Il popolo aretino si sollevò al grido di ''Viva Maria'', riprendendo l'urlo di battaglia dei [[Trastevere|trasteverini]] nel tumulto antifrancese del 1798. Dopo aver messo in fuga la guarnigione francese, la città si organizzò efficientemente dotandosi di un autogoverno (“Suprema deputazione”) e di un comando militare. Le divise militari dell'Armata aretina recavano i colori della Toscana e l'immagine della Vergine del Conforto che, seguendo una radicata tradizione cattolica, fu creata “generalissima” dell'armata. L’esercitoL'esercito aretino, che arrivò a contare 50.000 effettivi, liberò tutti i paesi e le città vicine<ref>Non mancarono episodi di violenza, come l'eccidio di tredici ebrei nel ghetto di Siena.</ref>, spingendosi successivamente in direzione delle Marche, dell'Umbria e del Lazio, ove conseguì numerosi successi: il 13 luglio cadde la [[fortezza di San Leo]]; il 3 agosto capitolò [[Perugia]].
 
===Repubblica Cisalpina===