Teoria del prototipo: differenze tra le versioni
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==Categorie==
Nel suo studio del 1975, Rappresentazione cognitiva delle categorie semantiche (J. Experimental Psychology v. 104:192-233), Eleanor Rosch chiese a 200 studenti universitari di votare su una scala da 1 a 7 quanto ritenessero alcuni elementi rappresentativi della categoria mobilio. I risultati di questo sondaggio spaziarono da esempi come sedia e sofà, classificati alla prima posizione, ad un divano a due posti (numero 10), o ancora ad una lampada (numero 31), fino ad arrivare al telefono (numero 60).
Mentre qualcuno potrebbe dissentire da questa lista in termini di divergenze culturali, il punto di tale ricerca è che
1. Tempi di risposta: Quesiti riguardanti membri prototipici, ad esempio se un passerotto sia un uccello, portarono a tempi di risposta più veloci rispetto a quelli riguardanti membri non prototipici.
2. Predisposizione: Dapprima indirizzati con la categoria di livello superiore, ovvero la superordinata, i soggetti furono più veloci
3. Esemplari: Quando ai soggetti fu richiesto di nominare alcuni esemplari, i più prototipici furono menzionati più frequentemente.
Successivamente al lavoro di Rosch, gli effetti di elementi prototipici furono ampiamente ricercati in aree quali la cognizione dei colori (Brent Berlin e Paul Kay, 1969), e persino in alcune più astratte. Ai soggetti può venir domandato: “Fino a che punto questo racconto può essere considerato una bugia?” [Coleman/Kay:1981]. Un procedimento simile è stato svolto con le azioni: verbi come guardare, uccidere, parlare, camminare [Pulman:83], aggettivi come alto [Dirven/Taylor:88], e così via.
Un altro aspetto nel quale la Teoria del Prototipo si distacca dalla tradizionale categorizzazione Aristoteliana è che non risulta
Un confronto comune è
===Categorie di livello basico===
A livello subordinato difficilmente si possono aggiungere caratteristiche significative a quella di livello basico, a livello superordinato invece ciò che risulta arduo è dare una definizione precisa di queste similitudini concettuali. La foto di una sedia si può disegnare o visualizzare con facilità, mentre tentare lo stesso con il mobilio in generale appare più difficile.
Rosch definisce nel 1978 il livello basico come quel livello con il più alto grado di validità di segnale. Così, una categoria come animale può avere un membro prototipico ma nessuna rappresentazione visuale cognitiva.
- Massimizzano il numero di attributi condivisi dai membri della categoria;
- Minimizzano il numero di attributi condivisi con altre categorie.
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===Prototipi, formazione di categorie e autismo===
È stato dimostrato come
Gli individui con autismo hanno mostrato di avere anche diverse modalità di formazione di prototipi per quanto riguarda i volti. Gastgeb, Dundas, Minshew, e Strauss (2011), in uno studio a parte rispetto al precedente, trovarono che individui con autismo ad alto funzionamento presentavano difficoltà
I bambini con autismo mostrano
==Distanza tra concetti==
La nozione di prototipo è legato al disturbo di Wittgenstein per quanto riguarda il tradizionale concetto di categoria. Questa influente teoria è risultata in una visione delle componenti semantiche valorizzata il più possibile, piuttosto che ridurle a mere contributrici al significato del testo. La sua discussione della categoria gioco è particolarmente incisiva (Philosophical Investigations 66, 1953):
“Si consideri per esempio il procedimento che chiamiamo “gioco”. Per gioco intendo giochi da tavola, giochi di carte, giochi con palla, giochi Olimpici così via.
Chiaramente, la nozione di somiglianza di famiglia chiama a sé la nozione di distanza concettuale, che è strettamente legata
Recentemente, Peter Gärdenfors (2000) ha elaborato una possibile spiegazione parziale della teoria del prototipo in termini di spazi con caratteristiche multi-dimensionali chiamati Spazi Concettuali, dove una categoria è definita in termini di distanza concettuale. Membri più centrali di una categoria si trovano tra i membri periferici. È stato poi da egli postulato che il più delle categorie naturali esibisce una convessità nello spazio concettuale, nella misura in cui se x e y sono elementi di una categoria e z si trova tra questi, è molto probabile allora che anche z faccia parte di tale categoria.
In ogni caso, nella nozione di gioco sopraccitata, è presente un singolo prototipo oppure molti? Recenti dati linguistici riguardanti studi sui colori sembrano indicare che le categorie possano avere più di un elemento focale, ad esempio il termine rihlaza, un colore della lingua Tsonga, si riferisce ad un continuum blu-verde, ma sembra presentare due prototipi, un verde focale ed un blu focale. Perciò, è possibile avere singole categorie con prototipi multipli e senza connessioni, nel qual caso essi potrebbero costituire
==Categorie combinanti==
Tutto intorno a noi, troviamo casi in cui oggetti come uomo alto o piccolo elefante combinano una o più categorie. Questo ha rappresentato un problema per la semantica estensionale, dove la semantica di una parola come rosso è da definire come un insieme di oggetti che presentino questa proprietà. Chiaramente questo concetto non si applica altrettanto facilmente a modificatori come piccolo: un piccolo topo è molto diverso da un piccolo elefante.
Tali combinazioni diedero vita ad una questione minore
Altri problemi persistono alla data di oggi, come nella determinazione di quale delle categorie costituenti contribuirà a quale caratteristica, prendendo per esempio il caso di uccellino domestico [Hampton 97], dove domestico dà informazioni
[[Categoria:Linguistica]]
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*Molesworth, C. J., Bowler, D. M., & Hamptom, J. A. (2005). ''Extracting prototypes from exemplars what can corpus data tell us about concept representation?''. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 46(6), 661-672. doi: 10.1111/j.1469-7610.2004.00383.x
*Molesworth, C. J., Bowler, D. M., & Hamptom, J. A. (2008). ''When prototypes are not best: Judgments made by children with autism''. Journal of Autism and Development Disorders, 38(9), 1721-1730. doi: 10.1007/s10803-008-0557-7
*Loftus, E.F., ''Spreading Activation Within Semantic Categories: Comments on
*Rosch,, E., ''Classification of Real-World Objects: Origins and Representations in Cognition'', pp. 212–222 in Johnson-Laird, P.N. & Wason, P.C., Thinking: Readings in Cognitive Science, Cambridge University Press, (Cambridge), 1977.
*Rosch, E. (1975): ''Cognitive Reference Points'', Cognitive Psychology 7, 532-547.
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*Rosch, E.H. (1973): ''Natural categories'', Cognitive Psychology 4, 328-350.
*Rosch, E., ''Principles of Categorization'', pp. 27–48 in Rosch, E. & Lloyd, B.B. (eds), Cognition and Categorization, Lawrence Erlbaum Associates, Publishers, (Hillsdale), 1978.
*Rosch, E., ''Prototype Classification and Logical Classification: The Two Systems'', pp. 73–86 in Scholnick, E.K. (ed), New Trends in Conceptual Representation: Challenges to
*Rosch, E., ''Reclaiming Concepts'', Journal of Consciousness Studies, Vol.6, Nos.11-12, (November/December 1999), pp. 61–77.
*Rosch, E., ''Reply to Loftus'', Journal of Experimental Psychology: General, Vol.104, No.3, (September 1975), pp. 241–243.
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