Bagnarola (Cesenatico): differenze tra le versioni
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<nowiki> </nowiki>- Tra il 10 agosto 1502, quando si trova a Cesena alla fiera di san Lorenzo, ed il 6 settembre 1502, quando disegna il canale di Cesenatico, Leonardo da Vinci passa sicuramente per Bagnarola e forse, nel tornare a Cesena dove disegnerà un dispositivo per appendere i tralci d'uva, passa per Bagnarola una seconda volta, come desumibile dai fogli del Codice L. Forse il la macina di mulino disegnata al foglio 63 verso e gli studi idraulici ai fogli 69 recto, 69 verso, 70 verso, 71 recto e 71 fanno riferimento al mulino di Bagnarola che verrà poi costruito effettivamente 3 anni dopo. Una testimonianza di chi ha visto coi suoi occhi il mulino ai primi decenni del '900 riporta la netta somiglianza di una macina con quella disegnata da Leonardo (vedi la dispensa illustrata di approfondimento nella seziona "Bibliografia").
- In "Memorie della Diocesi e della città di Cesena" il Canonico Giovanni Urtoller, uno storico del 1800, riporta come la residenza estiva dei frati di Santa Maria del Monte "ebbe molto a soffrire
- Lo storico Zazzeri documenta che i monaci di S.Maria del Monte, durante l'opera di bonifica dei terreni a loro donati dai Malatesta e precisamente prosciugando alcune paludi, trovarono in zona una lapide Romana con la seguente iscrizione:
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REFECIT . ET . PERFECIT
Traduzione: "La città rifece
- Lo storico [[Giuliano Fantaguzzi]] racconta in "Caos - Cronache cesenati del sec. XV" di quando i frati casentinesi iniziarono i lavori per la realizzazione del mulino e scrisse: "Li frati di Santa Maria del Monte questo anno [1505] fecero uno molino da grano a la Bagnarola verso el Porto Cesenatico sul Pissadello o vero Rubicone, nel quale in fundo trovarono uno vaso de terra pieno de medaglie de argento (...) del tempo in cui Roma era trionfante".
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- Su un'antica torre di "Villa Bagnarola" fino al 1918 era presente un antico stemma in arenaria, oggi detenuto da un agricoltore che lo trovò e tutt'ora lo conserva sotto al portico della sua casa colonica in via Stradone Sala. Riporta una torre a doppio livello con merletti e le iniziali "I.M." ai lati della stessa.
- Gino Cecchini, appartenente alla 29ª brigata venne ucciso, fucilato, a 34 anni per non aver rivelato i nomi dei suoi compagni partigiani. Così recita infatti il dattiloscritto del 1989 di Lazzaro Rossi (da "Memorie di Bagnarola"): "La mattina del 20 (Agosto 1944, ndr) i fascisti si recarono anche a casa dei Sintoni (...) a Villalta, dove catturano uno dei fratelli, Urbano. (...) Lo stesso giorno, sempre grazie alla delazione (la spiata, ndr) di Fariselli, i fascisti individuarono alcuni fra i più attivi elementi del gruppo Gap di Cesenatico: Adamo Arcangeli e Dino Ricci; a Bagnarola,
- La celletta posta all'angolo tra via Cesenatico e via Carlona è stata installata nel 1954. Cadeva infatti nel '54 l'anno mariano e una piccola statua della Madonna venne fatta passare di casa in casa per benedire le famiglie. La celletta, che ospitò da quel momento la statua, venne inaugurata durante la terza domenica di Ottobre, in concomitanza con la festa paesana.
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