Michele di Matteo da Bologna: differenze tra le versioni

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[[File:Michele Di Matteo - Polyptych of Sant'Elena - WGA15584.jpg|thumb|''Polittico di Sant'Elena'', [[Gallerie dell'Accademia]].]]
Michele è documentato per la prima volta a [[Bologna]] nel [[1410]], quando fu pagato per alcuni stendardi con le insegne dell’dell'[[antipapa Alessandro V]], allora residente nel capoluogo emiliano, realizzati insieme con F. Lola. Anche se non si conoscono le tappe della sua educazione artistica, questa si svolse molto probabilmente nell'area bolognese, in clima ancora arcaicizzante e legato ai modi di [[Giovanni da Modena]], anche se Michele cercò un rinnovamento del linguaggio gotico locale.
 
Dopo l'''Incoronazione della Vergine'' del [[1426]], ora a [[Firenze]] in una collezione privata, ancora nello stile di [[Giovanni da Modena]], il ''Polittico di Sant'Elena'', realizzato per volere del bolognese fra Bernardo de’de' Schiappi e terminato a [[Venezia]] prima del [[1437]], ora nelle [[Gallerie dell'Accademia]], prova il vivo contatto di Michele con la cultura veneziana, da cui trasse alcuni eleganti artifici, rimasti però circoscritti a quest'unica opera.
 
Il ritorno a Bologna significò per Michele il recupero delle proprie radici padane, espresso attraverso un folto gruppo di opere, in parte oggi perdute: tra queste ricordiamo la ''Madonna della Pioggia'', nella chiesa omonima, e l'affresco raffigurante ''San Petronio in cattedra'' nella chiesa di Santo Stefano e risalente al [[1448]]-[[1450]].
 
A Siena nel [[1447]] eseguì, con la collaborazione di [[Giovanni di Paolo]], la decorazione dell'abside del [[Battistero di Siena|battistero]] con le ''Storie della Passione'', ove al centro si può vedere la ''Crocifissione'' e ai lati l’''Orazione nell’ortonell'orto'' e la ''Deposizione nel sepolcro''.
 
Le ultime sue opere note, due ''Polittico'' risalenti al [[1462]] ed al [[1469]], entrambi nella [[Pinacoteca Nazionale di Bologna]], gli stilemi tardo-gotici vengono ripetuti con formule ripetitive ed ormai arcaiche.